Rammollita

374 14 1
                                    

"Mi dispiace.. Avevo paura di metterti in pericolo.. Hai una brutta cera. Ma hai mangiato questi giorni ?!" La sua voce profonda mi colpì in pieno viso.

" Beh ti sei visto non credo tu sia messo meglio." Gli sorrisi nonostante la voce nella mia testa mi supplicasse di fermarmi.

"Alex non doveva portati qui! Potrei metterti in pericolo!" Il suo palmo trovò la mia guancia e mi lasciai cadere in quel tocco così delicato per un uomo enorme come lui.

"Oh, perché fuori è meglio? Dante ti dice qualcosa?!"Vidi il cielo sereno che solitamente erano i suoi occhi diventare tempesta in un secondo.

"Tu non ti allontani più un centimetro da me!"

"Aggiungiamo alla lista delle tue qualità anche mamma apprensiva Gabriel. " Scoppiamo entrambi a ridere e non appena i nostri sguardi si incrociarono senti di nuovo quella spinta che tirava. Scelsi di non pronunciare le parole che mi appesantivano il cuore.

"Non riesco più a dormire da quando non ci sei. Faccio incubi peggiori di prima." Rividi gli occhi verdi di mia madre e il suo sterno insanguinato ma l'angelo mi baciò la fronte trascinandomi fuori.

"Lo so neanche io sono stato molto bene da quando non ti ho più vista ma non è stata una mia scelta. Vieni ti faccio fare il tour della casa e ti faccio vedere la nostra stanza." Aggrottai la fronte incrociando le braccia sul petto con aria inquisitrice.

"Nostra?!" Marcai la parola pronunciandola lentamente per dargli tempo di rendersi conto di quanto fosse pesante ogni lettera.

"Certo dove vuoi stare, sul pavimento?! Abbiamo appurato che senza di me non puoi dormire e poi non ti farei nulla senza il tuo permesso, almeno per ora." Lo guardai divertita, intontita da quanto fosse assurdamente bello. Permisi per un secondo di immaginarmi come sarebbe stato chiamare l'angelo mio, reclamarlo e far finta che non fosse follemente innamorato di un rimasuglio del passato. Le mie dita trovarono i suoi capelli scuri, soffici al tatto e così morbidi che non mi resi conto di quanto rimasi lì ad accarezzarlo finche non vidi i suoi occhi maliziosi. Arrossì e lo tirai per i ciuffi neri, iniziò una piccola battaglia che mi fece scordare l'enorme casino che la mia vita era diventata.

" Dannazione piccione scendi subito giù non ho ancora finito di picchiarti!!"Gli stavo correndo dietro ridendo e ammirando le immense ali bianche a cui non mi sarei mai abituata.

"ALEXANDER!!!"Gridai il nome dell'uomo che non riuscivo a decifrare con cui avevo stretto una silenziosa tregua quel giorno.

"Dio mio ma cos'è tutto sto baccano ?! Che state facendo?!"I suoi occhi grigi e furiosi risaltavano sempre prima di qualsiasi altro particolare.

"Alex tiralo giù!! Quel codardo ha preso il volo." Inarcò le sopracciglia quando mi permisi di usare il diminutivo ma poi scosse la testa e mi accontentò unendosi ai nostri stupidi giochi. Dopo tutto ciò che era successo sembrava più irreale quel momento di qualunque altro.

"OK ora basta, tu sei stanca e domani mattina ti dovrai alzare all'alba per allenarti con me. Non possiamo più aspettare che ti risvegli, il tempo scorre e tu sei un disastro." Detto ciò mi fecero fare una visita guidata dell'enorme casa. Ammirai ogni corridoio e dipinto, innamorandomi dell'immensa biblioteca e del giardino.

"OK ma la mia stanza?"

"Ti ho già detto che dormiremmo insieme pensavi scherzassi?!"

"Oh ma per favore togliti quel sorrisetto dalla faccia o ti strappo le piume. " Sorrise e io mi sciolsi al suo cospetto vergognandomi della fragilità del mio cuore.

"Ancora non ti fidi di me?! Sei stata tu a dirmi di non scomparire più ricordi? " Nascosi il mio viso tra le mani sbuffando prima di entrare nella stanza e dirigermi verso la doccia, avevo bisogno di un lungo bagno caldo.
Quando uscì Gabriel era già a letto. Valutai le mie opzioni e alla fine decisi che ero troppo stanca per pensarci o discutere con quel testardo alato. Entrai nell'immenso letto e sprofondati tra le sue braccia sospirando contenta. Sulle prime rimase molto sorpreso, tutto il suo corpo si irrigidì al contatto ma non disse nulla e mi strinse a sé, così felice che sembrava aver ricevuto il dono più prezioso del mondo. Stavo sfruttando l'amore che lui provava per qualcun'altra, lo sapevo bene ma il mio cuore sanguinava per Blake e mille altre ragioni e il conforto che lui era in grado di offrirmi era troppo invitante. Soffocai quella freccia di dolore e rimasi tra le sue braccia ispirando quel distinto odore di pioggia.

NephilimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora