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Cammino lentamente fino al mio ufficio,con le poche forze rimaste. Ancora non riesco a credere al mio litigio con Luke. Credevo che una cosa così non sarebbe mai successa,per paura di non riuscire a superarla. Mi sono dovuta ricredere.

Luke non è quel tipo di persona che nell'esatto momento in cui ci litighi prende tutto alla leggera,come se fosse felice 365 giorni l'anno. Luke è così terribilmente lunatico,non si sa mai se una cosa potrebbe o non potrebbe prenderla bene. Forse sarà anche per questo che lo amo,ma ora come ora la sua lunaticità non è un bene di certo per la mia sanità mentale.

Mi chiudo di nuovo nel mio ufficio mentre finisco di spedire delle e-mail a Dolce e Gabbana. Sento bussare alla porta.

Non ora,non di nuovo. Non voglio più essere il ragno che cade nella tela sbagliata.

"Avanti." Dico con voce flebile e pacata.

"Ehi,Maddie. Sono io." Spencer entra dalla porta molto lentamente,trascinandosi i tacchi vertiginosi di Jimmy Choo ai piedi.

"Meno male." Sbuffo,sussurrando. Spero non mi abbia sentito.

"Cosa hai detto?" Dannazione,mi ha sentita.

"Uhm,no,nulla." Dico lentamente,grattandomi nervosamente il braccio. "Pensavo ad alta voce,Spencer." Concludo.

"Uhm,okay. Allora,vieni questa sera sul set?" Annuisco lentamente guardandola negli occhi.

"Dai Maddie,finiscila di nasconderti dietro quel bel faccino da brava ragazza. Ti ricordo che sono Spencer Sophia Woods,la tua cara collega,e non sono affatto un'allocca. Si vede che non stai bene." Sbuffo,a malincuore. "Che ti è successo?" Prosegue,curiosa.

"Uhm,niente.. Ho solo litigato con il mio fidanzato. Ma è per sciocchezze,sta tranquilla." Abbasso la testa malinconicamente.

"Oh,cara. Hai un fidanzato?" Annuisco.

"Almeno penso che lo sia ancora. Si chiama Luke,Luke Hemmings." Dico presentandolo,anche se lui non è qua accanto a me. "Lavora nell'officina Adams,quella accanto alla pasticceria." Provo a spiegare,ma vengo interrotta.

"So dove si trova l'officina Adams. E perché avete litigato?" Continua a pigiare il tasto del nostro litigio. Non è che non mi fidi di Spencer,è solo che non voglio parlarne. In un modo o nell'altro salterebbe fuori della mia scappatella con il signor Irwin, e non voglio che qualcuno qua in azienda lo venga a sapere.

"Dice che sono troppo concentrata sul lavoro e non do più spazio alla vita di coppia." Sospiro. Esisteva ancora quella 'vita di coppia'?

"Oh,non sei l'unica,sai? Le mie ex colleghe,sono tutte single,perché hanno affrontato il tuo stesso momento. Troppo spazio al lavoro,meno alla vita sentimentale." Sbuffa lei,indifferente alla mia reazione. "Nessuno si è mai chiesto perché le donne qua fossero tutte così straordinariamente single e così straordinariamente concentrate sul lavoro nell'arco della settimana lavorativa e sul sesso nel corso dei weekend. Sará per questo che a loro questo lavoro piaceva. Vedi,erano tutte così attratte dal signor Irwin,cara Maddie." Sobbalzo,ma cerco di non dare a vedere la mia frustrazione in questo momento.

"I-il capo?!" Chiedo balbettando.

"Oh,bubu. Andiamo. Non metterti a balbettare come se fossi una bambina che scopre finalmente che i bambini non nascono per merito della cicogna."

"Non sono spaventata. È solo che non capisco cosa abbia di terrorizzante quell'uomo. Ci ho parlato poche volte,e sembra anche simpatico."

"Oh,e continuerà ad esserlo tesoro. Fino a quando non deciderà di portarti a letto. In tal caso sarai un'altra delle sue vittime. Un'altra che si aggiungerà alla sua collezione. Sai,è successo a tutte." Dice ridacchiando. "Non sono mai state innamorate di Irwin,volevano solo del sano e comune sesso. Non una cosa che diventasse abituale ma nemmeno una cosa che durasse poco."

"Spencer,devo lavorare. Ho il servizio fotografico fra poco,e voglio passare a casa a farmi una doccia." Sbotto spazientita,indicando a Spencer la porta di entrata del mio ufficio. Quella grigia e dura porta di entrata,che mette quasi paura all'apparenza.

Spencer ridacchia,mi saluta e finalmente se ne va. Mi afferrò la testa fra le mani,stringendo nei palmi due ciocche di capelli. Tiro un pugno alla scrivania non troppo pesantemente per paura che qualcuno entri ancora nel mio ufficio per rompere le scatole,o semplicemente per insegnarmi scarse regole sulla teoria della vita,che non avevo alcuna voglia di ascoltare.

Finisco finalmente di lavorare e torno a casa per farmi una doccia e cambiarmi d'abito. Indosso una camicia bianca e una donna che facevano parte di un vecchio tailleur. Infilo le scarpe con il tacco che indossavo prima ed esco di casa.

Arrivo finalmente a Miami Beach. Sono in ritardo,ma si dice «meglio tardi che mai» .

"Oh,ciao Madeleine." Mi saluta Louis.

"Buonasera Madeleine." Mi saluta Tom,con quella voce tremendamente sexy.

"Ciao Maddie!" Dice Spencer con voce squillante.

"Ciao a tutti." Dico sorridendo.

"Ciao,Smith." Dio. La sua voce. L'avrei riconosciuta anche dall'altra parte del mondo. Così atona,così roca,così infinitamente sexy. Più di quanto Tom abbia mai avuto. Alzo lo sguardo. I suoi occhi,verdi come due smeraldi,mi guardano da testa a piedi,per controllare se il modo in cui sono vestita gli va a genio.

"Buonasera,capo." Taglio corto cambiando la traiettoria del mio sguardo.

Comincio a lavorare montando i vari strumenti,e vestendo le varie modelle. I costumi da bagno sono davvero molto belli,devo ammettere che mi piacerebbe molto averne uno. Dopo aver finito il servizio fotografico,mi soffermo a guardare Ash- il signor Irwin. Sembra così diverso da come me l'ha descritto Spencer oggi. Gli occhi verdi sono persi nelle onde del mare. Le mani morbide e grandi giocherellano con i granelli di sabbia,lanciandoli in aria per poi farlo volare. I capelli si muovono leggermente a causa della brezza. Non ha l'aria di un uomo che si è portato a letto tutte le dipendenti della Pretty And Tiny. Non proprio.

Penso che questo sia l'esatto momento in cui sto per compiere la sciocchezza più madornale della mia intera vita.

Voglio scoprire di più su quest'uomo. Voglio scoprire di più sulla sua anima oscura. Voglio scoprire di più,voglio entrare nel verde dei suoi occhi,e voglio anche farmi accarezzare dalle sue enormi mani. Voglio essere Madeleine,la sua dipendente,forse più di una dipendente.

Prendo un respiro decisamente esagerato per i miei momenti d'ansia,scrollo le spalle e mi dirigo dal mio capo. Gli altri se ne sono andati,e lui è seduto su una barca rovesciata,uno dei tanti strumenti che sono stati utili per le foto. Mi siedo vicino a lui,e finalmente mi rendo conto che sto commettendo un errore. Ma esiste una via d'uscita quando ormai sei già entrato chiudendoti la porta alle spalle?

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