Capitolo 18

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#Faith#
Sento la serratura della porta scattare con un suono metallico.
Una guardia vestita con tuta militare entra nella stanza.
"A COLAZIONE!" Urla con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
Prima di uscire mi osserva, probabilmente spogliandomi con gli occhi, mi guarda divertito e si morde leggermente il labbro inferiore.
Esce sbattendo la porta.
"Ma possibile che tutti mi guardano come se mi dovessero scopare merda!"
Alec mi guarda divertito, mentre si alza pigramente dal letto.
"Forse perché sei incredibilmente sexy Faith Benson"
Si chiude nel minuscolo bagno della stanza per non essere preso a schiaffi.
"Come caspita fai a sapere il mio cognome?!"
Esce per un secondo con la faccia fuori dal bagno.
"Sai...quando sta per arrivare la prima ragazza super figa del riformatorio, bhe girano le voci"
Gli tiro sul naso una vans nera, mentre con l'altra mano saltellavo di qua e di la per cercare l'altra.
"Ahi!"
Si lamenta Alec, massaggniandosi il naso.
Ritrovo trionfante la mia scarpa sinistra me la infilo e rubo dalla mano di Alec la scarpa destra, mentre mi dirigo verso la porta.
Usciamo dalla stanza, una massa di ragazzi che corrono per il corridoio tutti nella direzione della mensa.
A volte alzavano lo sguardo e mi guardavano per qualche secondo, alcuni riabbassavano lo sguardo altri facevano fischi di compiacimento...maschi.
Alec mi mette un braccio intorno al fianco con fare protettivo.
"Stai attenta, è piena di ragazzi perversi, alcuni non scopano da più di cinque anni"
"E perché dovrei fidarmi di te?"
"Bhe intanto perché non scopo da solo un anno..."
Gli tirro uno schiaffo sul braccio.
Sorride e continua
"...bhe poi perché ancora non ti ho sbattuta al muro, cosa che tutti questi scimmioni farebbero entro due secondi se ne avessero l'occasione"
"O-ok..." dico perplessa, il discorso si stava facendo imbarazzante
"Hahha che cucciola che sei!"
Sorrido debolmente pensando alle parole di Justin, anche lui mi chiamava cucciola, anche lui mi riempiva di complimenti, anche lui era possessivo con me, mi mancava moltissimo.
Entriamo in una grande porta bianca con una scritta rossa scrostata dal tempo "mensa".
Entro e mi siedo in uno dei tavoli rotondi con Alec, davanti a noi si siedono altri tre ragazzi.
Ci portano una tazza di latte freddo, al centro mettono un piatto di biscotti.
Inizio a bere il latte a piccoli sorsi, ho sempre odiato il latte freddo, ma me lo dovevo far andare bene se volevo mangiare qualcosa.
"Hey bellezza, come ti chiami"
Un ragazzo biondo con gli occhi azzurri mi guarda impaziente di una risposta, devo ammettere che è molto bello, dalle braccia si poteva intuire che aveva un bel fisico e i tratti spigolosi del viso gli davano un aria molto dura.
"Faith..."
"Io sono Dimitri...Dimitri Belikov"
Mi prende la mano e mi bacia le nocche, sento il viso andarmi in fiamme mentre dietologo lo sguardo e lo poso su Alec, sembra infastidito e nervoso, si alza di scatto.
"Io vado Faith, continua pure a parlare col tuo nuovo amichetto"
Dimitri lo fulmina con lo sguardo.
Osservo la mia tazza ancora mezza piena di quello schifo, se ne avessi bevuto solo un altra goccia avrei vomitato.
"No Alec aspetta, mi perdo in questo posto e poi non ho fame"
Un sorrisetto compiaciuto appare sulla bocca di Alec.
"Vieni pure tesoro"
"Aspetta cos..."
Non faccio in tempo a finire la frase che mi bacia con passione.
Non riesco a staccarmi la sua mano spinge dietro al mio collo, non ci capisco niente!
Quando lui finalmente si stacca, guardo la faccia stupita e delusa di Dimitri, mentre su quella di Alec c'è solo un sorrisetto compiaciuto rivolto a Dimitri.
Dimitri si alza dal tavolo e si avvicina al mio orecchio.
"Sembri un po' scossa bambina, avevi mai dato un bacio prima d'ora?"
Lo guardo malissimo, ho una voglia immensa di picchiarlo, ma non voglio finire nei guai.
Lo seguo con gli occhi fino a che non scompare dalla mia visuale.
Alec inizia a camminare velocemente verso la stanza, avevo ancora la mia mano dentro la sua, non ho idea di come ci sia finita.
Appena realizzio cosa è appena successo tiro indietro il braccio facendolo fermare.
"MA TI SEI RINCRETINITO PER CASO?"
"Ooo non io dolcezza ma tu, ti avevo parlato della maggior parte dei ragazzi di questo posto che vuole solo entrarti nelle mutande senza troppe cerimonie? Ecco Dimitri Belikov e uno di quelli, quel russo del cazzo..."
"Sembrava un ragazzo per bene..."
"No Faith non lo è"
"Non è una buona scusa per baciarmi"
"Se lui crede che siamo fidanzati forse ti lascia stare"
Stava urlando, la sua espressione era come quella di un professore quando ti rimprovera davanti a tutti.
