Distaccamento

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Erano giorni che io e Sangiovanni non facevamo altro che litigare. Erano giorni di frasi lasciate a metà, di frecciatine poco velate e di continue urla. Più passava il tempo e più lo sentivo distante, lontano anni luce da me, da noi.
Il punto di rottura arrivò a metà febbraio, il 18, che avrebbe segnato un evoluzione nella nostra storia, evoluzione che non sapevamo di affrontare.
Quella data che, ancora oggi, mi procura forti brividi.
"Tra me e te non vedo più quella spensieratezza e tranquilla dell'inizio... io credo che dovremmo prenderci una pausa" mi disse Giovanni.
In quell'esatto momento sentii il mio cuore rompersi in mille pezzi. Non dissi nulla, lo lasciai parlare, consapevole di non poter far nulla perché quando si metteva in testa un'idea era difficile smuoverlo.
Quando terminó, mi alzai e andai in giardino dove sfogai lacrime amare, non credendo possibile che quell'amore per cui tanto avevo combattuto e sperato fosse finito.
Da quella sera ci ignorammo, le nostre vite presero pieghe diverse, nonostante convivessimo 24h su 24h. Passavo la maggior parte del tempo in sala prove, evitavo i luoghi comuni, mi isolai dal resto del gruppo.
Nonostante cercassi di evitarlo, il mio sguardo finiva sempre su di lui. Lo vedevo sereno e spensierato, molto in sintonia con Enula, facendo riaffiorare la maggior parte dei dubbi che saltavamo fuori nelle nostre discussioni.
"Giulia.... Giulia.... Giulia, mi ascolti?" a parlare fu Alessandro. Eravamo seduti in mezzo alla sala prove in cui dovevamo preparare un passo a due.
"Scusa Ale, dicevi?" chiesi.
"Posso solo immaginare quanto sia difficile per te in questo momento, ma devi concentrati" mi riprese.
"Scusami, hai ragione, ma è difficile. Per lui è stato facile andare avanti, non era poi così preso da me, alla prima occasione se ne è andato. Non sono come lui, ho bisogno di tempo".
" Forse non te ne sei accorta ma pure lui sta male, pure lui non dorme, non mangia e non parla. All'apparenza sembra tranquillo ma Enula mi continua a dire che non fa altro che parlare di te e si maledice per come ha chiuso la vostra storia" mi disse Alessandro.
Presa dal mio dolore non mi resi conto che eravamo in due a soffrire.
"Sai, io e Enula avevamo pensato di aiutarvi. Secondo noi dovresti farlo rosicare e ingelosire per fargli capire l'enorme cavolata che ha fatto" mi disse . Vedendo la mia perplessitá continuò "Potremmo portare in casetta l'enorme complicità che abbiamo sul palco.. vedrai... ahhaha".
Nonostante non fossi convinta, accettai.
I giorni passavano e il piano montato da Ale e Enula procedeva a gonfie vele, vedevo la gelosia di Sangio manifestarsi ogni volta che mi vedeva con Ale. Tuttavia non interveniva mai.
"Abbi fede Giulietta", mi disse Ale mentre tornavano a casa dopo aver registrato la puntata del pomeridiano.
Come se le sue parole fossero state ascoltate del cielo, Sangio mi si avvicinò, mi prese per un braccio e mi trascinò lontano dagli altri.
"Vedo che l'hai superata in fretta" mi disse con tono arrogante. " Diciamo che io e Ale abbiamo una certa sintonia", risposi a tono. In quell'esatto momento vidi i suoi occhi diventare minacciosi, ma non curandomene continuai il discorso "Sai, forse ti devo ringraziare. Se tu non avess.." non finii la frase che le sue labbra si calarono prepotentemente sulle mie, dando vita a una bacio pieno di rabbia, sofferenza e amarezza.
"Non provare a finire la frase, tu sei mia." Mi disse. "Fino a prova contraria non sono impegnata, e posso stare o farmi chi voglio" frecciai. "Non ci provare Giulia, non te lo permetto. Sono stato un grande bastardo a chiudere, mi dispiace" mi disse. Non sentendo una mia risposta, riprese a baciarmi, in maniera più dolce e con un pizzico di paura. Quando mi staccai lo guardai e dopo attimi di silenzio mi sorprese di nuovo "Scusa, ero nervoso e me la sono presa con te. Non ho mai voluto separarmi da te ma pensavo fosse la cosa giusta da fare, non tenendo in considerazione che avrei fatto il suo esatto contrario. Scusa....Sei entrata in punta di piedi nella mia vita è me l'hai stravolta completamente. Non sono pronto, ma soprattutto non voglio allontanarmi dalla persona che mi fa essere in pace con me stesso e con il mondo... mi perdoni?" Mi chiese infine.
Sorrisi a quelle parole. Mi alzai in punta di piedi e poco prima di baciarlo con amore dissi "Anche io mi scuso, tutte le parole che ho detto non le ho mai pesante. Ho sempre e solo voluto te... mi perdoni? Sai forse dovremmo ringraziare Enula e Ale"
Vedendo il suo sguardo confuso gli spiegai il piano che avevamo ideato, dopo di che scoppiammo a ridere.
Dopo numerosi baci e parole di scuse tornammo in casetta. Appena entrati tutti gli occhi erano su di noi, sulle nostre mani intrecciate. Fu Enula a rompere il silenzio " Finalmente avete chiarito, non ne potevamo più di vedere i vostri musi lunghi." E io e Gio ci guardammo e scoppiammo a ridere, imbarazzati, ma consapevoli che eravamo fatti l'uno per l'altra.

Angolo autrice:
Ecco il secondo capitolo.
Se volete commentate, un bacio.

Labbra s'incollano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora