#Dimitri#
Continuo a correre con Faith fra le braccia la vista annebbiata, dovevo trovare qualcuno subito.
Scendo velocemente le scale, la sua testa buttata all'indietro, il suo braccio abbandonato sulla sua pancia...il bambino, cosa sarebbe successo?
Mi scaravento davanti alla porta dell'infermeria anche se non ci era acconsentito usarla.
Busso istericamente alla porta mentre delle guardie iniziano ad avvicinarsi a me.
La porta si spalanca mostrando il "medico" mi guarda stranito poi guarda il corpo di Faith facendo un ghigno sghembo.
"Cosa vuoi?"
"Aiutala...aiutala ti prego"
È l'unica cosa che riesco a dire, con il fiatone e con un groppo in gola che fra poco sarebbe esploso in lacrime.
"Perché dovrei?"
"Perché è incinta, la prego...è svenuta credo, l'ho trovata così"
"O ma che carino, il ragazzo innamorato"
Una rabbia incredibile inizia a ribollirmi nelle vene.
"Aiutami..o giuro che oggi torni a casa con qualche pezzo in meno"
Sembra spaventato dalle mie parole, sapeva che avevo quasi ucciso una guardia per provare a scappare.
"S-si entra.."
Entro velocemente nella stanza e appoggio Faith delicatamente sul lettino bianco ricoperto da uno strato di Scottex.
Il medico si avvicina e le alza leggermente la manica della tuta scoprendo la sua mano bianca e abbandonata, sente il suo polso.
"Ha dei battiti irregolari, non riesco a capire cosa stia succedendo il lei.."
Sento che non ce la faccio più, mi butto su una sedia vicino al lettino e dopo essermi nascosto la faccia con le mani scoppio in un pianto nervoso.
Dopo qualche minuto sento di nuovo la voce del medico.
"Ma cos.."
Alzo di scatto la testa seguendo la direzione dello sguardo del dottore con gli occhi vedo dei grossi lividi sul suo collo.
"Sembra...che qualcuno abbia provato a strangolarla"
"COSA?!"
"Sembra sia stata asfissiata"
"MA COME CAZZO È POSSIBILE?!"
"Non lo so...ma si dovrebbe risvegliare"
Un ondata di sollievo mi attraversa il corpo.
"C-cosa devo fare?"
"Portala in camera di qualcuno, non farla mai stare sola e fra poco forse oggi o fra qualche giorno si sveglierà"
"Il bambino?"
"Non ne ho idea...credo stia bene"
Mi alzo dalla sedia e riprendo delicatamente Faith fra le braccia ed esco da quello studio.
"Resta con me, so che ce la puoi fare lo so perché sei forte.
N-non mi lasciare ti prego"
Una lacrima silenziosa mi riga la guancia mentre la appoggio sul letto della mia stanza, le lascio un delicato bacio sulla fronte.
Rovisto nella borsa che avevo sotto il mio letto da quando ero qui dentro e tiro fuori una mia vecchia maglia.
Le tolgo la tuta azzurra e la butto da qualche parte nella stanza, provando a non guardarla per non farmi venire in mente strane idee le infilo la maglietta e la metto sotto le coperte.
Le tengo la mano e mi siedo ai piedi del letto, voglio che mi trovi quando si sveglierà.
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1 mese dopo
#Faith#
Guardo il piatto di pasta davanti a me, mi veniva da vomitare solo a guardarlo, figurarsi a mangiarlo.
Non riuscivo più, ero dimagrita di molto, non avevo il coraggio di pesarmi sulla bilancia.
Da quel giorno non ho voglia neanche di uscire dalla stanza, ho solo voglia di stare a letto a piangere.
Guardo Dimitri seduto davanti a me con gli occhi lucidi.
"Su...mangia"
Allontano il piatto da me sentendo arrivare un conato di vomito.
"Faith devi mangiare..."
"Non ci riesco"
"Si Faith, si puoi farcela"
Scuoto la testa cercando di guardare altrove.
"Ti preg-o.."
La voce di dimitri era rotta dal pianto, una lacrima inizia a bagnargli la guancia.
"F-fallo per me Faith"
"No...Dimitri non ci riesco"
"Devi mangiare, ti prego"
Un altra lacrima gli riga la guancia e mi stringe le mani.
"Hai sempre avuto un gran appetito, dove è andato?"
Abbasso la testa, odio che soffra per me.
"Dai Faith, mangia qualcosa ti prego, solo un po'"
Scuoto di nuovo la testa ed inizio anchio a sentire gli occhi bagnarsi.
"FAITH MORIRAI SE NON MANGI!"
Ormai singhiozzava, ma anche se mi aveva detto quella cosa non mi colpiva più, me lo aveva detto talmente tante volte.
"Avanti, Faith ce la puoi fare"
"No.."
