Collegio -ricordi-

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Esausta e nervosa dalla mattinata passata in compagnia di Damian varcai, trascinando i piedi e con lo sguardo basso, la porta della stanza del dormitorio.
"Hei Giu tutto bene?" Mi chiese Martina mentre chiudevo la porta alle mie spalle appoggiandomi contro.
Mugugnai sconsolata avvicinandomi lentamente al letto e stendendomi sopra.
"Com'è andata la punizione?" Mi chiese Serena avvicinandosi al mio letto, lasciandomi una carezza sulla testa.
"Lo odio, non lo sopporto" sbottai irritata dal comportamento di Dàmian.
"Che ha fatto?" Mi chiese Rosa sedendosi sulla sedia girevole della scrivania.
"È così irritante, si crede un Dio sceso in terra quando non è altro che uno sbruffone convinto di avere il mondo ai suoi piedi" affermai alzandomi e iniziando a misurare la stanza con i passi.
"Mi fa saltare i nervi anche solo a vederlo. Mi ha dato della bambina, a me? Scherziamo. È lui quello infantile tra i due. Vuole far credere che è un duro quando in realtà è così bambino" conclusi il monologo, con voce irritata, fermandomi in mezzo alla stanza.
Le mie parole furono seguire da un lungo silenzio che mi portò a sollevare lo sguardo e puntarlo sulle mie amiche.
Avevano delle espressioni buffe con gli occhi sgranati e le bocche spalancate.
"Che succede? Perché fate quelle facce?" Domandai confusa sedendomi per terra, cercando di calmare la forte rabbia che provavo in quel momento.

Lui e le sue stupite frecciatine.

"Giu perché sei così irritata? Non è la prima volta che discutete. Sta volta sembri più provata del solito" affermò Serena con uno sguardo che faceva paura. Era come se prendesse consapevolezza di un qualcosa ancora sconosciuto ai molti.

"Non lo so, forse le sue parole sono fondate." Sussurrai analizzando per la prima volta il mio comportamento.
"Non dirlo neanche per scherzo, è lui quello sbagliato non tu" affermò Serena sedendosi al mio fianco e abbracciandomi.
"Ha ragione lei, non farti scoraggiare da uno dei quattro malefici, sono stupidì" continuò Martina.
"Forza è ora di prepararsi abbiamo una festa a cui partecipare, ma soprattutto Stabile abbiamo un Dàmian da stendere. Facciamogli vedere chi è la bambina" finí Rosa facendoci ridere.
Ringraziai il cielo di avere loro dalla mia parte che mi avrebbero sempre supportato e aiutato.

Ore dopo

"Guarda guarda la piccola Stabile con un drink in mano. Non dovresti berlo, sei troppo piccola" affermò una voce alle mie spalle, mentre mi trovato in un luogo appartato della sala.
Voce che per mia sfortuna conoscevo fin troppo bene.
Lentamente mi voltai trovandomi di fronte un petto fasciato da una camicia fucsia con i primi bottoni slacciati. Sollevai lo sguardo a poco a poco incrociandolo con i suoi.
Fui attraversata da un lungo brivido sulla schiena e numerose bollicine si manifestarono nel mio stomaco. Sensazioni scaturite dall'alcol pensai.

Ci trovavamo ad una tipica festa clandestina all'interno del collegio, organizzata lontano dagli occhi indagatori del preside e degli insegnati.

"Ma che simpatico Dàmian, davvero" risposi con tono acido cercando di allontanarmi da lui.
Il mio movimento fu bloccato da un suo braccio che mi circondò la vita spingendomi nuovamente sul suo petto.
Nonostante la resistenza iniziale ben presto rimasi immobile all'interno delle sue braccia trovandole confortanti e dal sapore di casa.
"Dàmian allontanati" sussurrai accompagnando la frase, tuttavia, a un maggiore contatto tra i nostri corpi, passando le mie braccia intorno a suo collo.
"La tua bocca dice una cosa, ma i tuoi occhi e il tuo corpo esprimono il contrario bambolina" sussurrò a sua volta stringendo maggiormente la presa sui miei fianchi e avvicinando la bocca alla mia.
Pochi centimetri ci separavano tanto da riuscire a sentire il suo fiato caldo sulle mie labbra, fiato che sapeva di Gin.
Per la prima volta, forse a causa dell'alcol in corpo e forse perché lo volessi seriamente, annullai la distanza che ci separava unendo le nostre bocche.
Rimanemmo immobili per lunghi attimi prima che il bacio da tenero e puro si trasformasse in passionale e travolgente.
Lingue che si sfidavano e rincorrevano, mani che esploravano i corpi afferrando e stringendo sempre più per eliminare definitivamente la distanza che ci separava.
A quel bacio ne seguirono altri, alcuni dolci altri da togliere il fiato.

Per la prima volta non eravamo Stabile e Dàmian, ma solo Giulia e Giovanni, amanti ma non nemici.

Quando ci allontanammo, dopo quelli che sembravano pochi minuti o forse ore, avevamo entrambi la stessa espressione beata ma sconvolta da quanto accaduto.
Fummo inconsapevoli che quel "maledetto bacio" avrebbe portato con se una serie di incontri clandestini che avrebbero smussato a poco a poco il nostro rapporto.

"Malgrado non ci sopportiamo, non riesco a starti distante" mi sussurrò all'orecchio con voce roca, lasciandomi un tenero bacio sul lobo.
Pensai che quelle parole fossero dettate da quanto avesse bevuto ritenendo impossibile che fossero vere.
Per la prima volta non pensai a quello che sarebbe successo in futuro. Vissi quegli attimi spensierata libera da tutte le convinzioni dettate dalle nostre posizioni.

"Potrei dire lo stesso" affermai stringendolo a me più forte conoscendo la precarietà di quello che stavamo vivendo.
Ci guardammo a lungo godendoci quegli attimi che sembravano eterni.

Noi due e le nostre emozioni contrastanti.

Fui strappata da quel ricordo quando sentii la mano di Sangio tirarmi leggermente i capelli per richiamare la mia attenzione.
Lo guardai confusa per poi comprendere cosa stava accedendo intorno.
"Giu potresti guardare tu il risultato" mi sussurrò Rosa timorosa dell'esito.

Dopo la chiamata, io e Gio ci avviamo clandestinamente fuori dal collegio per recuperare un test di gravidanza.
Test che ora era appoggiato sul tavolo della cucina, temuto da tutti.
Mi alzai lentamente, timorosa di un eventuale risultato positivo.
Tremante e con gli occhi chiusi presi il test in mano, pregando che fosse negativo.
Emisi un piccolo sospiro prima di aprire gli occhi.

Negativo. Il test era negativo.

Un grande sollievo mi attraversò consapevole che nè Rosa nè Dennis erano pronti per diventare genitori.

Mi girai lentamente, guardandoli.
"È negativo" affermai sospirando.
Il silenzio carico di tensione che ci avvolgeva su rotto da urla di gioia per la notizia.

"Che vi serva di lezione" affermò Tancredi alzandosi e andandoli ad abbracciare.
Eravamo tutti sollevati, troppo piccoli per poter affrontare una situazione del genere.

"Andiamo in camera?" Mi chiese Gio avvicinandosi lasciandomi una carezza sul viso.
Annuii in silenzio prendendo per mano e avviandoci. Una volta entrati ci stendemmo sul letto abbracciandoci teneramente.
"Gio" lo richiamai alla realtà interrompendo i grattini sui suoi capelli facendogli alzare la testa dal mio petto.
"Ti amo" gli sussurrai imbarazzandomi.
"Ti amo anche io Giu" affermò lui baciandomi dolcemente.

Quella sera ci addormentammo velocemente, circondati dall'amore e dalla serenità che provavano in compagnia l'uno dell'altro.

Amore scoppiato tra due eterni nemici che con il tempo hanno imparato ad amarsi.

Angolo autrice:
Mi scuso per la lunga assenza, ecco a voi un nuovo capitolo.
Spero vi possa piacere.
Questo sarà l'ultimo capitolo della storia 'collegio' perché non avrei più idee per continuare questa tipologia di racconto.
Ci sentiamo presto con un capitolo tutto nuovo.
Se avete idee fatemelo sapere.
Baci

Labbra s'incollano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora