Marauders Generation.
"Remus ripensò alla ragazza vista sul treno. Chissà chi era, chissà a quale casa apparteneva. Perché non l'aveva mai vista prima?"
Che Perseide possa trasmettervi la magia che provo mentre la scrivo, capitolo dopo capitolo. ☽
...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Remus POV
Dopo qualche giorno rinchiuso in infermeria da Madama Chips, mi vestii indossando una camicia bianca troppo larga per il mio corpo logorato dagli ultimi mesi e la cravatta non troppo stretta, andai a fare colazione con le borse sotto agli occhi e le cicatrici ben visibili sulle guance. Le stampelle mi aiutavano a sostenere il mio peso fin quando i miei amici mi videro e mi aiutarono a sedermi sulla lunga panca di legno. "Eccolo qui il nostro Moony!" Disse James sistemandosi gli occhiali sul naso con un piccolo sorriso stampato sulle labbra. "Vedi di non farci prendere più colpi, mister luna storta." Sirius mi poggiò una mano sulla spalla amichevolmente facendomi scuotere la testa. "Ragazzi devo... Chiedervi una cosa." Iniziai alzando lo sguardo su di loro. "Qualsiasi cosa per te, Moony." Risposero in coro i tre ragazzi. "Non so nemmeno da dove iniziare, Io.. Beh-" mi passai una mano tra i capelli castani prima di focalizzarmi su un punto fisso di fronte a me "...Quando l'altro giorno ho visto Cissy in infermeria pensavo che le cose sarebbero tornate alla normalità, invece dopo essermi addormentato non ho più avuto sue notizie e mi chiedevo se-" abbassai lo sguardo per la vergogna. "Se si era fatta viva con uno di voi, con Lily o Marlene. Non lo so." I miei amici si guardarono tra loro con la classica aria di chi voleva nascondere qualcosa. "Vi sembrerò patetico, probabilmente." Scossi la testa di nuovo. "Non è così, amico." Peter allungò un braccio nella mia direzione. "Senti, se riusciamo a sopportare James dopo anni spesi dietro alla Evans, niente e ripeto NIENTE può farci pensare che tu sia patetico." Sorrise Sirius nella mia direzione. "È solo che..." si fermò di nuovo cercando approvazione dagli altri tre. "È solo che?" La curiosità mi stava uccidendo. "È solo che lei non è venuta in infermeria, Moony." Concluse James con le spalle leggermente ricurve. Com'era possibile? Sembrava tutto così reale. Il sul tocco sulle mie ferite, il suo modo di sfiorarsi i capelli quando era nervosa. Il suo mezzo sorriso e la sua voce delicata. Io l'avevo vista. Lei era lì. O forse volevo credere che fosse così. "Io l'ho percepita." Dissi con un filo di voce. "Nessuno è venuto se non noi, Lily e Marlene, ma-" James si interruppe alla vista di Lily che lasciava la Sala Comune. "Hai praticamente dormito tutto il tempo." Sirius aggiunse alzando gli occhi al cielo. "Praticamente, si." Concluse Peter. Abbassai lo sguardo sul mio libro perché non ero pronto a guardare le facce attorno a me impietosirsi quando sentii la voce di Sirius. "Non è aria." Sirius si alzò mantenendo una faccia ferma. Io alzai lo sguardo prima sul mio amico che aveva gli avambracci scoperti a causa della camicia leggermente girata e poi sul suo interlocutore. Il ragazzo aveva un'espressione triste, quasi sofferta. I ricci perfetti che erano soliti cadergli sulla fronte, erano scompigliati e non riusciva a non deglutire mostrando il suo pomo d'Adamo. Ignorò il fratello posando lo sguardo direttamente su di me. Regulus Arcturus Black. "Sono venuto per parlare con te." "Sei sordo oltre che il prediletto di casa?" Sirius aveva una voce profonda, lenta e le sue narici si allargarono dopo aver pronunciato quelle parole. Feci un cenno con la mano. "Va tutto bene, Sirius." Gli rivolsi un sorriso, poi mi rivolsi a Regulus. "Che cosa vuoi?" Cercai di nascondere il mio tono aspro. "Te l'ho detto. Devo parlarti." Disse con gli occhi fissi su di me. "Da soli." Disse rivolto verso suo fratello. Sirius fece per andargli incontro con uno scatto, ma venne fermato da James e contemporaneamente dal mio alzarmi. "D'accordo." E lo seguii. Cercai di mantenere il passo evitando di farmi vedere debole e vulnerabile di fronte a lui. Passammo attraverso il lungo corridoio che collegava la Sala Comune alle aule fino ad arrivare davanti allo sgabuzzino delle scope. "Alohomora." Regulus pronunciò la formula puntando la bacchetta verso la serratura. Si guardò intorno con aria furtiva ed entrò facendomi strada. "Beh, allora che cosa vuoi?" "Voglio parlare di Cissy." Disse lui. "Senti, non ci parliamo da settimane, non so a cosa potrei servirti." Feci per andare verso la porta. "No!" Urlò il ragazzo, scosse poi la testa. "Mi dispiace." Lo guardai torvo con un cipiglio sul volto. "L'altro giorno ero nel suo dormitorio-" Si fermò istantaneamente dopo aver visto la mia espressione cambiare. "...Lei stava dormendo." La mia espressione tornò normale pronto ad ascoltare, la mia voglia di sapere stava per essere colmata. Potevo avvertire l'ansia e il rammarico nel suo tono di voce; non c'era il bisogno di poteri magici, ma solo di un po' di empatia, dono che avevo in abbondanza. "Le ho preso una lettera." "E perché mai avresti dovuto fare una cosa del genere? Tu sei suo-" "Perché non l'avrebbe mai spedita." Disse Regulus guardando in basso. "Sei veramente ripugnante. Peggio per lei che non riesce a capire dove riporre la sua fiducia." Ero arrabbiato, provai ad alzarmi velocemente quando Regulus mi fermò mettendomi la lettera accartocciata e sporca di inchiostro nella mano, incapace di dire altro. "Che cosa dovrei farci?" "Leggerla. Solo... Leggila." Regulus mi guardò prima di passarsi una mano tra i ricci. "Se vuoi scusarmi, ho affari importanti di cui preoccuparmi." Disse il tutto con un finto tono severo, uscendo dallo sgabuzzino. Ero rimasto basito dal suo voler nascondere il suo lato sensibile e da quanto fosse stato simile al fratello in quell'istante. Ricordo che mi fece una gran pena, avrei voluto dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, ma non uscì niente. Rimasi lì a fissare quel pezzo di carta, indeciso sul da farsi, per un po'. Sentii un rumore, riposi la lettera nella tasca dei miei pantaloni e, pur di non essere beccato, mi smaterializzai nel mio dormitorio prendendo i libri che mi sarebbero serviti per la lezione di Pozioni. Essere un lupo mannaro sotto la protezione di Silente aveva davvero i suoi vantaggi.