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✼ •• ┈  Wanna win you ┈ •• ✼



Con le mani strette al volante, le labbra assottigliate in una smorfia decisa e un vigore mai provato prima ad invadergli il petto, prese un profondo respiro con lo sguardo fisso e concentrato sul panorama di fronte a sé – come se non fosse un animato andirivieni di persone di tutte le età e ceti sociali, ma come una sorta di fluire senza nome e senza volto composto solamente da anime vaganti alla ricerca di caffeina. 

Come biasimarli, comunque. La caffeina – componente necessaria ed imprescindibile ai fini del corretto funzionamento del suo corpo – era ciò che gli scorreva nelle vene in quantità sicuramente pericolosamente alte ma che, senza quella, non avrebbe comunque saputo come affrontare lo stress che tutte le sue giornate gli procuravano senza avere un crollo nervoso prima della sera. Infatti, ciò che i passanti stringevano tra le mani o sorseggiavano mentre lanciavano un'occhiata agitata all'orologio non era poi così tanto diverso da ciò che lui si sentiva pronto a fare. 

Però, quantomeno, la vita gli aveva almeno risparmiato il doloroso salasso di dover ricorrere ai mezzi pubblici per muoversi; era il suo fedelissimo destriero moderno l'invenzione migliore di tutti i tempi, la stessa che lo aveva accompagnato di fronte a dove inizio e fine si congiungevano, dove avrebbe dato una svolta epocale alla sua ricercata e cerimoniosa vita di alta classe. 

Il suo classismo non si era affievolito poi così tanto in quei giorni di valutazione del proprio livello di commiserazione, ma poteva affermare con orgoglio palpabile quanto fosse stato bravo nello scindere le due cose fino ad arrivare a considerare la persona a cui non poteva rinunciare come un caso a sé che, pertanto, richiedeva delle attenzioni e delle valutazioni molto più accurate.

Si morse l'intero della guancia, lanciò un'occhiata allo specchietto retrovisore e sistemò i ciuffi corvini accuratamente ordinati con dita puntigliose ed attente; la curva della sua frangia non doveva per nessun motivo ricadere sui suoi occhi, solo il sopracciglio sinistro doveva essere mostrato e le basette dovevano tassativamente essere pettinate verso il basso senza che si sparpagliassero lungo le guance. 

"Colui il quale ha inventato la lacca dovrebbe essere osannato fino alla fine dei tempi." pensò,  mugugnando con fare assorto nel silenzio dell'abitacolo pregno del profumo che si era spruzzato con fare non troppo disinteressato. 

Solo dopo aver superato la valutazione del suo sguardo attento ed aver soddisfatto i requisiti per apparire impeccabile, Jungkook annuì tra sé e rizzò le spalle. Voltò il viso da una parte all'altra per osservarsi attentamente, picchiettò con i polpastrelli il contorno occhi e strinse appena le labbra in modo che apparissero un po' più rosse e voluttuose;  lasciò che lo sguardo ricadesse sui suoi vestiti, di cui esaminò le pieghe dell'aderente maglione a collo alto affinché mostrasse senza esagerare il solco tra i suoi pettorali e l'asciuttezza del suo addome, si sincerò che i pettacci della giacca antracite ricadessero perfettamente ai suoi lati e che nascondessero i piercing e passò in rassegna delle sue gambe per l'ultima volta.

I suoi compagni di avventura comunemente definiti pantaloni di pelle abbracciavano le sue cosce contro cui batté un paio di volte le mani per infondersi sicurezza, stringevano la sua vita sottile accentuandone la silhouette  e si premurò di scendere dall'auto con uno slancio perfetto e sicuro tipico del Jeon Jungkook che tutti meritavano di ammirare almeno una volta nella vita.

Tutti, meno una persona – ovviamente.

Nel caso della suddetta persona, la sua ammirazione  doveva durare nel tempo ma non sedimentarsi perché a Jungkook non interessava essere solamente ammirato. Il mondo intero lo faceva, ma un qualcuno poteva anche avanzare qualche pretesa in più – senza imbattersi nella sua più totale indifferenza, ovviamente. 

Meet Me Again [TaeKook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora