✼ •• ┈ Make me feel your size, baby ┈ •• ✼
Proprio come avvenuto in occasione del loro primo incontro, così Taehyung si era sistemato il colletto della camicia un'ultima volta prima di bussare alla porta della camera 696 – non senza prima essersi assicurato che le lancette dell'orologio da polso segnassero le nove di sera in punto. Jungkook non gli sembrava una persona troppo tollerante dell'attesa, e siccome già sembrava un miracolo che fosse riuscito ad ottenere un secondo appuntamento con lui, Taehyung non si sentiva coraggioso abbastanza da testare quella teoria per averne conferma.
Attese giusto un paio di secondi prima che la porta venisse spalancata e la figura slanciata e definita di Jungkook gli si stagliasse di fronte in tutta la sua prestanza. Gli occhi grandi ma ermetici del suo cliente bucarono i suoi per quelli che gli parvero minuti interi prima che Taehyung si decidesse a liberarsi da quella trappola stretta per lanciare un'occhiata di apprezzamento al fisico di Jungkook.
Quella sera, Taehyung non riuscì a fare a meno di notare come l'altro avesse la stessa espressione della prima volta che si erano incontrati, e che il suo vestiario invece, sembrava aver sperimentato un cambiamento piuttosto evidente. Se la prima volta che si erano visti, a Taehyung era sembrato che Jungkook volesse mostrare la sua parte migliore e più perfetta, adesso sembrava tanto volesse mostrarsi in abiti più informali...?
Gli attillati pantaloni in pelle erano stati sostituiti da dei jeans chiari e strappati su più punti che, obiettivamente, gli fasciavano le cosce con una perfezione che Taehyung si stupì di come fosse riuscito a non sbavare; la camicia bianca era stata sostituita da una sottile e leggera maglia borgogna dal profondo scollo a 'v' che mostrava fieramente il collo ben tornito, le clavicole nette e definite e, non per ultimo, il solco tra i pettorali di cui aveva avuto un piccolo assaggio la volta prima.
La giacca scura dal taglio moderno – e soprattutto costoso – abbracciava le sue spalle in modo sublime, e gli anfibi dal carro armato spesso e alto gli fornivano la dose di ormone necessaria a fare prosciugare la gola di Taehyung come se avesse ingoiato sabbia.
Che Jungkook fosse ricco lo aveva capito – visto anche quanto pagasse le sue performance –ma non si era mai posto il problema di quanto lo fosse fino a quell'istante in cui, adesso che l'ansia del primo incontro non era più così tanto preponderante, si era concesso il lusso di studiarlo un po' più a fondo.
Di Jungkook sapeva solo che fosse una persona abbastanza curiosa e disinibita, ma era quella l'unica cosa che gli doveva importare, no?
Tuttavia, la piccola curiosità di saperne di più sulla vita del suo cliente gli punzecchiava la mente e lo tartassava come un piccolo tarlo a cui – almeno in quell'istante – non poteva dare freno. Avrebbe potuto chiedere a Jimin, vero, ma Taehyung preferiva di gran lunga venire a conoscenza delle abitudini di Jungkook da solo perché...
Beh, perché era fatto così, semplicemente – e perché Jungkook sarebbe stato in grado di rendere sensuale anche la lista della spesa, a suo avviso.
Si leccò il labbro inferiore e fece un piccolo sorriso verso Jungkook, che si era posato con l'avambraccio sulla porta con un sottile ghigno ad incurvare le labbra piene. «Buonasera, V.» salutò, facendo scorrere gli occhi sulla sua figura ancora una volta, in un modo non poi così tanto discreto.
Taehyung dubitò che Jungkook conoscesse l'esistenza o il significato di quella parola, comunque.
Essere scrutato, studiato e guardato in quel modo non era una cosa che apprezzava particolarmente perché lo faceva entrare in paranoia; aveva come il timore che se l'altro avesse continuato a guardarlo in quel modo, avrebbe visto il nervosismo stringergli lo stomaco e riprendere a solleticargli le interiora con l'intento di farlo vomitare all'istante.
STAI LEGGENDO
Meet Me Again [TaeKook]
Fanfiction"«Non me lo stai proponendo davvero! Dimmi che non mi stai proponendo davvero di pagare qualcuno che possa intrattenermi! Un gigolò!» esclamò, incredulo. Jimin arricciò il naso e roteò gli occhi allo slancio di immotivata drammaticità del suo miglio...