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Cissy Pov

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Cissy Pov

"Non avrei mai pensato che le voci fossero vere, Cis" Sentii la voce di Regulus penetrarmi le viscere. Teneva gli occhi fissi sulla finestra vicino al mio letto senza mai voltarsi per guardarmi.
"Di cosa stai parlando?" Risposi io portandomi una ciocca di capelli ramati dietro l'orecchio: un gesto abituale che smascherava sempre la mia ansia. Non avevo fatto niente, eppure mi sentivo in colpa. Che cosa nascondevo a Reg? Niente di più di quello che nascondevo a me stessa.
"Lo sai benissimo" si voltò lui. "Non parliamo da settimane. Parlare veramente, intendo. Sei sempre distratta, corri sempre in biblioteca." Regulus si passò una mano tra i capelli, estremamente stressato.
"Devo studiare, lo sai. Devo iniziare a darmi da fare. Non é semplice lì fuori per quelle come me." Risposi sprezzante guadagnandomi un cipiglio.
"Credi che sia semplice per me?" Rispose lui con un tono della voce alzato. "Mia madre non fa che ricordarmi quanto sia stupido a sprecare il mio tempo con i sangue sporco!" Gridò l'ultima parte come a coprire i pezzi del mio cuore che si frantumarono. Non riuscii a dire niente.
Mi soffermai a fissare i suoi occhi e le sue occhiaie violacee pronunciate, la bocca leggermente aperta e il petto che si muoveva velocemente mentre respirava.
"Non intendevo dir-" provó lui facendo un passo verso di me.
"Non provarci nemmeno." Riuscii a pronunciare proprio quando il piede sinistro indietreggiò e voltandomi uscii dalla mia camera, lasciandolo lì con la testa tra le mani. La nostra relazione era sempre stata una relazione di frasi non dette e questo mi bastò a capire che tra di noi era finita.

Camminai velocemente lungo tutto il castello fino ad arrivare alla Sala Grande

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Camminai velocemente lungo tutto il castello fino ad arrivare alla Sala Grande. Mi sedetti sulla panca di ebano con la testa tra le mani cercando di prepararmi psicologicamente a quello che sarebbe stata la mia mattinata. Pozioni e incantesimi, pausa e poi storia della magia.
Iniziai a fare dei respiri profondi fin quando non sentii delle voci vicino a me.
"Buongiorno Giulietta." Sirius si avvicinò a me sorridendo. "Dove hai lasciato Romeo?"
"Black non é aria. Levati di mezzo." Gli rivolsi uno sguardo severo. Sapevo che non voleva infastidirmi e che quello fosse il suo modo di fare, ma non avevo le forze di starmene a scherzare.
Il moro alzò le mani in segno di resa e si allontanò. Mi alzai e mi diressi verso il cortile.
Avevo ancora venti minuti prima di decidere se seguire o meno le lezioni. Mi rannicchiai ad una colonna marmorea ben distante dall'ingresso del castello, isolata da tutto e tutti. Poggiai la fronte sulle mie ginocchia cercando di calmare i miei respiri. I pensieri iniziarono ad avere la meglio e questo mi bagnò gli occhi.
Iniziai a ricordare l'estate trascorsa assieme a Regulus, i sotterfugi per non farsi beccare da Walburga e il modo in cui mi aveva fatto sentire "al mio posto" nonostante la non purezza del mio sangue. Ricordai come la stanza del fratello minore al numero 12 di Grimmauld place fosse divenuto il mio porto sicuro e come mi sentissi affranta e spezzata dopo aver sentito quelle parole. Sangue sporco. In due secondi era riuscito a farmi sentire indegna, era riuscito a farmi sentire indifesa, spersa e insicura.
Sentii il rumore di passi ben distinti e borbottai qualcosa tra me e me.

"Desilludo"

Un incantesimo in grado di rendermi invisibile. Aveva i suoi vantaggi essere una tra le streghe più brillanti della mia età e conoscere incantesimi non ancora noti a quelli del mio corso.

Ecco che riuscii a vedere chiaramente Regulus seguito da un altra persona che non riuscii a mettere bene a fuoco. Fin quando...
"Black!" Urlò il ragazzo che riconobbi essere Remus con la bacchetta alzata nella sua direzione. "Dov'é?"
"Di cosa diavolo stai parlando Lupin?" Gridò Regulus.
"Lo sai benissimo. Ho sentito Piton parlarne con Malfoy. Non te lo ripeterò un'altra volta. Dimmi dov'é lei."
Sentii una morsa allo stomaco. Remus mi stava cercando ed io ero a due passi.
Vidi Regulus irrigidirsi una volta aver realizzato cosa stesse succedendo e fu pronto a tirare fuori la sua bacchetta.
"Dovresti saperlo meglio di me, cosa dovrebbe importarmene di quella mezzosangue?" Disse Regulus con un sorriso malato stampato sul volto. A quel punto il braccio di Remus si mosse velocemente puntando la bacchetta sempre più vicina alla faccia del minore dei fratelli Black.
"Come osi dire queste cose? É la tua ragazza! Lei si fidava di te." Remus aveva uno sguardo allarmante.
Giurai di aver visto un fascio di luce fuori uscire dalla bacchetta di Remus quando uscii allo scoperto.

"Expelliarmus!" Gridai. Remus si voltò nella mia direzione con un'espressione che non seppi decifrare. Ero riuscita a dare il tempo a Regulus di svignarsela quando pronunciai due semplici parole, quasi un sussurro. Lo fissai con gli occhi stanchi.

"Sono qui."

"

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