Canzone per il capitolo:
Titolo: Why'd you only call me when you're high?
Artista: Arctic Monkeys« It's harder and harder to get you to listen,
More I get through the gears,
Incapable of making alright decisions
And having bad ideas... »- - -
Sento la schiena sbattere contro la superficie morbida e ruvida del materasso proprio nello stesso istante in cui sento il corpo di Luke posarsi delicatamente sul mio. Sento tremendamente il bisogno di ricordare a me stessa che non si tratta affatto di Ashton, il corpo non è il suo e non mi crea lo stesso effetto di una volta. Per quanto mi dispiaccia, non posso farci niente: sono fidanzata con una persona che non amo più da tempo. È così difficile da ammettere, ma allo stesso tempo fa lo stesso male che farebbe una spada infilata nel petto. È triste vedere che mi riduco a fare ciò che sto facendo e tutto ciò che ho sempre amato fare nonostante io non ami più Luke. Ma voglio convincere me stessa - e soprattutto lui - che non è cambiato niente e che esiste ancora un faro di speranza per la nostra coppia. Le sue mani, che erano posate sul mio collo, scendono delicatamente fino ad accarezzarmi i lati del seno. Mi lascio scappare un piccolo gemito involontariamente. Con le mani prova ad alzarmi il vestito che arriva a metà coscia, ma continuo a dimenarmi sperando che Luke non capisca che lo sto facendo solo per non permettergli di affogare nel mio mare di errori. Per non permettere che soffra facendo l'amore con me. Perché per me non è più amore, è solo sesso. Sarebbe orribile da parte mia fare sesso con lui nello stesso periodo in cui faccio l'amore con Ashton Irwin. Non sono così screanzata, ma sto anche rendendomi conto ultimamente che do quest'impressione alle persone. Sto deludendo tanta gente.
Luke, perché lo sto tradendo spudoratamente con Ashton e non ho il coraggio di dirglielo per rendere onore all'amore che abbiamo vissuto finora.
Michael, perché gli ho dato l'impressione di non essere la vera donna che ho sempre dimostrato di essere. Tengo i piedi in due staffe, e non so nemmeno scegliere tra l'uomo che amo e il mio fidanzato.
Calum, perché è innamorato di me da sette anni e non me ne sono mai accorta. Sono stata con Luke, con Ashton, e non mi sono mai resa conto che lui provasse qualcosa di diverso da ciò che provavano gli altri. Sono solo una stupida.
Infine Spencer, perché le sto nascondendo una verità fin troppo ovvia e tendo a far sembrare tutto il contrario. Come se lei avesse torto e io ragione. Ma non è così.
È tutto un casino, non riuscirò mai a portare avanti la cosa. Nello stesso istante in cui sono convinta di lasciare Luke perché voglio vivere qualcosa di serio con Ashton, mi torna in mente che lui non vuole fidanzate, e mi crolla il mondo addosso. Come può essere tutto così incasinato? Perché a me e non a qualcun altro? Non ho già troppi casini per la testa
Le labbra di Luke, che hanno un contrasto di temperatura con l'anellino di metallo che porta su quello inferiore, mordicchiano - senza farmi male - la pelle del mio collo, e mi rendo conto che non posso andare oltre. Non posso andare avanti ad illuderlo così. Sto male e così rischio di far star male anche lui.
"Lukey.." Mugolo lentamente, citando il soprannome che gli affiliavo ai primi tempi. Cerco di staccarmi dalla sua presa, ma lui non demorde, e continua a baciarmi il collo con insistenza. Le sue labbra si spostano dal mio collo alle mie labbra e così facendo mi zittisce in pochissimo tempo. Le mie mani finiscono sul suo collo e gli graffio leggermente la pelle. Un gemito gutturale gli esce dalle labbra quando graffio un po' più forte. Afferra i lembi della sua maglietta e se la toglie davanti ai miei occhi, dandomi una buona panoramica dei suoi pettorali di carnagione chiara e ben scolpiti. Non dimenticherò mai quanto mi piaceva tastare i suoi pettorali dopo aver fatto l'amore. Mi bacia languidamente il labbro inferiore, prendendolo tra i denti e tirandolo il più possibile. Stringo le lenzuola sotto di me e le afferro per trovare un punto di sfogo che non sia me stessa, tantomeno Luke.
