➵ Capitolo 30

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Josephine
Mi stringo il cuscino al petto.
Questa notte è stata un inferno. Non ho praticamente dormito.
Axel mi ha bombardato di messaggi ma non gli ho risposto.
Voleva parlarmi.
Ma ormai è troppo tardi.
Ha avuto un sacco di tempo per dirmi di Benjamin. Manco per un secondo ha pensato di dirmi la verità.
Non si sentiva una merda a nascondere un segreto così grande?
Almeno ai suoi amici più fidati.
Non so cosa centri Derek e perché Axel ci abbia litigato. Soprattutto mi chiedo perché Giselle definisce Derek un bastardo.
Mi dà fastidio sapere le informazioni con il contagocce ma ormai non me importa nulla.
Mi alzo più stanca di quando sono tornata a casa.
Mi metto una felpa dato che fa molto freddo o forse è solo una mia sensazione.
Scendo le scale e per fortuna non trovo mia madre anche perché non riuscirei ad affrontarla.
Mi faccio una cioccolata calda e prendendo anche una confezione di biscotti alla frutta secca e gocce di cioccolato me li porto in camera.
Oggi ho intenzioni di non fare un bel niente, a parte mangiare e guardare Netflix.
Bel inizio anno!
Il mio cellulare vibra, lo prendo, bevendo un sorso di cioccolata per darmi la forza.

Axel: Ti ho vista che sei sveglia.

Axel: Rispondimi.

Te lo sogni, brutto stronzo.

Axel: O vieni tu o vengo io.

Vedremo come fai, se non ti apro.
Mi infilo un biscotto in bocca.
Anche Giselle mi ha scritto verso le tre di mattina ma non le ho risposto.
Si è scusata per avermi detto lei di Benji e non averlo lasciato fare a Axel ma non lo aveva capito che non sapevo nulla.
Io le ho scritto di non preoccuparsi che non è colpa sua.
Decido di rispondere ad Axel.

Josephine: Non devo dirti nulla.

Axel: Infatti per una volta devi solo ascoltare.

Vorrei allungarmi per vedere cosa sta facendo attraverso la finestra ma mi trattengo.
Non voglio sembrare così disperata.

Josephine: È tardi.

Mi salgono le lacrime.
Dovrei lascialo spiegare.
Ma so che se lo lascio fare gli scuserò tutto.
Non voglio che pensi di potermi tenere nascoste delle cose importanti che lo riguardano.
Si deve fidare di me.
Butto il cellulare inforno al letto e mi metto a vedere una nuova serie su Netflix, con tanto di copertina.
«Tesoro» dice mia madre toccandomi una spalla.
Mi giro fermando il telefilm.
«Dimmi» dico passandomi una mano gli occhi.
«Cosa vuoi per cena?» chiede.
Ha dei pantaloni della tuta rosa e un maglione bianco, i suoi capelli invece sono arricciati con una coda sopra alla testa.
«Cena?» chiedo.
Guardo l'ora sul mio orologio da muro.
«Sono già le sei e mezza di sera?» chiedo mettendomi dritta.
Mi ero resa conto che guardavo un episodio dopo l'altro ma non credevo fossero passate tutte queste ore!
Riprendo il cellulare infondo al letto e vedo degli altri messaggi di Axel, non ha smesso tutto il giorno di scrivermi e mi esce uno stupido sorriso.
«Josephine?» richiama l'attenzione mia madre.
«Sì scusa, ravioli cinesi e involtini primavera?» chiedo scorrendo in giù i messaggi.

Axel: Josephine dammi modo di spiegare, cazzo.

Axel: Cinque minuti e ti spiego tutto.

Axel: Almeno non ignorarmi.. te lo avrei detto prima o poi.

È il prima o poi che mi spaventa.
«Il numero per ordinare a casa dov'è?» chiede.
«Vicino al frigo nel block notes» dico distrattamente leggendo altri messaggi di Axel.
«Tutto okay?» chiede.
Alzo lo sguardo su di me.
«Sì.. sono solo..» dico portandomi una mano tra i capelli per renderli più ordinati.
Non saprei manco come continuare la frase ma per fortuna vengo interrotta dallo squillo del cellulare che mi avverte che sta arrivando una chiamata.
È Giselle.
«Gisie?».
«Josephine.. siamo al J. F. Kennedy Park ed Axel sta per essere arrestato ha fatto un casino» dice concitata
Spalanco la bocca.
Oddio.
«Cosa ha fatto?» chiedo.
Mi avvicino a un paio di scarpe vicine al letto e le metto velocemente.
«Devi venire ne parliamo quando arrivi, sbrigati» dice e riattacca.
Prendo una borsetta e travaso la roba che era nella pochette di ieri sera in quella più grande.
«Perché ti stai preparando?» mi chiede mia madre allargando le braccia.
«Ne parliamo quando ritorno» dico uscendo dalla stanza e facendo le scale di fretta.
Prendo la giacca che ho lasciato nel appendiabiti all'entrata.
«Josephine tutto okay? Non è da te avere questo comportamento..» dice mia madre.
Mi mordo il labbro.
Ha completamente ragione.
Mi avvicino e la abbraccio.
Ho una voglia assurda di confidarmi con lei, ma in questo momento devo andare da Axel.
«Te lo prometto mamma, ti spiego tutto dopo» dico poi mi stacco ed esco di casa.

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