Capitolo 23 - Seconda Parte

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Avevano terminato il lavoro un'ora più tardi del previsto per vari motivi e uno di questi riguardava Christine: non faceva altro che scorrazzare di qua e di là senza sosta, con Norah a suo seguito. La donna  aveva tentato di starle dietro il più possibile, cosi da indirizzarla lungo il percorso che Hanna aveva pianificato.
Lewis, dal conto suo, la richiamava tra uno scatto e l'altro con tono severo: solo un suo ammonimento riusciva a tenere a bada la piccola, anche se per pochi minuti.
Inoltre, come se non bastasse, avevano scoperto il  talento nascosto della creatura: la capacità di parlare ad una velocità tale da fare invidia ad Eminem, permettendole di porre così tante domande, una dopo l'altra, da far scoppiare il cervello ad Hanna. Tant'è che era stata quest'ultima a rispondere a gran parte dei quesiti della bambina, eppure l'impresa si era mostrata troppo ardua anche per lei.

Da principio il gruppo aveva seguito il sentiero alberato che partiva dall'ingresso accanto alla Guards Memorial, un monumento ai caduti, per poi proseguire alle spalle di esso, verso sud.
Quando erano giunti nei pressi di Duck Island Cottage, a neanche due minuti dall'inizio dell'avventura, avevano perso il controllo su boccoli d'oro: Christine, con la vista di un falco, aveva intravisto da lontano la casetta recintata e - senza la minima premura di dove stesse mettendo i piedi, rischiando di inciampare almeno un paio di volte nelle sue stesse esili gambe - si era staccata dalla mano di Norah per raggiungere la bassa ringhiera nera ed aggrapparvisi con forza. I suoi tre supervisori l'aveva raggiunta in pochi secondi, col petto ansante.
Se non fosse stato per l'espressione che la figlia aveva assunto, Lewis le avrebbe fatto il primo grande rimprovero della giornata: per un attimo, nella corsa, i suoi occhi non erano più riusciti a coglierla in mezzo ai visitatori, minuscola com'era. Nella propria testa era scattata subito l'immagine della polizia e della notizia al telegiornale "Padre imprudente perde la figlia di cinque anni in uno dei parchi più grandi di Londra". E, come se non bastasse, aveva sentito nelle orecchie il tono allarmato di Margareth incolparlo dell'accaduto.
Il cuore era ricaduto dal collo al petto non appena aveva intravisto la familiare gonnellina rosa-shocking su un lato della strada, sebbene l'agitazione si era perpetuata per qualche altro minuto.
L'uomo si ricordava di quanto fosse difficile essere padre in queste occasioni.
Perciò l'aveva raggiunta, si era appollaiato sulle ginocchia e l'aveva stretta fra le braccia. Lei aveva continuato a saltellare sul posto, ignara del fatto che il cuore dell'uomo stesse per scoppiare da un momento all'altro, e aveva detto: «Entriamo papà! Ho trovato una casa delle favole e ha pure le anatre, le sento!»
Lewis aveva sospirato, ma la rabbia si era disciolta del tutto incrociando gli occhioni luminosi di Chris.

Norah ed Hanna erano rimaste in disparte, osservando la scena in religioso silenzio. Per quanto si fossero preoccupate a loro volta, non avevano diritto di intromettersi in un momento del genere.

Successivamente il fotografo si era alzato e aveva portato in maniera automatica le mani al torace, sentendo sopraggiungere un altro tuffo al cuore: la macchina fotografica era sparita. Quindi si era voltato con sgomento, pronto a doversi scusare per l'imprevisto, ma Hanna aveva capito prima ancora che aprisse bocca: l'aveva raggiunto con le mani tese, l'oggetto su di esse.

«Me l'hai mollata in mano quando hai preso la rincorsa», gli aveva spiegato.

Lui aveva afferrato la macchina e aveva sorriso, ringraziandola.

Il luogo in cui si erano fermati, in realtà, sarebbe stata la prima meta della giornata: come diceva il cartello al lato del cancelletto nero, si trovavano in uno "Chalet svizzero per un custode di anatre britannico". La casa campagnola, dai tetti triangolari in tegole rosse e le pareti in cemento bianco, era costituita da due strutture collegate da un ponticello, che manteneva lo stile dei tetti di queste e sovrastava uno stretto passaggio del lago. Il St James's Park Lake, infatti, possedeva due isole: la West Island e, appunto, la Duck Island, dove il gruppo aveva fatto tappa.

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