Confusione

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Ero su uno strapiombo che dava sul mare, sentivo la brezza salata accarezzarmi  il viso. Dietro di me una casetta ricoperta di vegetazione produceva fumo dal camino, si sentivano in lontananza il canto di uccellini e una voce femminile cantare.  Osservai meravigliata i particolari fiori che riempivano tutto il terreno circostante e fui attirata dal suono di legna che veniva tagliata. Feci il giro dell'abitazione e vidi un uomo enorme con ali grigie spaccare tronchi . Una fitta percorse il petto e mi strinsi lo sterno cercando di respirareOcchi caldi come il sole si girarono verso di me senza guardarmi e appena vidi il suo viso capì che anche se diverso quello era Blake. Lunghi boccoli scuri gli scendevano sulle spalle e sembrava molto più maturo del ragazzo che conoscevo. Osservai le cicatrici oscene che aveva sul petto e sul addome e rimasi impietrita quando una donna bellissima si avvicinò a lui abbracciandolo. Iniziai a respirare piano quando fui in grado di vederla meglio. Eravamo il riflesso perfetto l'una dell'altra ma lei aveva qualcosa che a me mancava. Aggraziata e decisa nei movimenti con due occhi che non potevano essere reali nemmeno per un angelo. Aveva gioielli per iridi e un viso fiero ma duro. Rimasi imbambolata a fissare i due amanti che scherzavano rincorrendosi per il prato. Sentivo l'amore che la consumava da dentro mentre lo guardava, lo stesso tipo di amore che avevo provato per Blake da quando lo conoscevo. Forse era solo il mio subconscio che voleva a tutti i costi vedermi con il mio sfortunato amore ma questo non sembrava un sogno bensì un ricordo, proprio come quelli che avevo visto quando Gabriel mi aveva baciata. Era tutto troppo reale e vivo; sentivo quanto quei due corpi si appartenessero. Cercai più volte di svegliarmi incapace di guardare oltre, non comprendendo che cosa significasse. Gabriel doveva essere la mia anima gemella o qualcosa del genere, era lui che mi aveva cercata per secoli. 

Allora perché ero con Blake e lo guardavo in quel modo? 

Improvvisamente non era più lei sotto l'uomo ma io. Sentì il fiato caldo sul collo e le sue mani che  esploravano il mio corpo. Avrei voluto gridare ma intrecciai le mani nei suoi capelli attirandolo a me e baciandolo come non avevo mai fatto. L'odore di legna ed erba invase le mie narici mentre ancoravo le mie gambe intorno al suo bacino. L'uomo iniziò a spogliarmi lentamente, baciando ogni lembo di pelle scoperta mentre prendevo fuoco. Volevo fermarmi ma non ci riuscivo, continuavo a baciarlo con foga mentre le mie mani esploravano il suo corpo. Non mi coprì  il seno quando rimasi senza barriere e lui si fermò ad accarezzare un punto sulla mia spalla rammaricato.

"Giuro che non lascerò  che ti tocchi mai più  Angel. Sei la mia sankera e ti proteggerò a costo della  vita."

Mi alzai annaspando per l'aria frastornata. Premetti le mani sui occhi e tastai ogni parte del mio corpo in cerca di quel tocco così delicato che mi stava spogliando. Mi toccai le labbra incredula, sentivo ancora la pressione di quel bacio. La dolcezza e l'amore che si posavano sulle mie labbra divorandomi il respiro e ridandomelo. Poi arrivò il mal di testa, così forte da provocarmi conati di vomito. Guardai il letto vuoto e pensai di andare dall'angelo a chiedergli spiegazioni ma cosa avrei potuto dirgli? Forse avevo sostituito l'immagine di Gabriel con quella di Blake perché non volevo ammettere di provare qualcosa per lui, forse quel ricordo era con Gabriel ma io l'avevo alterato.  Mi alzai con la testa che scoppiava e non provai nemmeno a vestirmi ma uscì in pigiama dirigendomi verso la stanza degli ospiti. Avevo intenzione di chiarire le cose con Gabriel e chiedergli spiegazioni sul suo comportamento. 

Bussai più volte alla porta ma non si degnò di rispondermi perciò entrai senza permesso solo per trovare la stanza vuota. Sbuffai e scesi di fretta giù cercando Alex. 

"Alex eccoti finalmente. Dov'è Gabriel? Devo parlargli!" La tazza fumante di caffè che aveva in mano cadde a terra per la mia improvvisa apparizione e lo stato in cui ero ridotta. 

"Per il santo Angel! Porca puttana un buongiorno normale senza gridare e spaventarmi è troppo per te?" Sbuffò irritato raccogliendo i pezzi di ceramica da terra.

"Non lo so è uscito questa mattina di buon ora e non sembrava di buon umore. Attenta a dove metti i piedi, va a vestirti per dio." 

Quel giorno l'allenamento fu un disastro e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era Gabriel e quello strano ricordo. L'angelo rientrò a notte fonda e io lo aggredì non appena mise piede nella villa. 
"Dove cazzo eri, devo parlarti!" Si girò alla luce e vidi il suo viso tumefatto e il sangue rappreso sulla fronte. Istintivamente portai le mani sulla sua faccia ma lui si scosto infastidito. 

"Non toccarmi!" Mi fece cadere all'indietro quando mi scostò e io rimasi paralizzata prima di scoppiare in un impeto di rabbia. 

"Ma che cazzo di problemi hai?! Prima fai di tutto per starmi vicino e ora questo? Vedi di far pace con la testa stronzo. Si può sapere che ti prende; soprattutto adesso che ho iniziato a provare qualcosa per te ?!" Scattò come un leone ancorandomi al muro. 

"Davvero provi qualcosa per me ? Hai gridato il nome di Blake tutta la sera. Quindi dimmi Angel, a chi cazzo pensi realmente quando sei con me? Dici che ti tratto come una sostituta ma forse sei tu che mi stai usando per dimenticare un uomo che ti ha mentito e rifiutato senza pensarci su due volte." Lo schiaffo risuonò nella sala vuota e la guancia di Gabriel si gonfiò diventando rossa poco dopo. Mi divincolai dalla presa con le lacrime agli occhi e sentendomi un idiota anche solo per aver pensato di poter mostrarmi a lui. Salì le scale di corsa andando nella mia stanza e sbattendo la porta. 

"Fanculo!"

NephilimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora