La crisi di Sangiovanni

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Immobili. Questa era la parola che descriveva perfettamente la situazione in cui io e Sangio ci trovavamo dopo il discorso di Maria, per farmi comprendere la motivazione per cui il ricciolino di fianco a me fosse esploso improvvisamente e con ferocia.
Immobile era il mio cuore dopo avere compreso quanto dolore subito da un ragazzino un po' stravolgere ma dolcissimo.
Immobili erano i nostri respiri. Il suo per cercare di regolare i singhiozzi, il mio per il senso di colpa dettato dalla situazione sempre più stressante e soffocante in vista della finale.
Quel momento fu sbloccato dal ragazzo che si stese sul letto poggiando la testa sui cuscini e chiudendo gli occhi.
"Scusa" gli dissi con la voce rotta dal dolore.
"Scusa" ripetei stendendomi accanto a lui e lasciandogli baci sul viso.
"Scusa se non ho capito" gli dissi asciugandogli le lacrime che scendevano sulle sue guance.
Sangio apri gli occhi, mostrandomi il bellissimo contrasto tra il rosso fuoco e il blu mare che tanto amavo.
"Tranquilla, s-scusami se ho u-urlato" mi rispose cercando di regolare il tono e far cessare i singhiozzi.
Ci guardammo a lungo, scrutandoci forse per la prima volta e vedendo fino in fondo gli scheletri che da anni ci portavamo dietro ma che da tempo stavano sparendo grazie alla presenza l'uno dell'altro.
Verderlo in questo stato mi straziava l'anima. In quel momento decisi che lo avrei aiutato, che sarei diventata la sua persona, sempre pronta a sostenerlo nelle sue scelte. Quella posizione mi permetteva di osservarlo da ogni angolazione. Vedevo le smorfie che faceva con la bocca, la sua espressione rilassata e da bimbo che poche volte mostrava e i suoi ricci in disordine che mi solleticano il petto. Lo trovato perfetto non solo per la sua bellezza esteriore ma soprattutto per quella interiore, per il suo essere unico in tutto quello che faceva e soprattutto per la sua sensibilità. Sensibilità che per anni era stata presa come  punto di debolezza.
Dopo averlo coccolato per ore, decisi di alzarmi lentamente, lasciandogli un bacio sulla fronte.
Raggiunsi i ragazzi in cucina, dove venni sommersa di domande.
"Bambi tutto bene? Sta bene vero ?! Deve stare bene, mi distrugge vederlo così" mi chiese subito Deddy.
"Sono una stupida bambina, anziché capirlo gli sono andata contro, quale ragazza fa così ?! QUALE?!" Dissi.
"Giulia, calmati, non è colpa tua. Siamo tutti sotto stress era inevitabile la litigata" mi disse Aka.
"Non sei una bambina, anzi è proprio quel tuo lato che lo ha fatto innamorare di te. Non sei stupida" mi disse Tancredi.
Mentre rimuginavo su quanto accaduto, mi venne l'idea di fare una sorpresa a quel ragazzo che in poco era entrato nel mio cuore senza più uscirmi.
"Ragazzi, vorrei organizzare una sorpresa per Sangio. Per farmi perdonare e per passare un po' di tempo da soli. Ma sopratutto per fargli capire quando lo amo. Perché finalmente sono pronta a esprimerlo ad alta voce.Mi aiutate ?" Chiesi al gruppo che mi guardò ghignando tra di loro.
"Giulietta c'è un modo molto chiaro per dimostrarlo... sai comprende voi due nudi, un letto e tanto amore ahahhaha" mi disse Deddy.
"DEDDYYYYY" urlai imbarazzata e comprendomi la faccia.
"Uuuu vedo qualcuno imbarazzato qui ahahhah" mi prese in giro Aka. Fu Serena salvarmi dalla situazione "ragazzi piantatela, saranno cavoli loro" disse rivolta ai ragazzi dopo averli fulminati con lo sguardo uno alla volta. "Certo che ti aiutiamo Giù" continuò poi.
Dopo un'ora passata a proporre idea una peggiore dell'altra intervenne Alessandro dicendo"Perché non organizzi una cena romantica solo voi due in una delle sale in studio? Possiamo chiedere alla produzione se va bene". "Ale sei un genio davvero, altro che voi dementi" risposi abbracciando il primo e guardando male gli altri.
Dopo esserci accordati con la produzione, ci dividemmo: io con Serena e Aka andammo a scegliere cosa farmi indossare, o meglio Aka lo decise, mentre Deddy, Tancredi e Alessandro andarono a svegliare Sangio.
Sotto consiglio di Aka scelsi un vestito rosso, con lo scollo a cuore, che arrivata a metà coscia, come le mie immancabili Dottor Martes.
Fatti gli ultimi ritocchi mi avvisi in salotto bloccandomi davanti alla visione celestiale del mio ragazzo, vestito con un jeans nero è una camicia azzurra. Appena i nostri guardi si incontrarono fummo risucchiati nella nostra bolla. Non sentii i commenti e i fischi dei ragazzi, vedevo solo lui che si avvicinava e mi baciava.
Fummo richiamiati alla realtà dalla voce della produzione che mi avvisava che potevano andare e che tutto fosse pronto.
"Giù, mi dici perché mi hanno obbligato a vestirmi elegante, ma soprattutto perché tu hai questo vestito addosso che mette in mostra le tue forme?! Sono geloso. Sei bellissima" mi disse Sangio.
"È una sorpresa". Risposi.
Durante il vestito casetta-studio ci tenemmo per mano, scambiandoci qualche bacio velocemente. Una volta arrivati vicino alla sala 4 gli bendai gli occhi e lo guidai all'interno.
"Al mio tre puoi togliere la benda, ma prima di fare o dire qualsiasi cosa mi devi ascoltare. Bene... tre...due...uno puoi toglierla" gli dissi.
Appena mise a fuoco la stanza vidi il suo sguardo confuso.
"Gio, mi voglio scusare per quello che è successo in questi giorni ma soprattutto oggi. Ho sempre dato per scontato che tu fossi forte e che non avessi bisogno di nessuno. Sono stata una sciocca, tutti hanno bisogno di sostegno, soprattutto persone come noi che hanno affrontato le pene dell'inferno. Mi dispiace davvero tanto, spero che questo gesto posso farti capire che su di me puoi contare, voglio essere la tua confidente, la tua migliore amica, la spalla su cui piangere e sui cui fare affidamento, e tutte queste cose le voglio prima di essere la fu ragazza" non smisi un secondo di guardarlo negli occhi. Stringendogli le mani presi coraggio e gli dissi "Gio io ti amo". "Ti amo anche io Giulia" mi disse.
Dopo esserci scambiati un bacio ci accomodammo e cenammo, come due semplici ragazzi al primo appuntamento.
Abbiamo scherzato, ci siamo confidati e baciati.
In quel momento compresi di quando fossi fortunata al averlo nella mia vita.
Tornammo in casetta con stampato in faccia, tutti e due, un sorriso da ebete, scaturendo le risa da parte dei nostri compagni di viaggio.

Labbra s'incollano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora