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La triste canzone continua a risuonare nel mio cervello. Sono seduta sull'aereo diretto a Milano,e accanto a me c'è quel pazzo ma pur sempre stupendo uomo che è Ashton. A metà strada tolgo le cuffiette dell'IPod rivolgendo uno sguardo ad Ashton. Sta dormendo. O almeno sembra che stia dormendo.

Una mia mano finisce involontariamente sulla sua guancia accarezzandogli la pelle leggermente puntigliosa per via del piccolo accenno di barba che ha lungo la mascella. Lo sento incrinare leggermente la bocca e capisco che quello che sta facendo è un piccolo sorrisoni. Ritraggo immediatamente la mano e lui sposta lo sguardo verso di me.

"Perché?" Mi chiede.

"Cosa?" Domando a mia volta. Infilo la mano fra le gambe per l'imbarazzo che mi avvolge. Arrossisco leggermente.

"Perché mi stavi accarezzando la guancia?" Mi domanda ancora,con quel maledetto sorriso in volto. Cerco di inventarmi una scusa,non voglio che sappia che lo stavo facendo perché in me sta nascendo una forte attrazione per lui.

"Beh.. Siamo quasi arrivati. Non vorrà addormentarsi nel momento più bello del viaggio,no?" Spero che se la beva,se c'è qualcosa che non voglio inventare sono domande su ciò che sento. Sono parecchio confusa e so che questa 'vacanza' mi chiarirà le idee.

Scendo dall'aereo dirigendomi verso il taxi,che ci porta dritto in hotel.

Il receptionist dell'hotel a cinque stelle mi porge un mazzo di chiavi.

"Scusi,credo che abbia dimenticato le chiavi per la stanza del signor Irwin,il mio capo. C'è anche lui con me." Cerco di spiegare,convinta che ci avessero messo in stanze diverse.

"Nessun errore,signorina.. Smith,giusto? Il suo capo mi ha chiesto espressamente di darle solo una stanza matrimoniale,aggiungendo che voi due avreste dormito insieme." Conferma gesticolando il povero ragazzo.

Sento il sangue gelarmi dentro. In camera con lui? Intendeva forse che mi sarei svegliata con lui accanto per sette giorni consecutivi,come ero solita fare con Luke? Fantastico.

Salgo con l'ascensore,e quando arrivo alla stanza numero 127,lui è davanti alla porta con i bagagli in mano,mentre mi aspetta. Infilo la chiave nella porta sbloccando la serratura senza proferire parole,per paura di dire qualcosa di troppo brusco e cattivo,come ad esempio «non toccarmi mentre dormo» oppure «non rubarmi il lenzuolo perché ho freddo la notte».

Appena entra si butta di peso sul letto,come se fosse da anni che non tocca qualcosa di morbido.

"Ah,l'Italia." Lo sento mormorare. "Un paese così bello." Mi affaccio alla finestra ammirando la gente che passa,i campanelli delle biciclette che suonano,gli uccellini sistemati sui cornicioni delle case accanto. Tutto sembra essere così tradizionale qua.

"Qua l'aria è così diversa,signor Irwin." I miei pensieri vengono stravolti dallo squillo del mio cellulare. Corro subito a prenderlo dal mio comodino rispondendo.

"Pronto?"

"Maddie sei tu? Ma che fine hai fatto?" Riconosco le voci di Michael e Calum.

"Cal,Mikey. Che bello sentirvi." Esclamo. "Ragazzi,non ci crederete mai,sono in Italia."

"Settimana dell'alto fashion?" Rido leggermente per la pessima pronuncia di Michael.

"Si,Michael,sono qua per la settimana dell'alta moda." Dico ancora ridacchiando.

"Occhio a non rimanere intrappolata in qualche smoking estraneo!" Esclama Calum.

"Calum!" Dico a bocca aperta per lo stupore. "Non mi crederai veramente capace di una cosa del genere."

"No,no." Mormora Calum.

"Ragazzi,devo staccare,ci sentiamo. Vi voglio bene." Riattacco e poso il telefono sul mio comodino.

Le lenzuola sono di un color verde scuro che fa molto hotel montanaro. Il pavimento è rivestito completamente in parquet. In questa stanza c'è un piccolo balcone dove si può ammirare il panorama.

Corro a farmi una doccia per togliermi di dosso lo sporco del viaggio e per rinfrescarmi. Avvio un asciugamano intorno al corpo e uno intorno ai capelli. Solo ora mi accorgo di aver dimenticato i vestiti nell'armadio. Corro a prenderli sperando che in questo esatto momento Ashton sia andato a farsene un giro per conto suo. Apro la porta che collega il bagno al resto della stanza e trovo Ashton intento a sfogliare una copia dell'ultimo numero di Pretty And Tiny. Non appena mi vede perlustra interamente il mio corpo con il suo sguardo alquanto lussurioso,ma non osa fare una singola mossa.

"Non si faccia strane idee,devo solo prendere i vestiti." Sbotto frugando nell'armadio.

"Penso che questa cosa del darci del lei,sia superata. Non credi?" Dice alzandosi e venendo verso di me.

"Beh.." Dico spostandomi lentamente e allontanandomi da lui. "Lei rimane comunque il mio capo. Devo pur assumere un tono professionale."

Dio solo sa quante volte gli darei del tu in questo momento.

"Oh,Maddie. Diciamocelo,muori dalla voglia di sentire il mio nome che esce dalla tua bocca con un tono informale." Dice,provocandomi.

"Quel che basta." Taglio corto,ma lui è già attaccato alle mie labbra. Lascio cadere i miei vestiti per terra appoggiando le mani al suo petto,che si muove irregolarmente. Il tessuto della sua maglietta nera e aderente non mi è mai sembrato così ruvido. Non appena si stacca,mi rivolge uno sguardo dolce,tornando a leggere.

"Vestiti. Dobbiamo scendere a rispondere a qualche giornalista." Sbotta,riprendendo il punto dove si era fermato con la lettura.

Dopo essermi vestita,scendo insieme a lui nella hall,è una decina di giornalisti agita velocemente i microfoni come se fossero fiaccole nella notte di capodanno. Un giornalista mi afferra e mi porta in un angolo,ponendomi al centro di un cerchio formato da altri giornalisti. Mi punta un microfono alla bocca,per poi portarlo di nuovo verso di sè.

"Allora,lei è la signorina Smith?" Annuisco.

"Si,sono io." Preciso.

"Dunque,perché siete qui?" Domanda.

"Beh,dobbiamo scrivere un articolo sui nuovi pezzi delle collezioni degli stilisti presenti a questa settimana dell'alta moda,penso che qualunque rivista di moda lo faccia." La mia risposta è accompagnata da gesti con le mani,che mi danno un'aria decisamente più professionale. Ashton improvvisamente interrompe ogni intervista,agitando le mani in modo che lo vedano tutti.

"L'intervista è finita,gli americani hanno bisogno di riposo." Sbotta. Salgo in camera con lui e mi sdraio sul letto completamente vestita senza curarmi del mio aspetto. Sono troppo stanca per potermene preoccupare.

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