Prende il piatto e lo sbatte per terra in un momento di sconforto, ne aveva avuti così tanti durante quel mese, quasi ogni volta che gli rifiutavo il cibo,quel gesto mi fa sussultare.
"Scusa.."
Esce dalla stanza singhiozzando, posso sentirlo urlare con Alec ma non riesco a capire le parole, so al cento per cento che sta parlando di me.
Alzo la maglietta accezzando la pancia ormai dopo quattro mesi abbastanza visibile.
"Scusami piccolo mio, ma non ce la faccio a mangiare"
Inizio a piangere di nuovo, non facevo altro che piangere ma era l'unico modo che avevo per sfogarmi, mi mancava così tanto, e faceva così male.
La porta si spalanca ed entrano Dimitri e Alec.
Alec ha in mano una bilancia, chissà dove l'ha presa.
Dimitri mi fa segno di alzarmi dal letto, una volta alzata mi stringe fra le sue braccia.
"Faith..lo so che sarà difficile ma vogliamo sapere quanto pesi"
"No..ho paura"
"Shh andrà tutto bene"
Alec appoggia la bilancia sul pavimento e mentre Dimitri mi stringe la mano sinistra faccio un passo avanti deglutendo ed appoggio entrambi i piedi sulla bilancia.
" 47 "
Sia Dimitri che Alec abbassano la testa, Dimitri si mette una mano davanti alla bocca soffocando un singhiozzo.
Poi però mi prende fra le braccia e mi porta giù da quell'aggeggio infernale e mi sussurra
"La vinceremo.. la vinceremo iniseme chiaro? Perché si possono vincere anche le battaglie più difficili se le si combatte assieme"
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2 mesi dopo
Ho di nuovo iniziato a mangiare, dopo aver sbattuto la faccia contro la verità ho iniziato ad impegnarmi, vomitavo quasi tutti i giorni, ora va meglio.
Sono seduta sul tetto del riformatorio con Dimitri al mio fianco.
Ormai la pancia è ben visibile, ed iniza a farsi sentire, sono quasi certa che sarà un maschio, è così agitato/a.
Alzo gli occhi verso la luna piena ed il cielo stellato, adoro tutto questo, un vento leggero mi accarezza il volto e chiudo gli occhi ed è come se il vento volesse parlarmi o catare da quanto era dolce il suo suono.
Sento le braccia di Dimitri stringermi forte al suo petto.
"Mangia.."
Dice quasi rimproverandomi, sorrido e infilo la mano nel pacchetto di Skittles prendendone una manciata.
Dimitri ha sempre dietro qualcosa, cerca di farmi mangiare in ogni momento, e infatti credo di essere quasi guarita.
"Sono così contento che ce l'abbiamo fatta"
La sua voce profonda e roca interrompe il silenzio che si era creato.
Lo guardo negli occhi, quei suoi bellissimi occhi marroni.
"Sei stata così forte e brava, sono fiero di te piccola mia"
Mi stringe ancora di più e mi guarda le labbra, io guardo le sue.
Alzo lo sguardo sui suoi occhi, dicono "Baciami baciami baciami"
Inizia ad avvicinarsi pericolosamente al mio viso, i nostri nasi si sfiorano e dopo pochi secondi anche le nostre la labbra.
Mi passa una mano sulla guancia dandomi una piccola carezza brividi si espandono in tutto il corpo, affera il mio viso con entrambi le mani e le nostre labbra si incontrano.
Iniziano a danzare insieme, perfettamente coordinate, dopo lo shock iniziale sollevo le braccia e le stringo intorno al suo collo, sento la sua lingua picchiettare sui miei denti chiedendo l'accesso, senza pensarci glielo concedo, e allora un fuoco si espande dentro al mio stomaco, le nostre lingue iniziano ad avvolgersi e a toccarsi delicatamente, le sue mani viaggiano sul mio corpo e solo in quel momento mi accorgo di quanto tutto questo fosse sbagliato.
"No.."
Sussurro sulle sue labbra allontanandomi un po' da lui.
"Perché no?"
Nella sua voce c'è disperazione, mi sento così in colpa.
"Perché è sbagliato"
Mi alzo e mi allontano da lui raggiungendo il buco nel soffitto dell'ultimo piano dal quale saliamo sul tetto tutte volte.
Mi calo dentro ed inizio a camminare, a caso, prima o poi arriverò da qualche parte.
È sbagliato, è sbagliato è tutto sbagliato..e allora perché ho sentito quelle cose mentre lo baciavo? Perché mi è esploso un fuoco dentro? Ho paura di quello che io posso provare per lui.
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Faith
RandomLe mie unghie graffiavano la sua schiena e le mie gambe stringevano i suoi fianchi per il piacere. Le nostre lingue si incontravano le nostre mani si univano poi si districavano di nuovo per toccarci a vicenda. Dopo un po' iniziai a sentire che era...