Marauders Generation.
"Remus ripensò alla ragazza vista sul treno. Chissà chi era, chissà a quale casa apparteneva. Perché non l'aveva mai vista prima?"
Che Perseide possa trasmettervi la magia che provo mentre la scrivo, capitolo dopo capitolo. ☽
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Continuarono a camminare lungo il perimetro del castello senza dire niente per circa un'ora. Cissy conosceva Regulus e sapeva che non l'avrebbe forzata a parlare, non avrebbe mai voluto metterle pressione addosso. Lei gli lanciò un'occhiata di lato sperando di non esser beccata. Poteva vederlo roteare la lingua nell'interno guancia, un gesto abituale che era solito fare se sotto stress. Aveva gli occhi puntati davanti a se quando lei iniziò a parlare. "Non so cosa- Io non- Dovresti tornare alla festa." Disse lei scuotendo leggermente la testa. "Sappiamo entrambi che non tornerò lì." Disse lui finalmente posando lo sguardo sulla rossa. "Anche se l'idea di prenderlo a pugni mi alletta." Cissy pote' notare le sue nocche diventare bianche perchè chiuse in due pugni. "Non ha fatto niente di male." Fece spallucce lei. "Ah no?" La guardò Regulus con strafottenza. "A me risulta-" "Non stiamo insieme Reg. Siamo migliori amici. Non c'è niente tra di noi!" Lei alzò il tono della voce. "Continui a ripeterlo, ma guardati! Non fai altro che cercarlo, non fai che pensarci! Credi che non sappia cosa si prova?" Urlò il ragazzo. "Non venire a farmi la predica, proprio tu." Abbassò il tono lei fissando un punto nel vuoto. "Ho sbagliato Cis, lo so. E sto pagando le conseguenze." Il ragazzo si colpí il petto con l'indice per enfatizzare quanto detto. "Conseguenze, si certo." Lei incrociò le braccia sul petto senza guardarlo. "Eri tutto per me." Il sangue le si geló nelle vene. Alzò gli occhi sul ragazzo a cui era caduta una ciocca di ricci sulla faccia. "Ti ho amata più di qualsiasi altra cosa nella mia vita. Anche se per poco, mi hai reso felice e so cosa significa amare qualcuno che non ricambia. È doloroso, ma non possiamo farci niente. Non possiamo forzare gli altri ad amarci." Regulus Abbassò lo sguardo. "Nemmeno nel nostro mondo." Cissy non sapeva che cosa dire, si limitò a deglutire ed avvicinarsi al ragazzo. Lo abbracciò. Fu un abbraccio lungo che voleva rincuorarlo, rassenerarlo e rendergli tutto più semplice. Sapeva che non ci sarebbe mai più stato niente tra lei e Regulus, ma gli voleva un gran bene e aveva bisogno di un amico. Aveva bisogno di ammettere ad alta voce quello che provava per affrontare la situazione. "Come ci riesci?" Chiese la ragazza con il tono basso mentre ancora era avvinghiata a lui. "Mi basta starti accanto." Sussurrò Regulus Black nell'orecchio della ragazza dai capelli rossi. "E se veramente tieni a Remus dovresti provare a sopprimere quello che provi e rimanergli accanto come un'amica." Cissy strinse forte gli occhi permettendo ad alcune lacrime di uscire; non si sentiva pronta a far finta di niente con Remus. Lei sapeva che non sarebbe riuscita a guardarlo negli occhi dopo il bacio alla festa. Che egoista, pensò, ma non poteva fare a meno di esserlo. Il sangue le ribolliva nelle vene trasformandosi in un fumo verdognolo che la rendeva sempre meno lucida. Un vomito di pensieri la colpì e ben presto le parole iniziarono ad uscirle dalla bocca come lame. "Non so se riuscirò a parlarci dopo stasera." "Per quanto la cosa mi alletti, ci tengo a ricordarti che tu e Remus non avete nessun tipo di relazione se non amichevole." Regulus guardò la ragazza in attesa di risposte. "Ha iniziato ad ignorarmi ieri. Non si era mai comportato così con me." "E..?" "E io conosco Remus. So che lui da molto peso alle cose che fa." "Continuo a non capire." Si toccò le tempie. "Mi ha ignorata di proposito perché non voleva che la sua ragazza pensasse male, quindi non si merita che io gli rivolga parola." Concluse freddamente la ragazza con gli occhi bagnati. Regulus indugiò alcuni istanti prima di stringerla di nuovo, accarezzandole la schiena per evitare che si spezzasse ulteriormente. Lui stesso bramava quel contatto a lungo negato e chiuse gli occhi per sentirla più vicina. Chiuse gli occhi immaginando che quel momento non fosse mai passato, immaginando di non aver pronunciato le parole che avevano posto fine alla loro relazione. Magari le cose sarebbero andate diversamente, pensò. Allontanò quei brutti pensieri quando sentì la voce sottile di Cissy pronunciare una sola parola. "Grazie." Lui le lasciò un casto bacio sulla fronte, prima di dirigersi verso la sala comune dei Serpeverde. Si sdraiarono sul divano in pelle scura della stanza e, dopo la loro lunga passeggiata, si addormentarono lì. Insieme.
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