Capitolo 32

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#Faith#
"Mamma! MAMMA!"
Apro gli occhi di scatto trovandomi davanti le gemme azzurre di Kiara.
I suoi capelli castani erano sparsi sui due cuscini.
Era identica a Justin, gli occhi i capelli i lineamenti del viso, non aveva praticamente nulla di me, apparte il naso leggermente all'insù, quello era l'unica cosa.
Aveva svegliato anche Dimitri che stava brontolando qualcosa mentre sbadigliava.
"Che c'è Kiara?"
"Ho fame!"
Prolunga leggermente l'ultima lettera facendomi ridere, era così dolce.
"Ma luce dei miei occhi sono le sei e mezza ed è Domenica!"
Dice lentamente Dimitri mentre si passa una mano sul suo viso perfetto.
È rimasto stupendo nonostante siano passati cinque anni.
Mi decido ad alzarmi dal cuscino sedendomi sul materasso.
Passo una mano fra i miei capelli neri, sì, li avevo ritinti, da quando era nata Kiara erano cambiate molte cose in me, come il fumare, avevo smesso non appena avevo scoperto della sua esistenza, e poi avevo cambiato colore, ora erano neri come la pece, e mi piacevano tantissimo, Dimitri diceva che sembravo una strega, ma poi mi sussurrava che mi risaltavano gli occhi all'orecchio con la sua voce roca e profonda.
Sorrido al nomignolo che Dimitri ha dato a Kiara, la ama, si sente davvero suo padre, e sono contentissima di questo.
"PAPÀ!"
Presa da un attacco di dolcezza Kiara salta in braccio a Dimitri che la prende per il torace e poi se la stringe forte a se facendola ridere.
"E a me un abbraccio non me lo dai..?"
Domando con le braccia conserte facendo la finta offessa.
Fa un piccolo gridolino mentre si tuffa fra le mie braccia.
Vedo Dimitri ridere, sono troppo contenta di tutto ciò.
Mi avvicino con il mio bacino al suo in modo da essere seduti vicini.
Mi poggia delicatamente una mano sulla coscia stringendo leggermente.
Kiara si stacca dimenandosi dandomi una manata in faccia e qualche calcio, era piena di energia.
Le guardo il polso su cui era allacciato il piccolo braccialetto nero e viola di corda che ci aveva dato Justin al suo battesimo,era venuto solo per darci quello, e per lasciare un bacio sulla testolina di Kiara, ci aveva chiesto di metterglielo, in modo che lei avesse qualcosa di suo, qualcosa che lo legasse a lui, accettai, alla fine aveva il diritto di avere qualcosa del suo vero padre, lei sapeva tutto, e l'aveva presa bene, aveva detto che comunque il suo papà sarebbe stato sempre Dimitri perché la stava tendendo fra le braccia e perché le voleva bene.
Mi ricordo ancora che la sua prima parola non fu "mamma" ma "papà" ricordo ancora le lacrime di Dimitri sul suo volto mentre se la stringeva al petto.
Ritorno alla realtà, mi ero di nuovo persa nei miei pensieri.
Ora era seduta sulle gambe di Dimitri lui le accarezzava leggermente la testa con le sue mani grandi, con l'altro braccio se la stringeva al petto.
"Mamma,Papà.."
Mi scappa una piccola risata per il modo in cui aveva pronunciato quelle due parole, sembrava un discorso così serio.
"L'altro giorno Ashton mi ha baciata"
"COSA?!"
Vedo il viso di Dimitri aprirsi in un espressione di sorpresa.
"Sì, proprio qui"
Si indicò le labbra con il suo minuscolo indice.
Dimitri stringe i pugni, era geloso lo sapevo.
"Nessuno tocca la mia principessa, e nessuno può baciarla"
Dice scherzosamente anche se sapevo che era davvero geloso.
"O ma dai papà, sono grande ormai"
"Sì sei già grande tesoro"
Pronuncia quelle parole quasi sussurrando mentre le metteva una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Mi accorsi solo ora che era già cresciuta così tanto, stava crescendo e io non me ne stavo accorgendo, probabilmente fra poco me la sarei ritrovata davanti alla porta a salutarmi perché sarebbe partita per una città lontana per studiare, era vero quando dicevano che i figli crescevano in fretta e non ce ne si rende nemmeno conto.
"Sono contentissima, sono sicura che sarà un bravissimo e bellissimo bambino"
Dico sorridendo mentre le accarezzavo la guancia.
"Ragazzo,mamma, siamo grandi"
Dice quasi riproverandomi.
"Ah si...scusa!"
Dico alzando le mani in segno di resa mentre ridacchiavo.
Tutto ad un tratto allunga le sue braccia e ci stringe a lei tutti e due.
"Vi vorrò bene per sempre mamma e papà"
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10 anni dopo...
"VI ODIO!"
Urla Kiara mentre inizia a salire velocemente le scale.
Sento sbattere violentemente la porta e in quel momento crollo.
Era circa un anno che andava avanti così, non ce la facevo più.
Inizio a piangere mentre mi accascio sul divano in pelle bianca.
"Hey hey hey..."
Sussurra piano Dimitri sedendosi accanto a me e stringendomi fra le sue braccia.
"Dio mio è intrattabile, non posso farle fare tutto quello che vuole, che madre sarei?! Ma così la sto perdendo"
Dico fra un singhiozzo e l'altro.
"No, no tesoro, non la stai perdendo, è l'adolescenza, fidati, andrà tutto bene, tranquilla"
Mi calmo un po' a quelle parole, ma vedo lo sguardo di Dimitri abbastanza distrutto.
Hanno sempre avuto un bel rapporto, e ora si sta sgretolando.
"Ha proprio il carattere di quella leonessa!"
Sussurra Dimitri per smorzare la tensione e farmi tornare il buon umore.
Faccio una piccola risata, già stavo meglio.
"Già, è proprio una ribelle"
"Ma in fondo ci vuole bene lo so, e solo un periodo"
"Giusto"
Cerco di auto convincermi che tutto vada bene con mia figlia, e che sia solo uno sbalzo di ormoni.
#Kiara#
Li odio, li odio, li odio immensamente tutti e due.
Cazzo mai una volta che mi facciano uscire.
Mi siedo con rabbia sul mio letto prendendomi la testa fra le mani.
Sento il mio cellulare vibrare sul comodino.
Lo prendo violentemente facendolo cadere, sul pavimento.
Sbuffo e lo ritiro su controllando i danni..la cover si era leggermente scheggiata, cavolo era la mia cover preferita.
Sblocco lo schermo e apro l'icona dei messaggi.
Da Ashton♡:
Piccola apri quella finestra, sono sotto casa tua, ti farò uscire stasera
Sorrido, io amo il mio migliore amico!
Apro la finestra guardando in basso.
Aveva una felpa grigia della Vans, degli skinny neri e un cappello grigio che gli stava perfettamente sui suoi capelli neri.
Fa piccole nuvole di fumo con il fiato, fa abbastanza freddo.
Guarda verso di me e mi fa l'occhiolino prima di iniziare a salire verso la mia finestra, lo avrà fatto milioni di volte.
Salta dentro camera mia e i suoi occhi verdi smeraldo si posano velocemente sul mio viso.
"Buonasera figlia di Simba"
Sbuffo al solito "nomignolo" mi chiama così da quando avevamo cinque anni, avevo dato a lui il mio primo bacio in prima elementare, eravamo stati insieme ben due settimane, un record per i bambini di quell età, ci conosciamo dall'asilo ed è l'unica persona che ho, e mi basta.
Guardo il suo viso, è davvero un bel ragazzo, poi da quandi si è fatto il piercing al labbro inferiore...già era sexy solo con l'orecchino ora è decisamente stuprabile.
"Devo prepararmi merda, potevi dirmelo prima!"
"No merda non mi dire che ti devi preparare"
"Siiii"
"Ok allora ritorno fra quanto... Duemilacinquecento anni? Ti bastano?!"
Ridacchio facendogli segno di abbassare la voce, se mia mamma mi scopriva ero morta.
Chiudo la porta a chiave e mi fiondo sul mio armadio.
"Aiutamii"
Sussurro ad Ashton che siera perso a guardare le foto attaccate allo specchio.
"Dai le hai guardate duemila volte quelle foto forza!"
Ride e si posiziona dietro di me, mi stringe la vita ed alza lo sguardo verso i miei vestiti.
È normale quel contatto, molti ci scambiano per fidanzati, ma no, siamo amici.
"Di che ti preoccupi piccola, tu staresti benissimo nuda.."
Mi dice in modo sensuale all'orecchio per poi scoppiare in una risata con me.
"Cretino spostati"
Lo spingo via delicatamente ed afferro una magietta nera lunga fino a metà coscia, e visto che siamo a Febbraio mi metto sotto delle calze nere.
Mi spoglio del mio pigiama, non mi dava fastidio la presenza di Ashton eravamo abituati a vederci mezzi nudi, a forza di andare in piscina ed al mare insieme, e dormire a casa dell'altro ecc.ecc. vabbè non era un problema.
Mi infilo la maglietta e successivamente le calze.
Zoppico fino allo specchio mentre finisco di infilarmi le calze.
Prendo in mano l'eyeliner e lo punto addosso ad Ashotn come se fosse un arma.
"Tu prova a muoverti mentre mi metto questo e ti castro chiaro?!"
"Signor sì signore"
Dice facendo il saluto militare, sbuffo per la sua stupidaggine e mi giro verso lo specchio.
Dovevo essere concentrata al massimo mentre mi mettevo quel coso.
"Woo guarda quì Kiara!"
Mentre facevo la seconda riga di eyliner Ashton mi "spiaccica" in faccia il suo Iphone facendomi vedere qualcosa che neanche capisco cosa, il mio solo pensiero è :Ho sbagliato la riga di eyeliner per colpa tua ora...ti uccido va bene?!
Mi giro verso Ashton e gli salto addosso scherzosamente iniziando a fargli il solletico.
"B-basta ti prego, s-scusa non volevo bastaa!"
Sapevo che il suo punto debole era il solletico.
"Ti avevo detto di stare fermo!"
"Sì sì lo so scusa ma non ho resistito.."
Mi sposto dal suo corpo ridendo e ritorno allo specchio.
Finito di truccarmi mi infilo i miei Dr.Martens neri, niente tacchi o vestitini, sarei dovuta saltare giù da una finestra.
Pettino i miei lunghi capelli fino a sotto il seno e mi guardo allo specchio.
"Sei bellissima"
Mi giro verso Ashton, quando vuole sa essere incredibilmente dolce.
"Grazie.."
Prendo la mia amata giacca ti pelle nera e me la infilo sulle spalle, me l'aveva regalata papà un anno fa, e la mettevo ancora, ci tenevo troppo, prima di regalarmela se l' era tenuta una settimana dentro il suo armadio, e aveva il suo profumo, mi sembrava di avere papà sempre vicino.
Sorrido nel sentire ancora il profumo della sua acqua di colonia e afferro il cellulare infilandomelo in tasca.
"Bene possiamo andare"
Ashton sorride sollevato ed inizia a scendere giù dalla finestra, lo seguo dopo poco stando attenta a non ropere le calze.
Quasi alla fine la suola delle mie scarpe scivola sulla superficie bagnata dei mattoni e cado.
"Presa!"
Ero in braccio ad Ashton i nostri visi erano vicini e sentivo il suo cuore martellare fortissimo nel suo petto.
Era per la discesa...no?
"Grazie"
Scendo a malincuore dalle sue braccia ed inizio ad incamminarmi verso la sua macchina.
Mi siedo sul sedile del passeggero ancora leggermente imbarazzata.
Sento lo sguardo di Ashton bruciarmi addosso mentre mette in moto.
"Sei ancora più bella quando arrossisci sai?"
Sorrido leggermente, perché tutti quei complimenti? Certo ci volevamo bene, ma era la prima volta che si comportava così.
Giro la testa verso il finestrino e guardo la strada sfrecciare sotto le ruote della macchina, non riesco a capire il suo comportamento.
Sento una mano calda appoggiarsi delicatamente sulla mia coscia per poi stringere un po', sussulto sul sedile risucchiando l'aria.
A quella reazione Ashton toglie subito la mano e il mio cuore inizia leggermente a rallentare.
"S-scusa"
Sussura mentre guarda sulla strada, posso vedere un leggero luccichio nei suoi occhi.
Non rispondo frasi tipo "non importa" oppure "tranquillo" o peggio ancora "va tutto bene ero solo sovrappensiero"
Resto in silenzio perché nessuna di quelle frasi era vera e anche perché non sarei riuscita a dire neanche una sillaba in quel momento.
Per calmarmi un po' e per pensare ad altro infilo la mano nella tasca della giacca di pelle...bingo! tiro fuori il rossetto rosso che avevo lasciato lì dentro dopo una delle tante feste.
Abbasso l'aletta parasole della macchina e faccio scorrere lo specchio, una luce si accende in alto ed inizio a passarmi sulle labbra il rossetto, era di un color porpora abbastanza scuro, il mio preferito.
Lo ripasso varie volte sempre per avere qualcosa da fare, una volta completato il lavoro, mi passo un dito ai bordi delle labbra per togliere le piccole sbavature e richiudo l'aletta parasole, ributtandomi con la schiena sul sedile.
Dopo pochi minuti finalmente arriviamo al locale.
Scendo velocemente dalla macchina e tiro un lungo respiro, non so perché sono così nervosa, mi sento un enorme peso sullo stomaco da quando Ashton ha posato la sua mano sulla mia coscia sinistra.
Ashton ci mette un po' a scendere dalla macchina, intanto guardo il locale, si sente la musica da fuori e davanti ci sono già alcuni ragazzi ubriachi e gente che si limona violentemente attaccata al muro.
Aspetto Ashton che mi prende per la vita e mi stringe a se, era sempre così, mi teneva sempre stretta a se con fare possessivo ogni volta che entravamo in un locale e difficilmente mi perdeva d'occhio, anzi praticamente mai.
"Ti sta bene quel rossetto, dio ti rende così sexy.."
Dopo quelle parole sento salire il vomito, non perché Ashton mi faccia schifo, anzi, ma perché non capivo cosa stava succedendo, io odio non capire cosa sta succedendo, mi mette troppa ansia.
"Che hai? Da quando siamo in macchina non hai spiccicato parola"
Lo guardo distrattamente mentre abbozzo un sorriso.
"No tranquillo è tutto appostissimo"
Aggiungo quell "issimo" per fargli capire che avevo voglia di scherzare e divertirmi, anche se in verità non ne avevo nemmeno un po'.
Stringe ancora di più la presa sul mio fianco mentre ridacchia ed entriamo nel locale.
Il solito odore di fumo, alcool e sudore mi entra nelle narici, ma ci ero abituata.
Ci dirigiamo subito al bancone dove Ashton ordina un bicchiere di vodka, mentre io mi accendo una sigaretta rubata da Ashton.
Sento il fumo riempirmi i polmoni per poi uscire lento dalla bocca, adoravo quella sensazione di rilassamento, e adoravo fumare, anche se non lo facevo spesso, non potevo farmi scoprire dai miei.
Un ragazzo di circa diciotto anni mi si avvicina, perfetto manca solo questo.
"Hey dolcezza ti va di farti un giro nel retro con me?"
Non è ubriaco, è semplicemente un puttaniere.
Mi aveva poggiato la sua schifosa mano sinistra sulla guancia mentre l'altra era poggiata sul sedere.
"No spostati"
Cerco di spostarlo ma non si muove di un centimetro.
"Eddai, ci divertiamo solo un po'.."
"Ha detto di no."
Ashton.
"E tu chi cazzo sei?"
Gli dice duro il ragazzo.
"Sono il suo ragazzo ora spostati se non vuoi trovarti quella schifo di faccia che ti ritrovi aperta a metà"
Si stava trattenendo, aveva serrato la mascella e stringeva i pugni.
Non mi sorpende questo comportamento, non è la prima volta che qualcuno ci provi con me in discoteca, e lui mi ha sempre salvato.
"Oddio che paura..quanti anni hai..quindici?"
Era troppo, sembrava che gli stesse uscendo del fumo dalle orecchie.
"Spostati da lei cazzo!"
Urla mentre gli tira un pugno sul naso che lo fa finalmente staccare da me.
Si porta le mani intorno al suo naso gocciolante di sangue, si piega su se stesso mentre sussurra un "figlio di puttana" ad Ashton.
"Kiara vieni quì"
Apre le braccia e mi ci fiondo dentro, non stavo per piangere, non ero una ragazza che piangeva facilmente, anzi, però ero quasi rinata grazie al suo abbraccio.
"Scusa avrei dovuto stare più attento"
"Non è colpa tua"
"Brutto pezzo di merda, giuro che nessuno ti farà mai del male fino a che starò con te chiaro?"
Lo stringo ancora di più, gli voglio troppo bene.
Proprio in quel momento la musica cambia diventando un lento.
Le coppie che prima si strusciavano fra di loro iniziano a ballare lentamente guardandosi negli occhi, alcuni però continuano a limonare e a palparsi, ma che ci si può fare?
Guardo instintivamente Ashton che mi prende la mano baciandola leggermente.
"Mi concede questo ballo?"
Sorrido e annuisco.
Appoggio una mano sulla sua spalla mentre gli stringo l'altra, lui appoggia la sua mano libera sul mio fianco e appoggio la testa sul suo petto.
Iniziamo ad ondeggiare leggermente, continuo a guardare le nostre mani intrecciate e mi concentro sul bellissimo calore che la sua mano provoca sul mio fianco, è tutto perfetto in questo momento mi sento protetta.
Ad un certo punto alzo la testa dal suo petto per guardarlo negli occhi, lui guarda nei miei, instintivamente guardo le sue labbra, se le inumidisce leggermente con la lingua ed iniza ad avvicinarsi pericolosamente al mio viso, la musica del lento mi entra nelle orecchie, non riesco a capirci niente, sono attratta dalle sue labbra.
Dopo pochi secondi sento le sue labbra sfiorare le mie.
"Ho così voglia di baciarti.."
La sua voce roca e la musica mi si mischiano nel cervello, lascia la mia mano per appoggiarmi la sua sul mio viso, e lì, perdo il controllo, la sua mano era troppo calda e il suo tocco troppo piacevole.
Gemo leggermente al suo tocco e sento stringermi ancora di più.
"Dio.."
Sussura prima di azzerare le distanze, tengo gli occhi aperti per la sorpresa ma poi gli richiudo godendomi quel momento.
Devo staccarmi, devo staccarmi devo...
Sento la sua lingua picchiettarmi sui denti e non so perché gli lascio l'accesso.
Vado decisamente a fuoco, non riesco a staccarmi, ancora un po' di quelle labbra, ancora qualche secondo.
Le nostre lingue iniziano ad intrecciarsi le mie mani vanno instintivamente fra i suoi capelli che tiro leggermente, geme a quel gesto,cosa che fa solo aumentare il fuoco e la sensazione che provavo nel basso ventre.
Realizzo quanto sia sbagliata questa cosa, quanto questo bacio lo sia, lui è Ashton il mio migliore amico, punto.
Mi stacco velocemente da lui a malincuore e mi allontano di qualche passo dal suo corpo.
Sento freddo tutto ad un tratto, mi manca il suo tocco, il suo calore.
Nei suoi occhi si può vedere la tristezza, sono leggermente lucidi.
Cosa ho fatto? Cosa gli ho appena fatto credere?
"S-scusa"
Sussurro balbettando mettendomi a correre per andare fuori dal locale, sento chiamarmi ma non mi fermo, non ce la faccio.
Mi ritrovo fuori dall'edificio e finalmente riesco a respirare, credo di avere un attacco di panico.
Respiro a fatica e mi accascio contro il muro del locale cercando di respirare, ma è come se i miei polmoni si fossero chiusi faccio fatica a parlare, anzi non ci riesco, ho paura non riesco a muovermi, il mio cuore è a mille.
"Kiara!"
La voce di Ashton mi entra nelle orecchie, ero salva, non sarei morta per arresto cardiaco quì sopra.
"Kiara, dio mio"
Stringe il mio corpo al suo per qualche secondo, poi si stacca per guardarmi.
Inizio a piangere, era raro che piangessi, specialmente davanti alle persone.
Questo peggiorava solo il mio stato, inizio a boccheggiare per cercare di respirare.
"Kiara, Kiara guardami"
Mi prende delicatamente per il viso e fa incontrare le nostre iridi.
"Guardami, shh va tutto bene ok?"
I suoi occhi verdi riescono subito a tranquillizzarmi, era riuscito a calmare uno dei miei attacchi di panico.
Inizio a respirare normalmente, e con sollievo mi accascio sul muro.
"Va meglio?"
"S-sì"
"Mi hai fatto prendere un colpo.."
Sorrido leggermete a quelle parole mentre lui mi sposta una ciocca dietro l'orecchio.
Mi ristringe al suo corpo e ora sono tranquilla, non ho paura, inalo il profumo che emana la sua felpa bagnata un po' dalle mie lacrime.
Finalmente riesco a mettermi in piedi anche se barcollando un po'.
"Andiamo a casa?"
Non potevo rovinargli la serata, so quanto lui ami questo posto.
"N-no sto bene, vai dentro ti raggiungo"
"Tu ti aspetti che dopo quello che è successo io ti lasci da sola?"
Mi prende per mano ed iniza delicatamente a trascinarmi dentro il locale, io intanto con la mano libera mi asciugo le lacrime e cerco di mettere a posto il trucco ormai andato.
"Hey piccola che ne dici se ti offro da bere?"
Sento una mano poggiarsi sul mio sedere e stringere forte.
No,non di nuovo.
Mi giro di scatto, e quando vedo il viso del ragazzo, anzi dell'uomo davanti a me non riesco a muovermi.
"Lasciala stare schifoso.."
Zittisco Ashton con un gesto con la mano, e torno a guardare la persona di fronte a me.
Occhi identici ai miei, capelli dello stesso identico colore, i tratti del viso...
Instintivamente mi porto una mano sul braccialetto di corda che avevo da quando ero piccola.
Improvvisamente il mio cervello elabora un immagine, era l'uomo che avevo davanti, molto più giovane, un leggero acceno di barba che ora è scomparso, nella mia immagine era in lacrime.
"J-justin? "
Rimane a bocca aperta a sentire il suo nome pronunciato da me.
"Hey Justin ti vuoi muovere?!"
Un altra voce, ma non riesco a staccare gli occhi dai suoi, due ragazzi sulla trentina, come Justin,gli si affinacano.
"Kiara?"
Finalmente parla e lì mi risveglio dal mio stato di trance.
"Kiara che sta succedendo chi è lui?"
Chiede Ashton, si sente dalla voce che è abbastanza alterato.
"Il mio padre di sangue mi ha appena palpato ecco cosa è successo.."
Pronuncio quelle parole quasi sussurrando, ma so che le hanno sentite tutti.
"Cosa cazzo dice questa Justin?"
Chiede un ragazzo moro alle sue spalle.
Ashton aveva un espressione indecifrabile in faccia, non riuscivo quasi a reggermi in piedi, e credo neanche Justin.
"L-lei è mia figlia.."
I due ragazzi smettono immediatamente di sghignazzare ed iniziano ad osservarmi, avevano capito che era una cosa seria finalmente.
"Scusami.."
Sussurra Justin, non riesco neanche a parlare, ha ancora la mano avvolta al mio polso, e continua a stringerlo forte.
"Lo hai tenuto.."
Dice aprendo la mano dal mio polso e guardando il braccialetto, tira su col naso mentre una sua lacrima mi bagna il palmo della mano.
Alza di nuovo i suoi occhi e li fissa nei miei, sono identici, in qualsiasi sfumatura, sono la versione femminile di Justin.
"Sei diventata così bella"
Alza la mano per poggiarmela sulla guancia, ma mi scosto bruscamente, fino a qualche minuto prima mi aveva palpato.
Sembra immensamente ferito dal mio gesto, un altra lacrima mi bagna, questa volta il polso.
Non sto provando pena, solo schifo, per quello che ha fatto a mia madre, sono quasi contenta che non sia lui mio padre, non sarei mai riuscita a vivere con un deficente puttaniere come lui, Dimitri il mio vero padre, era la perfezione in persona.
"Scusami...scusami tanto se non ci sono stato per te"
Era troppo, ritiro il polso velocemente dalla sua presa e gli tiro un forte schiaffo sulla sua guancia.
I suoi due amici sussultano, mantre Ashton si avvicina a me, sapeva che da lì a poco avrei pianto,quell'argomento era un tasto dolente.
"Tu non hai idea di cosa le hai fatto" urlo, non riesco più a contenermi "...stava morendo, stava diventanto anoressica, aveva smesso di mangiare, potevamo morire entrambe perché tu eri un bambino di merda a diciannove anni, tu non hai idea di quanto ribrezzo provi verso di te, non so neanche perché tengo questo cazzo di braccialetto al polso"
"Kiara.." la voce di Ashton cerca di calmarmi, ma non ce la faccio più era troppo tempo che aspettavo di dirgli in faccia tutto questo, anche se ora potevo sembrare patetica e avevo le lacrime che mi rigavano le guance non me ne fregava niente.
"..tu ora hai anche il coraggio di tornare da me e dirmi scusa? Tu dovresti solo bruciare all'inferno, Io sto benissimo con mio padre quello vero, non mi servono le tue scuse, e non mi serve la pena di nessuno, perché io qualcuno che mi ama ce l'ho a differenza tua, e non me ne frega un cazzo che tu non mi abbia voluto"
Ashton mi stringe a se mentre inizio a singhiozzare sulla sua maglietta, lui continua a sussurrarmi cose rassicuranti all'orecchio, ma l'unica cosa che riesco a sentire era la rabbia che provavo verso quell'uomo.
Era distrutto si vedeva da come mi guardava, gli occhi pieni di lacrime che gli rigavano le guance, i suoi due amici guardavano la scena a bocca aperta, loro probabilmente non sapevano niente.
"Sai una cosa? Riprenditelo il tuo cazzo di braccialetto.."
Strappo senza troppa fatica il braccialetto ormai indebolito da continue docce e bagni al mare e glielo tiro addosso, anzi cade proprio ai suoi piedi, mi guarda un ultima volta prima di piegarsi per terra e raccogliere il braccialetto che era stato legato al mio polso per quindici anni, provo quasi un senso di gelosia nel vederglielo in mano.
"Ashton portami a casa"
Dico con voce priva di emozione, e cercando la sua mano.
Appena la trovo lui le fa intrecciare, questo gesto riesce a farmi stare un po' meglio.
Ashton guarda in cagnesco Justin e si allontana dalla discoteca con me.
Entriamo in macchina ed accende il motore, appoggio la testa al finestrino sentendo un fortissimo mal di testa ed il bisogno di piangere ancora, ma dovevo resistere.
"Mi dispiace, non sarei dovuto venirti a prendere è tutta colpa mia"
"No, no Ashton ti prego, non darti colpe, non è colpa di nessuno è solo successo"
Dopo un quarto d'ora siamo sotto casa mia, ho troppa paura di entrare, controllo il cellulare, venti chiamate perse da mia mamma.
