Sollevò le palpebre. Il passato sbiadì in ricordi ridotti a nebbioline di fumo. Gli occhi ambrati si mostrarono alle iridi azzurre.«Quella donna era Chelsey, la mia madre biologica», spiegò con la voce graffiante, ruvida per il pianto. Era la seconda volta che raccontava quella storia a qualcuno da quando era successo. Fece male allo stesso modo. Proprio come se si fosse teletrasportata nel tempo, come se fosse andata e tornata. Ogni volta era come morire e rinascere. Morire e rinascere.
Lewis la fissava con occhi sbarrati, increduli. Le guance bagnate di acqua salata, ricolma del dolore e della compassione che si era trascinata dai suoi occhi. La guardava e si chiedeva come fosse ancora in piedi, lì davanti a lui, rannicchiata con le ginocchia al petto tremante in ogni centimetro di pelle. Quei brividi che lui si era sentito addosso ad ogni parola che lei aveva pronunciato. E che ancora non ne volevano sapere di svanire. Era rimasto senza parole, svuotato di tutto come lo era stato alla morte di suo fratello.
«Quella sera ho scoperto che tutta la mia vita era stata una menzogna. Un sogno non destinato a durare. Quando mia zia Clara ci raggiunse, mia...» sospirò, «mamma era riuscita ad avvinghiarsi a Chelsey. La teneva stretta, impedendole di muoversi. Molte cose sono poco chiare di quel momento: eravamo tutti sopresi, ghiacciati e confusi dal terrore. Ricordo che mamma faceva il nome di papà, la sua voce era straziante; ricordo che mi piegai sulle ginocchia, accanto a lui, e lo implorai di rispondermi. Lo chiamavo con tutte le mie forze. Ma non rispose mai. La zia mi trascinò via insieme a Valerio, mentre chiamava l'ambulanza e la polizia. Il mio vestito aveva assorbito il sangue. Il suo sangue. Il sangue di mio padre si stava appicciccando sulla mia pelle, umido, caldo. Vomitai.»
Hanna tirò su col naso. La bile risalì in gola.
Lewis si sentiva disturbato, gli faceva male il cuore. Osservava la donna che amava battere i denti, provare a prendere fiato, e si sentiva impotente.
«Hanna...» provò ad avvicinarsi, piegandosi dalla sua posizione seduta di fronte a lei, ma la riccia si tirò indietro.
«Aspetta», disse. Il labbro tremante. «Non ho finito... devi sapere. Devi capire perché sono stata così stupida con te.»
«Capisco che tu ti porti dentro un trauma e che non ti senti ancora in grado di intraprendere una relazione. Lo capisco, ma io sono qui e ti aspetterò, ti aiuterò...»
«Lewis, ascoltami! Non è questo... non è così semplice.»
L'uomo si zittì. Era frastornato, gli mancava l'equilibrio. Sentiva il corpo dondolare sulle onde d'un mare in tempesta. Quando Hanna gli aveva raccontato di Ben, quella notte in hotel, le aveva chiesto della sua vita in Italia e lei aveva risposto che la sua famiglia era lì. Lo aveva detto con così tanto amore e convinzione che aveva dato per scontato che avesse dei genitori ad aspettarla. Non era andato oltre per paura di peggiorare la situazione. Lei stessa aveva insistito nel voler cambiare argomento.
Annuì e resistette al bisogno di abbracciarla.
«Per colpa mia papà era morto. Per colpa delle mie origini, per via della mia nascita lui era morto. Mi attribuisco la colpa ancora, perché se non fossi nata o, perlomeno, non avessi dimenticato il cancelletto aperto, adesso lui sarebbe ancora vivo. Adesso io avrei ancora una mamma che mi ama. E così non è. Quella sera ho perso tutto: mamma è caduta in despressione e al funerale non mi ha neanche guardata in faccia. Ho scoperto tutto quando hanno arrestato Chelsey. Zia Clara mi ha presa sotto la sua ala per oltre un anno, un periodo di caos totale. Tra il tribunale, la scoperta del mio passato, Ben che era comparso dal nulla... era troppo. Lorenzo era sparito, le mie amiche avevano lentamente preso le distanze, a scuola la gente mi stava lontana... Sono riuscita a diplomarmi grazie all'aiuto di mia zia e mio cugino. Ho lavorato nel loro negozio alimentare per un po' e, una volta accumulati abbastanza soldi, ho deciso di venire qui. Scoprire il luogo da cui provengo... lì, ormai, non avevo più nulla.»
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That's How The Light Gets In
ChickLit[35 capitoli - in corso...] Hanna Landi si è trasferita a Londra per studiare Journalism a soli diciannove anni. No, la realtà non è propriamente questa. Però è questo ciò che tutti pensano e l'unica persona che sa la verità è Norah, sua coinquili...