✼ •• ┈ Unspoken truth┈ •• ✼
Con fare assente e occhi vuoti fissi su di un dettaglio indefinito di fronte a sé, Taehyung osservò i chicchi di caffè venire risucchiati dal macinino con sguardo opaco e inespressivo, quasi indifferente al mondo circostante. Il volto era diventato una sorta di maschera piatta e di difficile interpretazione, le labbra erano costantemente strette e assottigliate, irrigidite nella loro sottile e rigida sottigliezza, i cui angoli pericolosamente incurvati verso il basso cozzavano con il brusio acceso e vivace dell'ambiente familiare creatosi al Cozy Caffeine.
Con automatismo raccolse la macinatura fresca dall'intensa e aromatica nota tostata ed inspirò profondamente, lasciandosi andare ad un silenzioso e impercettibile sospiro che riecheggiò solo nel vuoto dei suoi pensieri.
«Ma allora, quanto tempo devo aspettare per avere il mio decaffeinato?!»
La voce grassa e arrochita da quella che sembrava essere una dipendenza patologica da catrame arrivò alle sue orecchie con la stessa delicatezza di una bastonata sugli stinchi, portandolo a sobbalzare sul suo posto per il tono brusco e indisponente. Il tamburellare delle dita impazienti e tozze dell'uomo con più baffi che capelli si intensificò all'espressione smarrita di Taehyung il quale, voltatosi di scatto, ne osservò l'atteggiamento intollerante e dispotico.
Allargò gli occhi e si apprestò ad accelerare i suoi movimenti con il solo intento di dimostrare all'uomo seduto al bancone – e ancora intento a fissarlo con sguardo irritato e sprezzante che lo stava silenziosamente sfidando a perdere altro prezioso tempo per servirlo – che stava dedicando tutta la sua attenzione alla sua ordinazione e non a commiserare la sua sfortuna in ambito relazionale.
Taehyung mollò la presa sul contenitore ricolmo di caffè macinato – e decisamente non decaffeinato – e si asciugò le mani sul grembiule, catapultandosi verso la macchinetta del caffè con urgenza. «Arriva! Solo un attimo!» esclamò con voce ansiosa, rivolgendo al cliente diversamente simpatico un piccolo sorriso di scuse che non venne ricambiato ma di cui non si aspettava un reale ritorno, comunque.
Infatti, se possibile, l'uomo ne parve perfino più indispettito, arrivando a roteare gli occhi e a mugugnare a denti stretti un "Dannati baristi scansafatiche." che Taehyung non udì ma che Yoongi riuscì a catturare.
La presa sulla mezza arancia che stava affettando con meticolosa precisione si strinse e, per un solo ma intensamente soddisfacente istante, fantasticò sull'idea di potergliela strizzare direttamente negli occhi. Tuttavia, ciò che lo aveva sorpreso, era che tale simpatico commento era stato rivolto verso Taehyung – notoriamente conosciuto per essere colui il quale riusciva a sorridere apertamente e rabbonire anche i più burberi dei soggetti – per cui lasciò perdere la versione bassa del pinguino di Batman e spostò l'attenzione sul reale fulcro di suo interesse.
Quasi in automatico, gli occhi attenti e affusolati di Yoongi si posarono sulla schiena di Taehyung e, se possibile, si assottigliarono ancora di più, riducendosi in due fessure studiose e conoscitrici; non aveva avuto modo di parlare troppo con Taehyung e questo lo frustrava e lo indisponeva più di quanto gradisse constatare con se stesso.
Era tornatoa casa solo due giorni dopo la cena avvenuta a casa di Jimin, se c'era statauna cosa che fin da subito aveva attirato la sua attenzione, era stato ilsilenzio estremo che aveva accolto il suo rientro in casa – e che avevacontinuato a permeare la sua esistenza con fare inquietante e insistente.
Taehyung era una persona notoriamente rumorosa, una di quelle capaci di palesare la propria presenza anche nel buio dell'oblio o nella più improbabile delle situazioni; eraingombrante, era disordinato ed era assolutamente indispensabile per riempirele sue giornate di mutismo totalmente voluto edincondizionato.
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Meet Me Again [TaeKook]
Fanfiction"«Non me lo stai proponendo davvero! Dimmi che non mi stai proponendo davvero di pagare qualcuno che possa intrattenermi! Un gigolò!» esclamò, incredulo. Jimin arricciò il naso e roteò gli occhi allo slancio di immotivata drammaticità del suo miglio...