Ormai dovevo entrare dalla porta.
Sospiro e apro la portiera, erano le due di notte, mi uccideranno.
"No, Ashton non posso affrontare anche loro"
"Tranquilla vengo con te"
"No, no non devi.."
Ma lui si dtava già incamminando verso la porta.
Lo raggiungo a grandi falcate e respiro qualche secondo prima di suonare il campanello.
Dopo neanche due secondi mi apre mio padre in lacrime, dio odiavo vederlo così.
"Dio mio Kiara mi hai fatto morire"
Mi stringe forte a se, non ci abbracciavamo da così tanto tempo.
"Scusa papà"
"Dovrei essere incavolato nero ma non ci riesco"
Mi scappa una piccola risata fra le lacrime e lo stringo ancora di più.
E poi entra mia madre e rovina tutto.
"TU NON PUOI CAPIRE QUANTO CI HAI FATTO PREOCCUPARE! SEI UNA DEFICENTE TI AVEVO DETTO DI NON USCIRE.." sposta i suoi occhi di fuoco da me ad Ashton.
"...E TU CARO IL MIO ASHTON DOVRESTI AIUTARLA A NON FARE CAVOLATE VISTO CHE SEI UN ANNO PIÙ GRANDE DI LEI!"
"M-mi scusi.."
Risponde imbarazzato guardandosi le scarpe.
"Mamma lascia stare Ashton è tutta colpa mia"
"TU DEVI INIZIARE A PORTARE UN PO' PIÙ DI RISPETTO NON SO COSA DEVO FARE CON TE! COME POSSO FIDARMI DI UNA RAGAZZA CHE SCAPPA DI NOTT.."
"Faith adesso basta, vuoi dirmi che non sei mai scappata di casa per andare ad una festa alla sua età? Andiamo, cerca di essere tollerante"
Amo mio padre, si arrabbierà domani, lo conosco, ma tutto quello che mi serviva ora era un abbraccio come quello che mi aveva dato lui.
La mamma sembra calmarsi finalmente.
"Fila in camera tua"
Dice con voce apatica, priva di emozioni, mi fa rabbrividire questo.
Vado da Ashton e gli lascio un dolce bacio sulla guancia gli sussurro un "grazie" all'orecchilo per tutto quello che aveva fatto.
Mi restituisce il bacio ed esce fuori dalla porta di casa mia.
Io corro in camera mia buttandomi sul letto ed iniziando a piangere.
Dopo qualche minuto sento bussare alla porta.
"Kiara? Possiamo parlare?"
Papà.
"È aperto.."
Sussurro piano.
Entra e si siede sul mio letto guardandomi sempre negli occhi.
Non era arrabbiato, era deluso, che era ancora peggio.
"Non guardarmi così"
"Così come?"
Dice con voce fredda, odiavo la voce fredda di mio padre.
"Come se fossi deluso da me"
"Ma io sono deluso da te"
A quelle parole scoppio di nuovo in un pianto disperato,odio quando qualcuno è deluso da me, specialmente mio padre.
"No, no ti prego...urlami contro, picchiami, mettimi in punizione, non farmi uscire tutta la vita, ma non dirmi che sei deluso da me, per favore"
Dico fra i singhiozzi.
Il ghiaccio nei suoi occhi si era sciolto, infatti mi stringe in un abbraccio, io continuo a piangere sulla sua spalla per qualche minuto, lui mi accarezza i capelli, è così bella quella sensazione.
"Non lo fare mai più, chiaro?"
Annuisco e lui stringe la presa.
"Volevo solo uscire con Ashton, non pensavo che voi vi sareste preoccupati tanto.."
"Kiara, noi ti amiamo, è per questo che ci preoccupiamo per te, tutto quello che facciamo è solo per il tuo bene"
"Scusami"
"Ti sei già scusata, basta abbiamo capi-.."
"No, scusa perché ho spezzato il nostro rapporto bellissimo, mi dispiace papà, non me ne rendevo conto che ci stavi male"
Lo sento risucchiare l'aria per la sorpresa.
Mi gira in modo che i nostri occhi si incontrino, mi prende il viso fra le mani e mi lascia un bacio sulla fronte.
"Ti perdono tesoro"
La sua voce trema leggermente, gli stringo forte la mano e lui stringe la mia.
"Sai...mi mancano i pomeriggi in cui andavamo al parco insieme a prendere il gelato, tu ciccolato e stracciatella io melone e panna, dove andavamo sull'altalena e io ti parlavo di tutti i miei problemi, e sai papà, i problemi da quando non te li racconto più sono.." mi trema un po' la voce " impossibili da affrontare"
I suoi occhi sono lucidi, mi stringe nuovamente a se e mi lascia un bacio sui capelli.
"Recupereremo il tempo perso te lo giuro"
Sorrido alle sue parole ed inizio a giocare con le sue grandi mani.
"Che fine ha fatto il braccialetto Kiara?"
Mi irrigidisco di colpo e lui se ne accorge.
"Dimmelo, cosa è successo in quella discoteca?"
"Ho incontrato...Justin" si irrigidisce di colpo anche lui, e stringe i pugni "mi ha chiesto scusa,non sono mai stata così arrabbiata in vita mia, alla fine della mia sfuriata mi sono strappata il braccialetto e gliel'ho tirato addosso"
Ho sorvolato la parte in cui mi toccava il culo, mio padre lo avrebbe fatto a pezzettini.
"Ti ha fatto del male?"
"Nono, io in verità gli ho tirato uno schiaffo però.."
"Grandissima la mia piccolina dammi il cinque"
"Papà! "
"Ok scusa scusa.."
Iniziamo a ridere insieme, era così tanto tempo che non lo facevamo,ci buttiamo entrambi sul letto mentre ridevamo con le lacrime agli occhi.
"Ti amo papà"
Mi avvicina a se e mi lascia un altro bacio sulla fronte.
"Anchio Kiara, anchio"
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Apro gli occhi di scatto sentendomi la testa leggermente pensate, mi giro e mi trovo ancora abbracciata a mio padre, ci eravamo addormentati così.
Guardo l'ora...le dieci di Sabato due Febbraio.
Decido di svegliarlo come lo svegliavo quando ero piccola, anzi decido di chiamare anche la mamma, per fare un po' pace con lei.
Mi alzo delicatamente sul letto e dopo aver sceso le scale mi dirigo in cucina, mia mamma stava armeggiando nervosamente con qualcosa.
"Mamma?"
Fa un piccolo salto per la sorpresa e poi si gira verso di me.
Mi guarda con due occhi pieni di amore, un po' tristi, ma pieni di amore.
"Scusami mamma"
"Ahh avanti vieni qui"
Sorrido e mi avvicino al suo corpo per abbracciarla.
"È andata, acqua passata, non ti preoccupare troppo, anche se il cellulare per una settimana te lo tolgo"
Ridacchio sulla sua maglietta e la guardo con occhi dolci.
"Ma noo mamaa"
Iniziamo a ridere tutte e due, ora mi sentivo abbastanza bene.
"Shh voglio svegiare papà"
Capisce al volo le mie intenzioni visto che lo facevamo sempre quando ero piccola.
Siamo una con le labbra vicino all' orecchio sinistro di papà e l'altra con le labbra vicine all'orecchio destro.
1...2...3..
"PAPÀ"
Gli urliamo contemporaneamente nelle sue povere orecchie.
Sussulta ma fa finta di dormire ancora con un sorriso sulle labbra, dopo qualche secondo un braccio prende la mia vita e un altro prende la vita della mamma e ci sbatte entrambe contro il suo petto, urliamo tutte e due per la sorpresa.
Apre gli occhi iniziando a ridere,e a ruota iniziamo a ridere anche io e la mamma.
"Le mie due donne..."
Dice lasciando un bacio sulla fronte a me e un delicato bacio sulle labbra a mia madre, sono così dolci!.
"Vado a prendere una cosa.."
Dice papà alzandosi dal mio letto, prima di uscire dalla porta mi fa l'occhiolino, ma io non capisco.
Ritorna dopo qualche secondo con entrambe le mani dietro la schiena ed un sorriso a trentadue denti.
"Faith.."
La mamma di alza in piedi leggermete confusa.
"So che forse non è proprio un luogo adatto o particolarmente rimantico, ma so che sei la donna della mia vita, l'ho sempre sentito, dal primo istante im cui ti ho vista, tu e i tuoi capelli azzurri,ne abbiamo passate tante ma abbiamo continuato ad alzarci e a continuare il nostro cammino, iniseme, mano nella mano,e io sento che questo viaggio voglio continuarlo mano nella mano con te.."
La mamma è in lacrime, anche se cerca di non darlo a vedere, il mio cuore sprizza felicità da tutti i pori nel sentire le sue prossime parole.
Si inginocchia davanti a lei mostrandole una scatolina nera all'interno rivestita di blu con al centro un anello molto sottile, erano rami di albero intrecciati imsieme, su ogni foglia era incastonata una minuscola pietra azzurra, era semplicemente meraviglioso nella sua delicatezza.
"Faith Liya Beson.."
Il mio cuore va a mille, non so come faccia la mamma a tenersi ancora in piedi.
"Vuoi sposarmi?"
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FINE.



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