Chiudo gli occhi per qualche secondo per non vedere l'espressione arrabbiata di Alec.
Dopo poco li riapro, la sua espressione era cambiata, più dolce.
Sospira e mi abbraccia.
"Scusa Faith, è che mi preoccupo già per te"
"Tranquillo ne ho passate di peggiori"
"C-cosa intendi con questo?"
"Niente, mi fa male solo a pensarci"
Intanto eravamo arrivati davanti alla porta della nostra camera.
"Alec ce le hai tu le chiavi vero?"
Si tasta con le mani le due tasche della tuta non trovandoci niente.
"Ehmm..."
"Alec..."
Una guardia ce le avrà di certo una copia delle chiavi.
Inizio a camminare per il corridio, probabilmente Alec aveva capito cosa volevo fare perché scende lentamente con la schiena sul muro fino a ritrovarsi seduto per terra.
Lo osservo per ancora qualche secondo e poi inizio a correre per arrivare prima alla fine di quell infinito corridoio.
Alla fine del corridio c'è una scrivania bianca sopra c'è qualche foglio stropicciato e penne sparse ocunque.
Un ragazzo che avrà intorno ai 25 anni con tuta militare legge il giornale mentre beve lentamente il suo caffè da una tazza bianca.
Mi guarda infastidito dalla mia presenza.
"Cosa vuoi?"
"Ecco abbiamo lasciato le chiavi nella stanza...e siamo usciti, volevo chiederle se aveva una copia delle chiavi"
Si alza dalla scrivania, si avvicina piano e mi tira un sonoro schiaffo sulla guancia.
"Che cretini che siete...ritieniti fortunata per essere così bella, se no ti avrei già portato dritta dal capo, ah li si che mi sarei divertito"
Fa un sorriso sghembo e inizia a frugare nel suo enorme mazzo si chiavi.
"Che stanza sei?"
"483"
"Ecco tieni..."
Mi lancia una piccola chiave con sopra inciso il numero.
Mi giro senza neanche dirgli grazie, me ne pento amaramente.
"Hey cretinetta, come si dice? Te le hanno insegnate le buone maniere all'asilo? "
Si alza dalla scrivania e cammina verso di me, mi tira un altro ceffone sulla guancia più forte del primo.
"Come si dice?"
"G-grazie"
"Oh ora si ragiona"
Ritorna alla sua cazzo di scrivania.
Inizio a camminare velocemente la guancia mi pulsa e mi pizzica, odio quel posto voglio andarmene subito.
Mi tocco la guancia dolorante e scopro che è bagnata, ho iniziato a piangere senza neanche accorgermene, scende ancora una lacrima, due, tre, quattro iniziano a scendere lacrime velocemente lungo le mie guance.
Arrivo alla porta e sotto lo sguardo preoccupato di Alec apro la porta.
Appena dentro mi butto sul letto ed inizio a piangere.
"Hey che succede?"
Alec si siede sul materasso vicino al mio corpo, inizia ad accarezzarmi la schiena dolcemente.
Dopo un po mi calmo e mi metto seduta.
In quel momento le pupille di Alec si dilatano come se avesse visto un fantasma.
"C-che hai fatto alla guancia"
"Si vede così tanto?"
"Ti ha picchiata?"
"Si,mi ha dato due schiaffi, ma non preoccuparti niente di grave"
Fingo un sorriso.
"Merda lo sapevo che dovevo andare io, ora non ti sarebbe successo null..."
Gli poso un dito sulle labbra.
"Shh, tranquillo"
Mi guarda negli occhi e per qualche secondo resto incantata da quegli occhi stupendi.
Scuoto la testa e distolgo lo sguardo.
"Perché piangevi?"
"Perché mi fa schifo questo posto, perché mi manca Justin..."
Mi metto una mano sulla bocca per zittirmi, non so perché ma avevo paura che Alec sapesse chi fosse Justin.
"Chi è Justin?"
"Ecco...Alec, ehm...è il mio fidanzato"
Improvvisamente Alec si stacca da me e la sua espressione è fra la delusione e la rabbia.
"Tu sei fidanzata? "
"S-si ma..."
"Ma un cazzo potevi dirmelo prima, almeno...bhe almeno ci stavo più attento, ci sei anche stata quando ho dormito con te, chi credi di prendere in giro Faith?"
"Ma io non volevo prendere in giro nessuno, ti prego ragiona"
"No basta, non voglia avere a che fare con le puttane"
"Alec..."
Esce dalla stanza sbattendo la porta.
Cazzo.
Non ce la faccio più sono al limite della sopportazione, mi sono stufata di essere sembre abbandonata dalle persone.
Per di più sto in questo posto del cazzo pieno di dementi del cazzo.
Tiro un urlo liberatorio.
Poi mi ricordo dell unica cosa che mi può far rilassare.
Controllo dentro al borsone che mi ero portata.
Sotto i vestiti trovo il mio amato pacchetto di Malboro nuovo, e l'accendino.
Apro la piccola finestra della "camera" e faccio un lungo tiro, per poi buttare fuori tutto il fumo.
Adoravo fumare, mi rilassava e non mi faceva pensare a niente.
Chissene fotte se in sto posto di merda è vietato fumare.
Finisco la prima sigaretta troppo velocemente così ne tiro fuori un altra e aspiro nuovamente.

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