Collegio -l'amore-

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"Giu" mi richiamò Sangio bloccandosi in mezzo al corridoio.
Lo guardai silenziosamente aspettando che continuasse la frase. Vidi le sue mani iniziare a muoversi nervosamente e, ricordandomi di quei tic che nascevano in momenti di forte ansia e stress, le presi tra le mie facendo incrociare le nostre dita.
Sospirò sollevato da quel contatto, diminuendo il movimento frenetico.
"Mi chiedevo se ti andasse di venire con me da un parte" mi disse imbarazzato, mentre le sue guance si coloravano leggermente di rosso.
Se tempo fa mi avessero detto che il bello e tenebroso Giovanni Dàmian mi chiedeva di passare del tempo insieme sarei scoppiata a ridere, ritenendo non solo la situazione assurda ma anche che mi volesse fare uno scherzo. Ma le cose sono cambiate, ora non solo sono consapevole dei miei sentimenti per lui, nati dalla sottile linea che divide odio e amore, ma anche dei suoi.
Sentimenti che per lungo tempo abbiamo taciuto ma che solo grazie a una punizione abbiamo scoperchiato.
"Dove andiamo?" Chiesi sorridendogli dolcemente per poi rinsaldare la presa sulle sue mani.
"Come sei curiosa, è una sorpresa" affermò facendo quel sorrisino storto che fino a poco tempo fa non sopportavo.
Ci avviammo verso l'uscita posteriore della scuola, passeggiammo fino a immetterci in un sentiero coperto da una siepe.
"Ma sei sicuro di dove stiamo andando?" Chiesi incerta osservando il luogo in cui ci trovavamo.
"Stai tranquilla non voglio ucciderti per poi occultare il tuo cadavere" disse serio facendomi temere il peggio. Sconvolto dalla mia espressione scoppiò a ridere.
"Quanto sei buffa" disse lasciandomi un bacio sulla fronte. "Siamo arrivati bimba" terminò.
Solo in quel momento mi accorsi della bellissima visione davanti a noi. Ci trovavamo in un prato pieno di fiori colorati, illuminati da un sole caldo che timido spuntava, con un piccolo ruscello e una cascata. Sembrava avessimo percorso kilometri dal nostro collegio, quando in realtà ci trovavamo
a poca distanza.
"Ti piace?" Mi chiese il ricciolino scrutandomi silenziosamente.
"È bellissimo"affermai ancora sconvolta da quel luogo, era magico nella sua semplicità.
"Sei proprio una bimba" affermò abbracciandomi da dietro lasciandomi un tenero bacio sulla testa.
"Grazie per avermelo dimostrato" dissi girandomi nelle sue braccia.
Ci osservammo a lungo, leggendoci le anime a vicenda.
Lentamente passai le braccia intorno al suo collo iniziando a giocare con i suoi ricci, al tempo stesso rinsaldò la presa sui miei fianchi spingendomi verso di lui per far entrare più in contatto i nostri corpi.
"Giu, voglio fare una cosa ma devo sapere se lo vuoi pure tu" sussurrò a pochi centimetri di distanza dal mio volto.
"Prova a farlo poi vediamo se lo voglio pure io"affermai alzandomi sulle punte e avvicinandomi ulteriormente.
Quel mio gesto sembrò fargli prendere coraggio e in poco tempo calò le sue labbra sulle mie.
-Finalmente- sospirai.
Ci baciammo dolcemente, con dei semplici baci a stampo. Sembrava aspettasse una mia reazione per approfondire il contatto. Decisi di prendere l'iniziativa stringendomi ulteriormente a lui e picchiettando la mia lingua sulle sue labbra.
Ben presto il bacio da dolce divenne passionale, entrami sentivamo la necessità di approfondire ulteriormente quel contatto. Brividi e bollicine si manifestarono in tutto il corpo, reazione che riscontrai anche in Gio.
L'attenzione e l'elettricità esplosero dentro quello scambio di battute a suon di lingue che si incontravano.
Ci staccammo dopo lunghi attimi per riprendere fiato. Lo osservai, era bellissimo con i capelli spettinati illuminati dal sole, le labbra gonfie per i miei baci, gli occhi lucidi e il respiro corto.
Ci fissammo a lungo prima di riprendere a baciarci. Ora non solo le nostre lingue si rincorrevano, si sfidavano e si cercavano, ma anche le nostre mani esploravano il corpo dell'altro. Feci scivolare le mie dai suoi capelli al suo petto infilandole sotto la camicia, mentre le sue scendevano sul mio sedere stringendolo dolcemente e schiacciandomi ulteriormente contro il suo petto. Da quell'ulteriore contatto ci lasciammo sfuggire un lungo sospiro, fu in quel momento che percepì la sua eccitazione premere contro la mia pancia, comprendendo che non ero l'unica a cui quella situazione stava piacendo.
Mi chiesi se fossimo pronti per andare oltre, se io ero pronta a farmi travolgere definitivamente da quel turbinio di emozioni e sensazioni.
Dalla sua espressione capì che anche lui si trovava in difficoltà, l'eccitazione e il desiderio gli offuscavano lo sguardo nella stessa maniera in cui mi travolsero.
Riprendemmo a baciarci con più intensità ed emozione, in poco tempo mi ritrovai seduta a cavalcioni su di lui.
Da quella posizione potevo sentire a pieno la sua eccitazione, che sprigionava un calore sempre più forte.
Mi staccai piano dalle sue labbra scendendo a baciargli il collo, soffermandomi su un punto preciso.
Lo sentii sospirare sempre più velocemente quando le mie mani iniziarono a scendere verso il basso fermandosi sul bordo sei pantaloni.
"Giu sei sicura?" Mi chiese con voce tremante ribaltando le posizioni e iniziando a baciarmi il collo mentre le sue mani slacciavano i primi bottoni della camicia.
Non gli risposi cingendogli i fianchi con le gambe facendo scontrare i nostri bacini.
Sospirammo a lungo, sempre più desiderosi di approfondire il contatto.
"S-si" sussurrai mentre mi depositava una serie di baci, sempre più umidi e lunghi sul petto.
Ci spogliammo lentamente, scoprendoci poco alla volta, senza fretta.
Ben presto i vestiti finirono a terra, per la prima volta eravamo uno di fronte all'altro, nudi e senza maschere.
Non ci fu bisogno di parole, erano gli occhi a parlare per noi.
Lentamente entrò dentro di me, riempiendomi con la sua presenza. Per la prima volta mi sentivo completa.
Sotto il suo sguardo e le sue carezze di sentivo bella, accettata e amata.
Nel suo sguardo vidi lussuria, desiderio ma anche amore e tenerezza.
Fin da subito la passione fece da sovrana, le spinte sempre più profonde e intese, come a rappresentare il nostro rapporto di continui battibecchi e sfrecciatine, ma al tempo stesso fu dolce come se volesse esprimere il nostro lato tenere che emergeva solo quando eravamo l'uno in compagnia dell'altro.
"Gio, ah vai più veloc-" non finì la frase a causa di un lungo gemito che mi percosse.
"Giu ci sono quasi" affermò aumentando le spinte e sollevandomi il bacino.
Da quella posizione potevo sentire fino in fondo la sua presenza.
Iniziò a colpire un punto preciso dentro di me che in poco tempo mi portò all'apice del piacere, permettendo al ricciolino di venire dopo poche spinte.
Fu in quel momento, quando Giovanni mi crollò sul petto, rimandando ancora uniti che compresi la differenza tra fare l'amore e fare del semplice sesso, l'unica cosa c'è cambiava era la persona. Sapevo che lui fosse la mia persona, il mio amore, quello che destino aveva legato al mio mignolo sinistro nel momento in cui nacqui.
Ci addormentammo in poco tempo, con i cuori leggeri che battevano allo stesso ritmo.
Fu in quell'istante che compresi che forse mi stavo innamorando di lui.

Angolo autrice:
Penso che questo sarà l'ultimo capitolo della mini serie del 'collegio'.
Questa decisione non è ancora quella finale perché ho qualche dirà ancora per questa storia.
Per ora vi lascio questo, fatemi sapere cosa ne pensate. Baci.

Labbra s'incollano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora