Capitolo 32

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Il torace si gonfiava e svuotava d'aria con armoniosa fatica. Una delle fatiche più gradevoli e appaganti che potessero esistere al mondo. I segni d'inchiostro impressi sull'epidermide ne seguivano il movimento folle, finché il fiato non iniziò a scemare quella corsa frenetica e il leggero velo di sudore evaporò in sincronia col crescere della quiete.
Il respiro divenne gradualmente regolare, le scintille si estinsero per lasciare il posto a dolci onde di serenità e l'intero ambiente circostante tornò a farsi concreto, palpabile e percepibile dai quei sensi che, fino a poco prima, erano stati convogliati verso stimoli differenti.
Un respiro gemello seguì il medesimo percorso, chiaro e nitido nelle orecchie di Mike. Una mano leggiadra si posò sul petto nudo, accarezzandolo lì dove il battito ancora premeva contro la carne: il palmo femminile lo percepì nel tatto e, come per magia, il ritmo cardiaco della giovane venne influenzato da esso. Fu come sentire il suo cuore nel proprio.

Il tatuatore si rotolò su di un lato, stringendo al petto la donna che stava amando come nessuna fino ad allora: la passione tra lui e Norah non era sbiadita, continuava a crescere a dismisura. Sembrava esser diventata una droga, una dipendenza da cui difficilmente si sarebbe distaccato o a cui si sarebbe abituato.
Ascoltò il rumore della pioggia ticchettante sul vetro della finestra, la quale faceva da sfondo alla bionda, ora rannicchiata contro di lui. Il silenzio in quella stanza non era stato mai tanto gradito e gioioso.
Le tenebre non si erano ancora dileguate, testimoni dell'amore che aveva svegliato la coppia prima che l'alba nascesse dietro a nuvole chiare, mascherate in ombre dall'oscurità della notte.

Mike poteva affermare di essere felice, di aver trovato ciò che aveva disperatamente cucito addosso ad altre: si era reso conto di aver amato semplicemente l'idea delle donne con cui era stato. Non loro. Tant'è che al primo passo falso aveva sempre voltato le spalle, orgoglioso e inflessibile. Lui non sapeva perdonare, eppure, adesso, con le narici piene del profumo di Norah e la propria pelle fusa con la sua, si rendeva conto che l'avrebbe perdonata anche se gli avesse strappato via il cuore dal petto: in fondo le apparteneva di diritto. Lei era la donna giusta e non sapeva dire quale fosse il motivo: forse non c'era una ragione, perché lo sentiva dentro, quando la guardava negli occhi e ci vedeva un bel futuro. Le posava gli occhi addosso e trovava in lei ciò che sognava.
Crescere con l'esempio di due genitori amorevoli e affiatati, inseparabili, lo aveva spinto a volere la medesima cosa. Mike aveva sempre riflesso questo bisogno nelle relazioni passate, illudendosi del fatto che avrebbe dovuto creare lui la storia perfetta, quella in cui non ci sarebbe dovuto essere neanche un passo falso.
Era stata Norah a fargli capire che lo scontro non è negativo. Infatti la passione li aveva portati a discutere parecchio nell'ultimo mese, sovrastati da emozioni tanto forti da amplificare ogni cosa. Tuttavia non gli era mai passato per la mente di mollare. Il loro linguaggio d'amore risiedeva nel contatto fisico, ma Norah aveva imparato a proprie spese che il dialogo è un ottimo mediatore, così come la pazienza un'alleata indiscussa. E tutto ciò l'aveva trasmesso a Mike: stare con lei gli aveva insegnato tanto in poco tempo... Per questo aveva paura di perderla, soprattutto dopo ciò che era accaduto pochi giorni addietro e che non aveva avuto il coraggio di confessare.

«Sei pronto per stasera?» gli domandò la bionda, alzando lo sguardo furbo sul viso assonnato di Mike.

«Intendi se sono pronto ad essere linciato dai tuoi genitori ogni volta che ti bacerò a dispetto di ciò che pensano?» replicò con tono ironico. «Più che pronto! Non vedo l'ora di vederli impazzire perché sei mia.»

«Che insolente», ridacchiò Norah. «Mi piace.»

«I miei genitori non sarebbero d'accordo», rise a sua volta Mike. «Ieri sera mi sono guadagnato due scappellotti da parte di mia madre a causa dei miei modi.»

«Beh, in effetti è un po' rigida, ma molto buona... Si vede.»

«Lo è, non a caso ti adora», affermò il tatuatore, lasciandole un bacio lieve sulla punta di quel naso sottile che si ritrovava.

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