Mi sembrava di essermi appena addormentata, quando iniziai a sentire delle morbide carezze tra i capelli e dei teneri baci sul viso.
Mugugnai, non avevo voglia di svegliarmi.
Nonostante mi piacesse quel trattamento mi voltai d'altra parte.
"Giu ci dobbiamo alzare" disse la sua voce, ancora assonnata e roca. Mi voltai verso di lui, beandomi ancora un po' di quel tenero risveglio.
"Buongiorno" mi disse Gio appena apri gli occhi.
"Buongiorno" gli risposi per poi baciarlo.
Appena mi staccai lo osservai, nonostante l'aria stanca aveva un caldo sorriso sulle labbra.
"Non ho voglia di alzarmi, possiamo rimanere qui tutto il giorno?" Chiesi facendo gli occhi dolci per convincerlo.
Non avevo le forze per affrontare un nuovo giorno carico di impegni.
"Per quanto mi alletta come idea non possiamo" mi disse anche se i suoi gesti affermavano il contrario. Infatti si appoggiò con il volto al mio petto, chiudendo gli occhi.
Iniziai a fargli i grattini nei capelli, sapendo che fosse il suo punto debole.
"Giu non mi tentare" mi disse prima di fare un sbadiglio e accoccolarsi meglio al mio petto. Aveva un'espressione serena, di un bimbo felice e sereno.
"Ci ho provato" gli risposi, scoppiando a ridere, coinvolgendolo.
Guardai l'orologio sul comodino, era davvero ora di alzarsi.
"Gio dobbiamo alzarci davvero" gli dissi prendendogli il volto e baciandolo sulla bocca.
Nonostante la stanchezza e il desiderio di rimanere a letto ci alzammo e iniziammo a prepararci.
Mi era mancata questa quotidianità, lo svegliarsi, il prepararsi insieme. Mi era mancato lui.
Una volta pronti scendemmo nella hall dove trovammo Neuve ad attenderci.
"Finalmente" affermò una volta che varcammo la porta.
"Pensavo di dover mandare l'esercito a prendervi. Dalla vostra faccia direi che non avete dormito molto, chissà cosa avete combinato" continuò scoppiando a ridere.
Sentii il volto colorarsi di rosso. Gio capendo il mio imbarazzo mi abbracciò permettendomi di nascondere il volto nel suo petto.
"Simpatico davvero, sei solo invidioso" rispose il mio ragazzo.
"Giu non prestare attenzione a lui. Non sa quanto è difficile per noi stare lontani. È normale che quando ci vediamo vogliamo farci le coccole e soprattutto l'amore" mi sussurrò all'orecchio, lasciandomi un bacio sulla testa.
"Forza piccioncini andiamo a fare colazione, che poi dobbiamo partire" affermò Neuve.
Dopo aver fatto colazione ci avviammo verso la stazione.
"Bene ragazzi, questa è la carrozza, ci vediamo quando arriviamo alla stazione di Milano Centrale. Buon viaggio" affermò il manager prima di lasciarci soli.
Guardai Gio, perso nei suoi pensieri.
"Gio tutto bene ?" Gli chiesi.
Non mi rispose, mi prese il volto e mi baciò.
Mi chiese l'accesso alla mia bocca e subito le nostre lingue si incontrarono. Ci staccammo dopo minuti per riprendere fiato.
"Ora va meglio" mi disse prima di andarsi a sedere trascinandomi con lui.
Appoggiai la testa alla sua spalla trattenendo uno sbadiglio.
"Sei stanca?" Mi chiese, iniziando a giocare con una ciocca dei miei capelli.
"Un po'" gli risposi accoccolandomi maggiormente a lui.
"Dormi pure" mi disse facendomi una carezza sul viso.
"Non voglio lasciarti solo" affermai chiudendo gli occhi.
"Penso che dormirò pure io, sta notte mi hai sfinito" ghignò.
"Eri tu quello instancabile" frecciai di rimando. Per una volta volevo controbattere le sue frecciatine, cercando di mascherare l'imbarazzo.
"Hai ragione. Ora dormi bimba" mi diede un bacio per poi chiudere gli occhi.
Poco dopo lo segui nel mondo dei sogni.
Mi svegliai a metà viaggio, trovandomi sola.
Di Sangiovanni nessuna traccia.
"Gio?" Chiesi al vuoto. Nessuna risposta.
Prima che avessi il tempo di prendere il telefono e chiamarlo lo vidi entrare con un vassoio tra le mani.
"Hei, ho preso il pranzo" mi disse appoggiando il vassoio sul tavolo e sedendosi accanto a me.
"Ho fame effettivamente" risposi sentendo lo stomaco brontolare.
"Ho trovato dei panini" mi disse passandone uno.
Mentre mangiavamo lo osservai a lungo. Era bello, indubbiamente. I ricci scompigliati e in disordine, gli occhi di ghiaccio profondi come solo il mare può esserlo, il sorriso storto che racchiudeva una dolcezza e tenerezza unica e quei tre nei con cui giocavo quando lo accarezzavo.
Ma oltre alla bellezza esteriore aveva un mondo dentro ancora più splendente. Un mondo colorato, un mondo diverso e fuori dagli schemi. Un mondo unico, il suo. Un mondo che veniva espresso con le sue canzoni, per testimoniare che la diversità non è sbagliata.
"A che pensi?" Mi chiese, sventolandomi una mano davanti al volto e riportandomi alla realtà.
"Sei bello" gli risposi guardandolo negli occhi. Occhi luminosi che sapevano di casa.
"Tu sei bellissima" mi disse lasciandomi un bacio sulle guance.
Da quando stavo con lui avevo preso molta confidenza e sicurezza di me stessa, ma nonostante me lo ripetesse molte volte al giorno mi imbarazzava ogni volta.
"Non ti nascondere, sei adorabile con le guance rosse e l'espressione imbarazzata" mi rispose come se mi avesse letto nel pensiero.
Lo baciai, nonostante fosse il mio primo ragazzo, la mia prima storia ero consapevole che l'amore che ci univa era speciale, unico. E fui consapevole che le emozioni e sensazioni che lui mi scatenava non le avrei provate con nessun altro.
A interromperci fu Neuve che spalancò la porta della carrozza.
"Ma è mai possibile che vi trovò sempre appiccicati?" Ci chiese per poi scoppiare a ridere.
"Sei un guasta feste" rispose Sangio.
"Forza ragazzi, siamo arrivati" ci disse.
Poco dopo arrivammo a Milano Centrale. Fuori dai finestrini scorsi una folla di fan che ci attendevano.
"Gio guarda" lo richiamai indicandogli la scena esterna.
"Ma com'è possibile?" Mi chiese. Era emozionato ed esterefatto. Ancora non si capacitava dell'enorme successo che stava riscuotendo.
"È tutto merito tuo, della tua arte" gli risposi per poi lasciargli un bacio sulla guancia e trascinarlo fuori.
Appena usciti la folla urlò il nostro nome, contenti di vederci.
Sangio si guardava intorno spaesato, non riuscendo a spiaccicare parola. Scoppiai a ridere di fronte alla sua espressione.
"Gio dovresti dire qualcosa" gli dissi.
"S-si forse dovrei" mi disse incerto.
"Ciao a tutti" affermò scatenando altre urla.
Fummo trascinati dalle guardie verso l'uscita per poi salire sul van.
Per tutto il tempo Gio non spiacciò parola, tenendomi sempre la mano.
"Sei stato bravo, pensavo ti fossi bloccato" lo presi in giro.
Non mi rispose, si avvicinò e mi trascinò in un bacio dolce.
"Grazie Giu per non avermi fatto fare una figuraccia" mi disse riprendendomi a baciarmi.
"Sarebbe stato divertente" gli risposi ridendo.
"Ma che simpatica, ora vedi" neanche il tempo di realizzare che subito iniziò a farmi il solletico.
"Basta ti prego" urlai ridendo.
"La smetto se dici:" scusa Gio, non volevo prenderti in giro, ti amo tanto non succederà più" mi disse continuando la tortura.
"S-scusa G-gio, non vol-levo prenderti in g-giro, ti amo tanto" gli dissi tra le risa "e succederà ancora" continui cambiando l'ultima parte della frase.
"Sei una bambina monella" mi rispose per poi riprendermi a baciarmi.
"Mi ami anche per questo" gli dissi facendogli la linguaccia.
"Soprattutto per questo" mi disse.
Quelle parole mi emozionarono, ancora di più di tutte le volte che mi diceva "ti amo" perché esprimevano il suo accertarmi in tutto e per tutto, soprattutto il mio lato bambina. Lato per cui fui presa in giro per molto tempo.
"Grazie" gli dissi con voce commossa.
"Non devi ringraziarmi Giu, amo tutto di te. Anche quelli che tu consideri difetti. Soprattutto quelli." Mi disse stringendomi forte a lui.
"Sei speciale Gio, sono onorata di far parte della tua vita" gli dissi con voce commossa, sentendo le lacrime pungere nei miei occhi.
"Grazie a te per avermi permesso di entrare nella tua, di poter mostrare ogni mio lato senza paura. 'Mi fai tornare bimbo, come quando mamma mi dava il bacino prima di andare a letto'" terminò cantando una parte della canzone che mi dedicò.
Scoppiai a ridere ripensando al famoso 'criterio' che aveva messo come vincolo all'inizio della nostra relazione.
"Perché ridi?" Mi chiese.
"Forza Mr. Criterio, andiamo. Abbiamo molti impegni" dissi.
Sentendo quel nome scoppiò a ridere anche lui.
'Quante cose erano cambiate da quel momento' pensai, mentre scendevamo mano nella mano dal van e ci avviammo verso il nostro futuro. Insieme.Angolo autrice:
Ecco un nuovo capitolo.
Spero vi piaccia.
Baci.
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Labbra s'incollano
RomanceGiulia Stabile e Sangiovanni. One-shot sulla coppia di amici che sta facendo innamorare tutta Italia.