"Cristo santo, Maddie, quanto ti amo." Geme, mentre gli accarezzo le spalle. Il mio vestito in pochi istanti è sul pavimento. Luke, fermati. Improvvisamente, proprio mentre sta per portare una mano sul gancetto del mio reggiseno, il mio telefono suona. Mi gratto la nuca imbarazzata, guardandolo negli occhi. Luke in questo momento è impassibile. Non riesco a capire la sua espressione. Silenziosa, arrabbiata, triste e delusa. E lo capisco, niente è più come una volta.
Mi alzo - leggermente barcollante - dal letto, aggiustandomi il vestito che mi sono rimessa in tempo record. Afferro il telefono, guardando il display per controllare chi sta chiamando a quest'ora della notte. È un numero privato, ma decido di rispondere lo stesso.
Sento che stanno per scendermi le lacrime per come mi sto comportando con Luke, ma devo cercare di trattenermi, non voglio che capisca la causa di tutto questo dolore.
"Pronto?" Rispondo, avvicinando il telefono all'orecchio, con voce tremante e tremendamente malinconica.
"Parlo con Madeleine Smith?" Gracchia una voce dall'altra parte del telefono, e mi pare tanto la voce di Louis.
"Si, sono io." Dico seccata. "Chi parla?"
"Louis Clark." Sospira, lasciando spazio ad un lungo e disarmante silenzio, che ad essere sincera mette inquietudine. "Maddie, so che sono le tre del mattino e avrai di meglio da fare a quest'ora, ma devo parlarti urgentemente." Sospira ancora, stavolta più pesantemente. "E non accetterò un no come risposta, perciò vieni ora qui in ufficio."
Abbasso la testa, guardando Luke con la coda dell'occhio, che sta osservando ogni mio movimento e ascoltando ogni mia singola parola detta anche sottovoce. "D'accordo, arrivo subito." Mormoro, riattaccando. Mi giro totalmente verso il mio ragazzo, sedendomi accanto a lui.
"Non dirmi niente, so già cosa vuoi dirmi. Hai degli impegni di lavoro. Alle due di notte, cristo santo!" Si porta le mani nei capelli, cercando di sembrare disperato. O forse lo è. Mi mordo il labbro, cercando di non piangere. Ma è inutile. "Chi è quello psicopatico che ti fa lavorare alle due di notte? Il tuo caro Ashton?" Sottolinea con voce roca l'ultima parola, dopodiché non riesco più a capire niente.
Mi alzo in piedi, infilandomi una giacca e le mie adorate scarpe col tacco.
"Non comprendo i momenti in cui ti fai costantemente i cazzi miei. Dovresti starmi meno addosso, Luke." Rispondo fredda, afferrando la borsa.
"Vattene." Alza la voce, indicandomi la porta. "Mi sono rotto il cazzo di vedere un mostro al posto della mia ragazza. Quando torni la mia Maddie, la porta è questa." Mi lancia una sciarpa. "Ho detto vattene." Insiste.
Sbatto la porta e corro fuori, fino ad arrivare alla mia Mercedes. Sbatto la testa contro il volante, cominciando a piangere ininterrottamente. Le cose non potrebbero andare peggio di cosi. E ho così bisogno di Ashton in questo momento. Sono veramente arrivata al capolinea, tutte le mie certezze sono svanite. Sto perdendo tutto, e tutti. E continuo ad avere bisogno di Ashton.
Così tanto.
« And I can't see you here wonder where I might?
Sort of feels like I'm running out of time
I haven't found what I was hoping to find.. »__________
🍟🍟🍟🍟
EHILÀ.
Okay, ahaha, sono tornata ( Calum non mi ha ancora rapitoooo, fuck )
Questa storia sta terminando, infatti mancano ancora quattro capitoli alla fine di Devil.
QUATTRO CAPITOLI, GENTE. Q U A T T R O.
Tra quattro capitoli la mia love numero due finisce e io non so cosa farò....
Ehehehehe. In tal caso andrò a rapire Calum.
Fra mezz'ora devo andare al lavoro, quindi....
#ritualetime
Have always fun :)
Ciauuz,
- Giulia
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Devil
Teen FictionMadeleine, madre francese e padre inglese, vive a Miami con il fidanzato, poiché le è stato offerto di lavorare in una delle riviste di moda più popolari della zona. La felicità sembra prendersi ogni parte di lei, ma tutto svanisce quando Madeleine...