Capitolo 9

2.2K 67 3
                                    

Sono passati una decina di giorni da quando sono andata in ospedale, gli psicologi mi hanno detto che sono troppo stressata e di riposarmi.
Va tutto bene con Justin anche se mio fratello lo odia, ma dovrà accettarlo.

★★★

#Faith#

Ero a casa di Justin per fargli una sorpresa, lui era andato fuori con degli amici e visto che oggi era il suo compleanno lo avrei aspettato in camera sua.

Sua mamma non c'era per quel fine settimana e mi aveva fatto una copia delle chiavi, era molto simpatica quella donna ed era molto contenta visto che Justin non si era mai innamorato veramente, quindi mi aveva accettato senza problemi.

Erano le dieci di sera, stavo aspettando da circa due ore.

Non sapevo che fare così iniziai ad aprire i cassetti.

Calzini, magliette,vecchi compiti di scuola...preservativi?! Richiusi immediatamente il cassetto leggermente imbarazzata, ma aveva 18 anni era giusto che gli avesse.

L'ultimo era pieno di disegni stupedi.

Gli osservai tutti, erano schizzi molto belli, in mezzo ai disegni c'erano degli spartiti per pianoforte, oddio suonava il piano! Era fantastico.

La porta di casa si aprì e si richiuse, era arrivato.

Scesi velocemente le scale.

"Justin!"

"Oo ciao Faith..."

Si teneva a stento in piedi e non riusciva a camminare diritto, ecco perfetto aveva bevuto e non poco.

"Cavolo quanto sei bella dolcezza"

Mi si avvicina e mi bacia, ma il bacio è forte e violento, e sapeva di quello schifosissimo alcool.

Mi stringeva continuamente il sedere.

"Justin, o-ok ora devo andare"avevo paura di lui in quello stato.

"Ma cosa di già? Dai prima ci divertiamo!"

"No Justin, no"

Ma era troppo forte mi aveva preso in braccio e mi stava portando in camera sua.

Mi sale sopra mentre inizia a baciarmi il collo, alza la testa ed inizia a togliermi la maglietta.

"Justin ti prego no, non farlo"

Mi dimenavo sotto di lui, ma era troppo forte per me.

"Stai ferma cazzo"

Mi aveva tolto anche i pantaloncini con le calze.

e mi stava baciando il petto.

Inizio a piangere, non volevo crederci avevo troppa paura.

Si toglie la maglietta e anche i jeans.

Poi mi solleva un po' dal letto e mi slaccia il reggiseno nero.

"Oh si..."

Si morde il labbro mentre inizia a toccarmi il seno.

Lentamente fra noi due non rimane nessun'indumento, chiudo gli occhi mentre lui si infila il preservativo.

Inizia, il dolore è sempre forte ma meno dell'altra volta.

"Justin ti prego basta mi fai male"

"Shh...non parlare"

Stava ansimando e pronunciava di continuo il mio nome.

Finalmente quella tortura finisce e si butta vicino a me nel letto.

"Wow Faith è stato molto...come dire "piacevole"

Si mise a ridere e mi baciò di nuovo.

Io non facevo altro che piangere.

"Oh...ora dormi"

Ero talmente stanca che dopo pochi minuti anche se in quella situazione riesco ad addormentarmi.

#Justin#

Mi sveglio, ho un gran mal di testa e ho una nausea pazzesca.

Mi guardo intorno vedo Faith in intimo nel letto addormentata, ma il viso faceva intuire che aveva pianto molto.

Sul pavimento c'è una carta di un preservativo e capisco tutto.

Ero ubriaco e l'ho stuprata.

Non posso crederci, le ho fatto del male.

Mi viene improvvisamente da vomitare così corro in bagno e vomito l'anima, mi faccio schifo le ho fatto del male.

Sul suo corpo c'erano succhiotti e lividi sulle gambe sul collo sulle braccia.

L'avevo picchiata.

Non si meritava uno come me, no,lei si meritava di meglio uno che sa controllarsi, uno che non la faccia soffrire come ho fatto io.

Mi metto a piangere.

Lei non mi vorrà più e avrà ragione, solo ragione.

Apre dolcemente gli occhi.

Ma appena mi vede la sua espressione cambia immediatamente.

Inizia a piangere e si alza dal letto ma cade, non si regge in piedi.

"FAITH!"

Corro ad aiutarla.

"Non mi toccare Justin."

Quelle parole mi fanno una crepa nel cuore, era proprio così e io non potevo dire nulla.

Si veste in fretta ed esce dalla mia stanza in fretta.

Sbatte la porta di casa.

Ecco è finita, tutto quel meraviglioso sogno è finito.

Ora non ho più nulla.

Distruggo letteralmente la camera.

Ero troppo arrabbiato con me stesso, mi sarei ucciso.

Dopo mi stesi esausto sul letto, quel letto dove avevo fatto tutto quel male a Faith.

Mi rimisi a piangere, odiavo farlo ma non riuscivo a trattenermi.

Non la meritavo più ci saremmo lasciati per forza era stato bello, ma non potevo rischiare di farlo ancora.

All'improvviso mi suona il cellulare.

Un messaggio di Faith!.
Dobbiamo parlare
Oggi pomeriggio verso le cinque al parco.

Non le ripondo, non de la facevo.

Però dovevo incontrarla era un suo diritto.

Dovevo dirle che era finita e che non ci saremmo più visti, lo facevo solo per il suo bene.

FaithDove le storie prendono vita. Scoprilo ora