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✼ •• ┈ Your apology needs to be as loud as your disrespect was ┈ •• ✼



La tortura cinese a cui Jungkook era stato sottoposto durante l'ora e mezza di film in cui era stato costretto a guardare un gruppo di animaletti parlanti intenti a ricercare una refurtiva per conto di un procione un po' bastardo, era trascorsa con tale lentezza che più di una volta aveva rischiato il crollo nervoso o di ricadere addormentato sulla spalla di Taehyung. 

Aveva ammirato la sua capacità di rimanere concentrato sul film senza mai distogliere gli occhi dallo schermo, ma non se ne sarebbe fatto troppo un problema se solo non gli fosse sembrato che Taehyung avesse smesso perfino di battere le palpebre; l'unico suo accenno di vita era arrivato solamente quando aveva avvolto un braccio attorno alle piccole spalle di Jiwon intento ad accoccolarglisi addosso e allo sfiorare leggero dei capelli di quest'ultimo fino a farlo cadere profondamente addormentato – un po' come Yongho, la cui resistenza al torpore e a quel film da strapazzo era stata nettamente inferiore. 

Con il viso era schiacciato contro il suo bicipite, gli stringeva il braccio quasi come se fosse stato un peluche, mormorando di tanto in tanto qualcosa nel sonno. Jungkook aveva cercato di ignorare il fatto che, potenzialmente, quel piccolo moccioso con la cipollina sulla testa avesse sbavato spudoratamente sulla manica della felpa di Taehyung ed, inoltre, aveva perfino provato a dire qualcosa – anche se poi, alla fine di tutto, era solo riuscito a boccheggiare come un idiota senza sapere cosa fare o come intavolare la conversazione senza risultare irritato. 

Era sicuramente estremamente complicato scusarsi, ma iniziare il discorso lo era, forse, anche di più. 

Jungkook aveva quindi sbuffato dalle narici, aveva provato a muoversi un po' per cambiare posizione ed aveva perfino cercato di liberare il braccio dai tentacoli del moccioso alla sua destra, ma le manine paffute di quel piccoletto sembravano dotate di ventose e quindi era stato costretto a lasciare che il suo corpo venisse pervaso dal formicolare delle sue membra indolenzite fino a che gli agognati titoli di coda non erano apparsi in tutta la loro benedetta liberazione. 

Jin e Namjoon erano riemersi da Jungkook non sapeva dove, ma le guance chiazzate di rosso di Namjoon e il sorrisetto dalle labbra arrossate del suo fidanzato, non lasciavano molto spazio all'immaginazione alla sua mente particolarmente acuta e avvezza a quei dettagli; li riconosceva, i languori nelle iridi accese e vacue, perché erano i segni distintivi di momenti particolarmente interessati trascorsi tra le gambe di qualcuno ma, poiché Taehyung non sembrava nemmeno essersene accorto, Jungkook aveva serrato le labbra ed aveva chiesto tacito aiuto per liberarsi dalla presa di Yongho.

Per Taehyung era stato altresì divertente vedere Jungkook muoversi impacciatamente per non svegliare nessuno dei due gemelli, ma non poteva affermare che non gli avesse fatto piacere vederlo cercare di tollerare quella situazione senza emettere più di piccoli sbuffi appena accennati; Jin si era premurato di invitarli a consumare la cena che, con ogni probabilità, i due gemelli avrebbero consumato solo molto tempo dopo e rigorosamente davanti la televisione. 

Incredibilmente, a sbuffare più di Jungkook riusciva a farlo il vento, le cui sferzate imperiose impattavano drammaticamente sugli spessi vetri delle finestre, lo sciabolare di quelli che sembravano proiettili luminosi si stagliavano contro le mura della casa che li ospitava e, ovviamente, la bufera annunciata con disarmante tranquillità, era arrivata puntuale quanto la sua sfiga.

Tuttavia, anche se Jungkook valutava se stesso come una persona impavidamente avventuriera, l'imperversare della neve era davvero troppo spaventoso per poter anche solamente concepire di affrontarla e, ovviamente, gli fu immediatamente chiaro che non sarebbe riuscito a tornare a casa quella sera.

Meet Me Again [TaeKook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora