Josephine
Non sono mai stata una di quelle ragazze che tutti i venerdì sera usciva.
Certo, mi piace uscire.
Ma mi piace di più stare sotto le coperte nel calduccio con un bel film.
Non abbiamo ancora preso una televisione per camera mia quindi mi sposto sul divano davanti alla nostra unica televisione.
È successo così tante volte che rimanessi a casa il venerdì, piuttosto che il sabato, al che il venerdì è diventata la serata film.
Non so perché mi piaccia tanto creare una routine nelle mie giornate. È confortevole avere sempre qualcosa da fare tutte le settimane.
Il problema delle routine è quando qualcuno subentra nella tua vita e ti manda tutto a monte.
Dopo circa metà film sento il mio cellulare vibrare e lo prendo.
È un messaggio di Reed.
Aggrotto la fronte mentre apro il suo messaggio.
Mi chiedo cosa voglia.Reed: Sta sera usciamo vieni con noi?
(anche da parte di Giselle)Sorrido, anche se dentro di me serpeggia il pensiero che Reed e Giselle sono insieme, magari non da soli ma ripenso comunque alle parole di Axel.
Dopo poco mi arriva un altro messaggio sempre di Reed.Reed: Non accetto un no come risposta.
Rido e mi stendo sulle gambe una coperta di flanella abbandonata sul divano da mia madre.
È da due ore che mia madre è rinchiusa nel suo studio a scribacchiare qualche scene del suo libro.
Non mi piace rovinare la mia routine, e poi con così poco preavviso dovrei andare con loro?
Ho i capelli che dopo una giornata con Benjamin profumano di talco, ho già il mio pigiama preferito indosso e il finale del film che mi aspetta.
Non posso rovinare tutto.
Sono già le nove di sera, saranno già tutti pronti e come minimo io ci metterei un'ora per diventare passabile.
Guardo il cellulare e leggo un altro messaggio sempre di Reed.Reed: sono Giselle, sono qua fuori apri.
Oh merda!
Mi alzo togliendo la coperta dalle gambe come se scottasse.
Abbasso lo sguardo sul mio pigiama.
Cazzo.
Corro in camera mia e mi infilo una felpa nera e la chiudo. Almeno il coniglietto in mezzo alla maglia del mio pigiama non si vede.
Vado ad aprirle.
Giselle che è seduta sui scalini davanti casa mia si alza, ha un vestito color magenta e i capelli acconciati che sento da qui profumano di balsamo al miele. Mi guardo intorno e vedo che è da sola.
Ma davanti a casa sua c'è una macchina parcheggiata, quindi suppongo che non sia proprio da sola.
«Ehi» dico cercando di sorridere.
Mi hanno teso un'imboscata!
«Ciao» dice sorridendomi.
Mi squadra, trattenendo una risata.
«Non mi sembri pronta» dice.
Che grande intuito!
«Reed mi ha scritto solo pochi minuti fa e non ho detto che sarei venuta» sottolineo.
Lei scaccia via le mie parole con un gesto della mano.
«Dai su, cosa avevi di meglio da fare?» chiede.
Mi mordo il labbro, tenendo gli occhi puntati sui suoi senza rispondere.
«Come sospettavo, posso entrare?» chiede indicando la porta.
Mi sposto facendole spazio per entrare.
«Dov'è camera tua? Ti aiuto a scegliere come vestirti» dice facendo un leggero rumore con le scarpe eleganti sul pavimento.
Indico le scale.
«Sopra le scale la porta a destra» dico ormai arresa.
Lei entra e io la seguo su per le scale.
Per fortuna ho messo in ordine prima di cenare.
Giselle si avvicina all'armadio e lo apre, scorre i vestiti uno dopo laltro.
Chissà se anche lei ordina i vestiti nell'armadio per colore.
Come se fosse una cosa normale, Josephine.
Sospiro.
«Dove andiamo?» chiedo sedendomi sul letto.
La vedo tirare fuori una gonna a balze nera e una canottiera scollata piena di brillantini che non ho mai messo, è stato un regalo delle mie amiche.
Quella canottiera è sempre stata troppo audace per me, l'avevo nascosta infondo all'armadio, non so davvero come abbia fatto a trovarla.
«In una discoteca che ha aperto quest'estate si chiama Color Drink» dice passandomi i vestiti.
«Le scarpe dove le tieni?» chiede guardandosi intorno.
Indico la scarpiera che rimane affianco alla porta e lei va a scegliere delle scarpe con un tacco non troppo vertiginoso.
Mi lascia tutto in mano.
«Dopo ci occupiamo di capelli e trucco» dice facendomi l'occhiolino.
Mi infilo in bagno e controvoglia tolgo il mio caldo pigiama e mi infilo la gonna e la maglia che Jeanette mi ha spiegato deve essere indossata rigorosamente senza reggiseno.
Gli ho riso in faccia in quel momento ma ho provato con e senza, e non c'è storia.
Senza la reggiseno sta molto meglio.
Per fortuna la natura mi ha dato un seno generoso perché sennò sarei sembrava una ragazzina alla prima volta in discoteca.
Circa venti minuti dopo ero pronta per uscire.
Non so come Giselle abbia fatto a trasformarmi da ragazza in pigiama a ragazza elegante con trucco e gonna.
Attraversiamo il mio giardino arrivano davanti al suo vialetto, dove c'è la macchina di Reed posteggiata.
«Ci sono già Reed e Derek in macchina» mi riferisce.
«Gli altri ragazzi non vengono?» chiedo.
Non so manco perché mi importi.
Lei scrolla le spalle.
«Non che io sappia» dice.
Prima di entrare si ferma davanti a me e mi sistema i capelli, Giselle ha creato in pochi minuti con la piastra delle onde morbide.
«Stai benissimo, sta sera farai colpo» dice allegra.
«Grazie» dico sorridendole grata.
Da sola in venti minuti, avrei trovato a malapena cosa mettermi e questa canottiera sarebbe ancora infondo all'armadio.
La vedo prendere il cellulare e la schermata le illumina il viso. Aggrotto la fronte, questa luce gli fa sembrare gli occhi diversi.
«Mi è piaciuto aiutarti» dice alzando lo sguardo e guardandomi.
«Ma..» inizio a dire.
Forse mi sbaglio.
«Cosa hai fatto agli occhi?» chiedo.
Forse mi ricordo male, ma credevo che Giselle avesse gli occhi verdi e adesso sono più azzurri.
Mi sorride svelando che c'è qualcosa sotto.
«Hai le lenti a contatto?» chiedo mettendole un braccio sulla spalla.
Che stupida, non me ne sono proprio accorta.
Lei ridacchia.
«C'è ne hai messo di tempo per accorgertene» dice prendendomi per mano e portandomi verso la macchina.
«Scoprirai il perché quando saremo lì» mi riferisce.
Ci accomodiamo entrambe dietro, dato che Derek è davanti con Reed.
Mi sommergono di complimenti e mordendomi il labbro, ringrazio felice.
Quando arriviamo davanti al Color Drink noto che i vetri del bar sono oscurati a illuminare il bar c'è solo l'insegna al neon con i colori dell'arcobaleno.
Promette proprio bene.
«Ciao bellezza» dice Reed affiancandomi.
Noto che anche lui ha le lenti a contatto e sono marroni.
«Ciao Reed, mi spieghi questa storia delle lenti?» dico cercando di essere il più carina possibile, ma in realtà mi irrita essere all'oscuro di tutto.
Le dovevo mettere anch'io?
Reed mi circonda le spalle con un braccio.
«Tranquilla stellina, lo vedrai dentro» dice.
Con la coda dell'occhio vedo Derek e Giselle discutere ma poi dopo poco lui abbraccia lei è sembrano tranquillizzarsi.
Entriamo e dentro ci aspetta un'aria calda che sa di vaniglia. Vedo dei diffusori di fragranza che mi incuriosiscono, non credevo che nelle discoteche ne adoperassero, pensavo solo nei negozi di lusso.
Giselle mi si affianca e facendo la linguaccia a Reed mi porta via da lui.
Siamo dirette al bancone del bar che si trova infondo a destra mentre a sinistra ci sono delle piattaforme di metallo.
La musica non è neanche troppo assordante ma credo che sia perché siamo lontani dal dj che rimane vicino alle piattaforme. Sempre a destra, vicino al bancone del bar ci sono anche diversi tavolini bianchi circolari tutti pieni.
Il bancone è libero quindi ci sediamo sugli sgabelli neri.
Vedo che alle spalle dei barristi, c'è una lista molto lunga con nomi davvero strani di drink che mi fa aggrottare la fronte.
«Stasera è la serata del colore degli occhi» dice indicando una lista al centro.
«Quindi..» inizio a dire ma mi interrompe.
«Ti servono solo drink che hanno il colore dei tuoi occhi, figo vero?» dice sorridendomi.
«Particolare» affermo.
Per me che non so mai i nomi dei drink è meglio così.
Si avvicina a noi un barista con i capelli biondi e ricci ed ha davvero un sorriso contagioso.
«Buonasera belle ragazze che vi posso portare? Entrambe occhi azzurri vedo» dice porgendoci un foglio plastificato azzurro.
Ci sono vari drink, molti hanno l'anice o altre sostanze che li rende azzurri.
«Ciao Erin, come ogni volta fai finta di non conoscermi» si lamenta Giselle, girandosi una ciocca di capelli tra le dita.
Lui scrolla le spalle.
«Scusa Gisie, ma Derek mi dice che non devo relazionarmi con i clienti» dice mettendoci davanti dei bicchierini.
«Prendiamo entrambe lo shottino numero tre» dice indicandolo sul foglio.
«Ti fidi?» mi chiede Giselle.
Scrollo le spalle, sospirando.
«Tanto non avrei saputo cosa prendere» dico ridando il foglio plastificato a Erin che ha già iniziato a mettere diversi alcolici nei bicchierini.
Come sospettavo alla fine il liquido nel bicchierino è effettivamente azzurro.
«In un colpo solo» dice a Giselle prendendo il suo bicchierino.
Io prendo il mio e poi insieme beviamo tutto in un sorso.
La prima parola che mi viene in mente è schifo e la seconda è, che bruciore!
Okay, non sono abituata agli alcolici.
Ma cazzo questo era forte.
«Oddio» dico con voce strozzata.
Lei ridacchia.
«Con due di questi, saremo abbastanza sciolte da ballare sulla piattaforma» dice dandomi un colpo con la spalla.
«Perché hai deciso di mettere le lenti azzurre, i drink verdi non sono buoni?» chiedo.
Lei scrolla le spalle allungandosi sul bancone per prendere un piccolo contenitore con delle noccioline salate.
«Lì ho assaggiati tutti e non c'è né uno che mi piace» dice alzando gli occhi al cielo.
«I ragazzi lo fanno spesso di cambiare il colore degli occhi e ho deciso di provare anch'io» dice tranquilla facendo un cenno a Erin.
Erin torna e ci fa di nuovo lo stesso drink.
Non voglio davvero sapere cosa ci infila dentro, perché sono abbastanza convinta che stia usando anche della benzina.
Se vi state chiedendo se il secondo colpo è più facile la risposta è ovviamente no.
Forse anche peggio.
«Andiamo a ballare» dice prendendomi per mano e allontanandosi.
«Dobbiamo pagare» dico svelta aprendo la borsa, spostando lo sguardo da Giselle al bancone.
«Mi conosce, mette tutto sul conto di Derek, Erin è suo cugino» dice tranquilla portandomi vicino al dj.
La musica qui è molto più forte e il cuore mi inizia ad andare più veloce.
Iniziamo a ballare e devo dire che l'alcol che ho nelle vene in questo momento aiuta molto.
«Uh uh, la piattaforma si è liberata vieni» mi urla Giselle. Tirandomi di nuovo per mano mi porta dietro alla piattaforma dove ci sono degli scalini.
Mi indica il palo.
«Devi ballare in modo sexy, tipo così» dice facendomi vedere come si fa.
Mi viene da ridere e mi tappo la bocca con la mano per non fare troppo rumore, cosa stupida dato che c'è una musica assordante.
Cerco di fare come lei e mi viene da ridere ancora più forte e contagio anche Giselle.
Non saprò ballare ma mi sto divertendo tantissimo.
L'alcol è davvero coraggio liquido, in un'altra situazione non mi sarei mai messa a ballare davanti a una discoteca così piena.
Ho sempre voluto imparare a ballare ma è un'attività che mi avrebbe messa troppo in mostra così non ci ho mai provato sul serio.
Mi lascio trasportare dalla musica e non guardo nessuno in faccia.
Quando scendiamo dalla piattaforma siamo sudate e la faccia mi fa male da quanto ho sorriso.
Giselle viene subito catturata da Derek che la bacia come se gli volesse risucchiare il viso.
Distolgo lo sguardo da loro e continuo a ballare con le mani tirate in alto.
Chiudo gli occhi e lascio andare completamente il mio corpo. Nell'istante in cui sento delle braccia circondarmi i fianchi e stringere, apro di nuovo gli occhi spaventata.
Il cuore comincia a battere più veloce e mi lascio scappare un sospiro dalle labbra.
Non mi è mai capitato che un ragazzo mi si avvicinasse da dietro in questo modo.
Cerco di girare la testa per guardarlo ma mi mette una mano sulla guancia a dolcemente mi fa rigirare la testa. In tutto questo non ho smesso di ballare e anche lui dietro di me si è adattato ai miei movimenti.
Chi sarà? Reed?
In effetti da quando sono entrata non l'ho più visto, sicuramente sarà lui.
Deve essere per forza qualcuno che conosco, non ho mai attirato l'attenzione di sconosciuti.
Certo, non ho neanche mai ballato su una piattaforma con un palo, un metro sopra gli altri in modo che tutti mi notassero.
Madonna!
Mi cerco di girare tra le braccia dello sconosciuto ma mi ferma facendo aderire la mia schiena al suo addome.
Cerco Giselle con lo sguardo ma non la trovo, in un momento di panico totale deciso di schiacciargli un piede per liberarmi e andarmene.
Cosa che incredibilmente, lo fa ridere e lo sento avvicinare il viso al mio orecchio.
Il mio cuore va a mille, sto per avere un infarto me lo sento.
«Sunshine, come sei violenta» mi sussurra una voce familiare.
Oh merda, Axel!
Mi giro tra le sue braccia e adesso siamo faccia a faccia.
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Non mi hai dato alternative
RomanceJosephine è la quiete. Axel è la tempesta. Josephine da un appartamento a Nashville si trasferisce nelle casette a schiera di Memphis, sempre in Tennessee, dopo che sua madre ha completato le pratiche di divorzio da suo padre. Mentre si trova in g...