Josephine
Sento suonare il mio cellulare e lo porto all'orecchio tenendo gli occhi ancora chiusi.
«Si?».
«Dove sei? È tardi Josephine» dice mia madre.
Spalanco gli occhi e vedo che sono sdraiata sul pavimento, mi alzo a sedere e vedo che Benjamin sta dormendo nella sua culla come se nulla fosse.
Mi passo una mano tra i capelli.
C'è una piccola sveglia sul comodino affianco al fasciatoio che segna le due e quattordici di notte.
Benji alle due non si è svegliato quindi non devo dargli le goccine. Non so perché diavolo penso alle sue goccine quando a quest'ora dovrei essere già a casa!
Anche quando sono mezza addormentata devo fare le cose nella maniera giusta è più forte di me.
«Torno presto mamma stai tranquilla vai a dormire».
Esco dalla stanza di Benjamin e chiamo Sandy.
«Pronto?» dice una voce assonnata.
Stava dormendo?
«Sandy? Sono Josephine» dico mordendomi il labbro.
Mi aveva detto che non dovevo stare tanto, penso che all'arrivo di Axel me ne sarei dovuta andare ma è andata diversamente.
«Sono ancora a casa tua, Benjamin dorme ma io vorrei andare a casa» dico senza girarci troppo intorno.
Non le dico che in realtà mi sono già addormentata, sembrerei poco affidabile.
«Oh scusa tanto, Axel doveva arrivare per le cinque di pomeriggio, non è ancora tornato?» chiede e sento che si muove.
«Io sono fuori città» dice con voce chiara.
«Ti do il suo numero per messaggio digli di tornare subito, penso che a me abbia bloccato il numero» dice.
Spalanco gli occhi.
Ha bloccato il numero di sua madre?
È fuori di testa!
«Va bene grazie».
Mi arriva un messaggio con il numero di Axel ma sentendo la serratura scattare e emetto un sospiro contenta.
È tornato.
Prendo la radiolina mettendola vicino a Benji se dovesse svegliarsi e prendo l'altra per portarla a Axel.
Prima che possa chiudere la porta vedo che non è solo.
C'è una ragazza con lui, i lunghi capelli scuri le arrivano fino al sedere e volteggiano mentre Axel la stringe a se.
Si iniziano a baciare come se fossero presi da convulsioni.
Rimango ferma non sapendo che diavolo fare.
Perché mi trovo sempre in situazioni imbarazzanti?
«Che ne dici di farlo in cucina?» gli sento dire alla ragazza.
Mi passa un brivido sulle braccia.
Merda.
Chiudo lentamente la porta di Benjamin e facendomi coraggio vado verso di loro prima che la situazione peggiori.
«Axel» dico avvicinandomi.
Lui si gira di scatto, guardandomi.
Si era dimenticato che fossi qui?
«È una scopata a due mi dispiace» dice facendomi un sorrisetto ironico e mezzo ubriaco, tornando a baciare la ragazza.
Non ho mai visto in vita mia un elemento come lui!
Ma chi si crede di essere?!
«Scusami se disturbo il tuo piccolo hot party ma tuo fratello dorme, questa è la radiolina sai come funziona no?» dico mettendogliela a forza in mano.
Spinta da un coraggio più forte di me continuo.
«Se urla tu vai a vedere cosa c'è che non va» dico come se stessi parlando a uno stupido.
Lui non mi toglie gli occhi di dosso neanche un secondo.
L'unica luce che illumina la stanza è quella della luna e dei lampioni fuori in strada.
Mi fa un sorriso strafottente.
«Com'è che ti chiami?» chiede.
Mi sale il nervoso.
«Josephine vivo qui a fianco, quella che per sbaglio hai bagnato con la pompa dell'acqua» dico incrociando le braccia.
Lui ride abbassando lo sguardo.
«Non faccio mai niente per sbaglio» dice stringendo la ragazza ancora di più al petto.
Si gira verso la ragazza e le sorride.
Le porta un braccio intorno alla vita e iniziano a incamminarsi verso il corridoio.
«Fai sogni d'oro» dice lui senza guardarmi.
Stringo i denti.
Prendo la borsetta abbandonata sul bancone della cucina e me ne torno a casa.Ho dormito malissimo per colpa di Axel.
Dopo che me ne sono andata non si è fatto di certo scrupoli e l'ho sentito darci dentro con quella brunetta.
La stanza davanti alla mia ho capito essere la sua e sapere che questo elemento ogni sera fa baldoria mi fa venire voglia di tirarmi i capelli dal nervoso.
Mi infilo in bagno e mi lavo la faccia.
Guardandomi allo specchio i capelli di solito color miele scuro risultano più chiari e spenti, dovrei lavarmeli e metterci un po' di balsamo per rivitalizzarli.
Vado in camera di mia madre e la trovo già pronta per uscire.
«Buongiorno, dormito bene?» chiede. La guardo come se mi avesse chiesto se ho preso un cucciolo di dinosauro. Non le rispondo.
«L'acqua calda c'è?» chiedo.
Lei scuote la testa.
«Ho già provato io, penso che la attacchino oggi pomeriggio» dice.
Sbuffo, mi serve una dannata doccia, continuare a lavarmi con l'acqua fredda mi farà uscire di testa.
«Vado a fare un giro da tua zia Lidia vieni con me?» chiede. Rabbrividisco.
Zia Lidia mi fa paura, da piccola mi cucinava dei biscotti con le verdure dentro. Ogni volta c'era una verdura diversa e la dovevo indovinare. Orribile.
«Questa volta passo» dico.
«Stasera hamburger alla Josephine?» chiede.
Sorrido.
Ieri sera alla fine non li ho potuti fare perché ho dovevo badare a Benjamin.
«Eccome, con patate al forno» dico facendole l'occhiolino.
«Jag älskar dig» dice andando verso la porta.
Ti voglio bene.
«Jag» dico di rimando.
Anch'io.
STAI LEGGENDO
Non mi hai dato alternative
RomanceJosephine è la quiete. Axel è la tempesta. Josephine da un appartamento a Nashville si trasferisce nelle casette a schiera di Memphis, sempre in Tennessee, dopo che sua madre ha completato le pratiche di divorzio da suo padre. Mentre si trova in g...