Quando Ashton apre la porta e vede me tira fuori un sorriso dolcissimo, ma non appena vede al mio seguito Calum, Michael e Luke il suo sorriso svanisce immediatamente. Faccio un occhiolino ad Ashton, giusto per fargli capire che nonostante gli impedimenti, va tutto bene. Va tutto alla perfezione.
"Buonasera, Ashton. Tanti auguri." Dico, dandogli un bacio sulla guancia e consegnandogli il biglietto. Lui lo prende e lo infila nella tasca della giacca. Luke si piazza davanti a me, esigendo quasi di essere presentato. "Oh, lui è Luke, il mio fidanzato. Amore, lui è Ashton, il mio capo." Dico balbettando. Perché sono così insicura? Luke non è stupido. Arriverà un giorno in cui capirà tutto, e quel giorno è molto vicino, lo sento. "Loro sono Calum e Michael, i miei migliori amici. Ragazzi, lui è Ashton, il mio capo." Spiego. Calum osserva Ashton come se avesse appena incontrato Megan Fox in persona mentre Michael mi osserva scuotendo la testa. Oh, già. Lui sa. Mentre Luke va a prendere da bere insieme a Calum e Ashton torna dai suoi invitati, rimango con Michael al centro della sala.
"Gliel'hai detto a Luke?" Domanda con tono leggermente furioso.
"Non ce la faccio, Michael." Sbotto.
"Maddie, toglimi una curiosità. Dopo che sei stata a letto con il tuo allettante capo sorridente, non te lo sei più filato, vero?" Inarca un sopracciglio, e mi rendo conto che non avrei dovuto continuare questa storia, ma tutto aveva un'aria così dannatamente accessibile.
"Non ce la faccio, Michael. Tutto sembra essere così schifoso per me, non so se amo ancora Luke, quando sto con Ashton mi sembra tutto così diverso dalla realtà che affronto."
"Devi schiarirti le idee, Maddie. Con il dubbio non arriverai mai a conclusioni concrete."
"Lo so anche io, il problema è che è difficile scegliere cosa voglio veramente nella vita." Michael sbuffa sonoramente e raggiunge Calum e Luke, lasciandomi sola in mezzo alla stanza. Il mio vestito con le paillettes mi sembra gigante, ma la verità è che per colpa di questa situazione sto apparendo una persona che non sono. Mi sembra di vedere una non me.
"Signorina." Mi richiama un cameriere. "Mi hanno pregato di consegnarle questo biglietto. Non l'ho letto per discrezione, buona serata." Si volta e se ne va. Apro il biglietto ripiegato.
«Lo ammetto, sono un po' stupido a giocare secondo le regole, ma trovo la mia dolce fuga quando sono solo con te. Ti andrebbe di venire al piano di sopra dal tuo capo preferito?
- Ashton.»
Come una furia corro al piano di sopra, senza preoccuparmi che qualcuno mi stia seguendo, anche se ne dubito, visto la tanta gente che c'è. Lui è la, in fondo al corridoio, con la testa bassa, mentre giocherella con la sua maglietta.
"Ashton?" Lo richiamo. Lui alza lo sguardo.
"Ehi, ciao.." Dice, prendendomi e tirandomi verso di lui. Gli allaccio le braccia intorno al collo, avvicinando il mio viso al suo. Le nostre labbra si toccano, mentre senza esitare la sua lingua scivola nella mia bocca, giocherellando con la mia. Lui apre la porta dietro di se, trascinandomi dentro e chiudendosi la porta alle spalle. "Mi sei mancata." Mi sussurra sulle labbra.
"Anche tu, e non ti immagini quanto." Mi sento indietreggiare sempre di più, fino a quando non sento il tessuto del copriletto entrare in contatto con l'incavo del mio ginocchio, facendomi sedere sul letto, e di conseguenza sdraiare. Ashton si posiziona sopra di me, sorreggendosi con i gomiti ai lati della mia testa. Con le nocche della mano sinistra gli accarezzo dolcemente gli zigomi. "Sei così bello.." Mi esce involontariamente dalla bocca. Lui sfoggia un sorriso dolcissimo.
