Non riusciva a concentrarsi sulla revisione dell'ennesimo articolo della giornata. Solo lei e altre poche persone erano rimaste in redazione... E tutto ciò a cui Hanna pensava era Lewis: il tocco delle sue dita impresso sulla pelle, il profumo fresco intrappolato nelle narici, la voce carica di preoccupazione a rimbombare nelle orecchie e il suo calore a farle battere il cuore in un modo nuovo, vivo come non si ricordava potesse essere.
Le faceva paura soprattutto il fatto che in Lewis avrebbe potuto trovare un'amicizia, proprio come l'aveva trovata in Norah tempo addietro. Ciononostante, una volta che la crisi si era affievolita, non si era staccata da lui. Avrebbe voluto, ma davvero tanto, farlo. Era stato il proprio corpo a non volerne sapere; perciò era rimasta all'interno di in una bolla per lei nuova, con Lewis.
Quest'ultimo poi aveva chiamato al cellulare Mike e, un minuto dopo, Norah l'aveva attirata fra le sue di braccia. La sensazione era stata estremamente familiare e confortante: era pur sempre il suo posto sicuro e ne era grata. Se non fosse che, per la prima volta, aveva sentito la mancanza di qualcosa.
Come se, dopo aver assaggiato un pizzico del mondo di Lewis, ne fosse entrata subito in dipendenza ed ora ogni particella del suo corpo ne sentisse la necessità.Alzò repentinamente lo sguardo quando sentì bussare alla porta. «Avanti.»
«Salve», la salutò il fotografo, entrando in ufficio. Portava appesa alla spalla destra una custodia da portatile e nella rispettiva mano il cellulare, mentre con l'altra reggeva due bicchieri di Starbucks e dal collo pendeva la solita macchina fotografica.
Alla riccia si scaldò il petto alla vista dell'uomo spettinato e sorridente. Era agitata, ma non come era stato in precedenza. Adesso l'ansia era accompagnata da una sensazione piacevole al petto, non il solito macigno.
Aveva riflettuto a lungo su come si sarebbe comportata con lui alla luce degli ultimi eventi. Tuttavia, ogni minimo dubbio svanì nell'esatto istante in cui unì il proprio sguardo a quello di Lewis.«Hanna. Chiamami Hanna», propose di getto. Sì, era cambiato qualcosa in lei. Decisamente.
Lewis ne fu sorpreso. Tant'è che restò qualche attimo di troppo immobile di fronte all'uscio, nel tentativo di capire se fosse seria o se lo stesse prendendo in giro.
«Oh, okay. Beh... ciao Hanna», rispose titubante e, infine, sollevato. Chiuse la porta alle proprie spalle e si avvicinò alla scrivania, dove la caporedattrice era intenta a fare qualcosa di evidentemente poco interessante al pc.
Posò le due bevande sul piano. «Ho pensato che del caffè ci avrebbe fatto comodo per affrontare il lavoro», esplicò, sistemando nel frattempo tutto il resto del materiale.«L'iced coffee è per me?» lo stuzzicò.
Lewis aveva notato cosa Hanna aveva bevuto quella fatidica mattina, quando tutto era iniziato. Poteva essergli mai sfuggito qualcosa quel giorno?
L'uomo non poté evitare di sfoggiare un sorriso colpevole e lei non poté frenare l'accaldarsi delle guance.Lewis si accomodò sulla poltroncina di fronte ad Hanna e ridacchiò. «Beccato», ammise con quel sorriso tanto particolare, che lui non realizzava quanto alla ragazza piacesse.
«Lewis, non ho avuto modo di ringraziarti ieri sera», tentò di dire qualcosa, imbarazzata.
«Hanna- oddio, fa così strano chiamarti per nome», rilasciò un respiro liberatorio. Era ancora evidentemente stupito. «Non devi farlo. Anzi, se ho portato a galla dei ricordi dolorosi, mi dispiace. Io non so cosa ti abbia ferito in questo modo e non te lo chiederò; posso solo dirti che, d'ora in poi, coglierò meglio i messaggi fra le righe. Quindi, ricominciamo da capo?»
Le stava dimostrando ancora una volta che poteva fidarsi. Hanna sorrise e annuì. «Certo, riprendiamo dalle foto di ieri, che dici?»
«Sì, adesso preparo tutto. Magari, se già hai buttato giù qualche bozza, posso leggerla così da capire meglio l'idea che vuoi trasmettere», propose, per poi rendersi subito conto della cavolata che aveva appena detto. Quando avrebbe potuto, Hanna, scrivere qualcosa su Piccadilly Circus? La notte, dopo una crisi, o durante un'intensa giornata lavorativa?
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That's How The Light Gets In
ChickLit[35 capitoli - in corso...] Hanna Landi si è trasferita a Londra per studiare Journalism a soli diciannove anni. No, la realtà non è propriamente questa. Però è questo ciò che tutti pensano e l'unica persona che sa la verità è Norah, sua coinquili...