"Stai zitta e guardati." Sbotta, per poi baciarmi con foga. Continua a staccarsi e riattaccarsi alle mie labbra, come se ne fosse esausto, ma allo stesso tempo bisognoso. "Mi è tornato in mente il periodo in cui ci eravamo appena conosciuti. Cioè, quando tu avevi appena iniziato a lavorare lì, alla Pretty And Tiny." Mormora. "Era tutto così.. Migliore, all'inizio." Mi stacco leggermente inebetita dalla sua esclamazione che di sensato non aveva assolutamente nulla.
"Cosa vuoi dire con questa frase, Ashton?" Domando, con un tono tendente allo sconvolto.
"Prima di conoscerti non avevo mai provato a capire cosa voleva veramente dire essere dipendenti da qualcosa. Da quando ti ho incontrato sembra che di te non ne abbia mai abbastanza." Prende una pausa, ricongiungendosi con le mie labbra, come se per continuare il suo allettante e sensato discorso avesse bisogno di baciarmi, ogni volta sempre con più passione. "Mi sento come in uno stato di isolamento quando sto con te, Maddie. Sento che se solo tu ti sentissi giù io sarei pronto a sollevarti, se cadessi a pezzi sarei pronto a ricostruirti, e se arrivasse una tempesta dentro di te io ti porterei immediatamente al riparo." Si spinge in avanti per baciarmi un'altra volta, ma lo fermo bloccandolo per la camicia.
"Non ti seguo, Irwin." Sentenzio in modo saccente. "Ogni dannatissima volta che ci vediamo. Ogni santissima volta tu mi ribadisci cosa senti per me. Okay, basterebbe dirlo una volta. Perché continui a dirmelo?" Domando, sempre più incuriosita.
Un barlume dentro di me mi fornisce istantaneamente un'informazione. Non direi un'informazione, forse di più un'intuizione. E questa intuizione mi permette di sospettare che Ashton stia iniziando a sentire l'amore scorrergli nelle vene. Non ho mai visto Ashton Irwin in questo stato, e credo che se lo vedessero i miei colleghi in ufficio lo guarderebbero con gli occhi spalancati e la bocca talmente aperta che potrebbero entrarvi milioni e milioni di mosche. Invece, da quando ci siamo baciati la prima volta, ho sentito qualcosa di diverso in ogni suo tocco, in ogni suo bacio, ogni sua carezza, ogni suo sguardo. Tutto sembra così diverso all'apparenza. Lui sembra diverso.
Ashton si alza improvvisamente dal letto, mettendosi in piedi davanti a me, che poggiandomi sui gomiti lo osservo mentre impreca qualcosa. Con un pugno si stringe una ciocca di capelli, tirando un calcio al muro.
"Dannazione, Maddie, chi sei tu per farmi sentire in questo modo? Non riesco più nemmeno a ragionare." Il mio sguardo è sempre più incuriosito e perplesso. Non vedo veramente l'ora di sapere cosa mi vuole dire.
"Cosa intendi con 'in questo modo' ?"
"Dannazione, dannazione. Maledetta Madeleine Smith." Continua lui.
"Smettila di imprecare con il mio nome, così sembra che tu mi voglia infamare." Dico imbronciata stringendomi le braccia al petto.
"Ah si? Infamare? Tu pensi che ti voglia infamare?" Urla sbalordito. Annuisco. "La cosa è diversa, Maddie. Io ti voglio baciare. Io ti voglio baciare dappertutto. E voglio possederti. Solo questo. Difficile?" Mi metto in punta di piedi afferrandogli il collo e spingendogli la testa in avanti con due dita. Le nostre labbra si toccano. Comincio a muoverle, mentre lui non esita a fare altrettanto.
Ti amo Ashton, e in questo momento te lo ripeterei fino a quando non faremo di nuovo l'amore. Fino a quando non ci toglieremo il respiro l'un l'altro. Fino a quando anche tu non me lo dirai.
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Devil
Teen FictionMadeleine, madre francese e padre inglese, vive a Miami con il fidanzato, poiché le è stato offerto di lavorare in una delle riviste di moda più popolari della zona. La felicità sembra prendersi ogni parte di lei, ma tutto svanisce quando Madeleine...