✼ •• ┈ Ready to get dirty? ┈ •• ✼
Sorseggiò un po' del vino bianco versatosi in un momento di solitudine e puntò gli occhi sul piccolo biglietto che, innocente, se ne stava placidamente appollaiato sul tavolo della cucina. Riluttante, lo afferrò e lo strinse tra le dita, rigirandoselo davanti al viso per qualche istante e ancora incredulo per la decisione presa durante uno slancio di non sapeva neanche lui cosa.
La sua mente era un bivio, dove le due strade conducevano alla stessa decisione ma con motivazioni diverse. La scusa plausibile – e la più semplice da assecondare – era sicuramente anche quella più convincente, e prevedeva l'accettazione di quella follia grazie ai concitati discorsi di Jimin. Ma, nel profondo, Jungkook era sempre stato abbastanza sincero con se stesso, non tanto per onestà intellettuale quanto perché si considerava l'unica persona di cui poteva quotare un'effettiva intelligenza superiore alla media, e nonostante quella fosse l'idea più disastrosa che il suo migliore amico avesse mai avuto... non poteva imputargli nulla.
Perché, ad accettare, era stato proprio lui.
A dirla tutta, il pensiero di avere qualcuno disposto ad assecondare i suoi desideri – qualsiasi essi fossero – lo intrigava, gli stuzzicava la fantasia e la mente in un modo un po' strano e, dopo tanto tempo, un'insolita trepidazione si era fatta spazio tra le pieghe della noia. Le possibili situazioni che si sarebbero potute venire a creare lo allettavano terribilmente – perché di stranezze ne aveva viste e vissute tante, e quella era una situazione più nuova che insolita.
Sbuffò dalle narici e chiuse gli occhi, decretando che prendersi un momento per se stesso fosse stata la cosa migliore e la cosa peggiore che avesse potuto fare in quel giorno di assoluta follia. Di momenti con se stesso ne aveva avuti fin troppi in quei sei mesi di solitudine, ma anche se non ne aveva sofferto particolarmente, il tarlo dell'inabissarsi della sua ultima relazione non sembrava riuscire a smettere di divorargli i pensieri.
Davanti ad un bicchiere troppo vuoto e una mente troppo piena, Jungkook rialzò il capo e mosse circolarmente il collo, alzando curiosamente un sopracciglio al post-it dalla forma fallica che Jimin aveva incollato sulla sua agenda, su cui spiccavano le frasi "Mi ringrazierai." e "Presto ne avrai uno vero." insieme a tutta una serie di piccoli disegni che – per il bene della sua mente – era buona cosa non attenzionare.
Si appuntò mentalmente di armarsi di una mazza chiodata con cui carezzare dolcemente la nuca del suo migliore amico e guardò quel numero intensamente, quasi come se avesse potuto parlargli e raccontargli ancora una volta perché stava temporeggiando così tanto nel contattare il suo nuovo passatempo.
Di quel gigolò – perché, a discapito di quanto Jimin si ostinasse ad affermare, colui che stava per chiamare non rappresentava nient'altro che quello – conosceva solo il numero di telefono e sapeva solamente che lo avrebbe atteso al Plaza. Quando Jimin gliene aveva parlato, blaterando circa l'ambientazione assolutamente perfetta per un primo incontro, i suoi lineamenti si erano velati di curiosità e di sorpresa perché... beh, chi non avrebbe gradito poter avere una stanza al Plaza? Soprattutto perché non aveva alcuna intenzione di aprire le porte di casa sua ad un perfetto sconosciuto – con il rischio di doversi anche sorbire la vista di un uomo trastullarsi allegramente tra le sue lenzuola.
"Mi raccomando, Kook. Non farlo attendere troppo perché, anche se è nuovo, è già molto richiesto. Ricordati che l'esclusiva va guadagnata." Quel commento malizioso e allegro di Jimin era stato interrotto da un'imprecazione acuta proveniente dallo stesso per come una spilla trattenuta tra le labbra gli aveva punto la punta della lingua, ma Jungkook l'aveva interpretata come una punizione divina per avergli fornito dei neuroni capaci di partorire quel tipo di commenti.
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Meet Me Again [TaeKook]
Fanfiction"«Non me lo stai proponendo davvero! Dimmi che non mi stai proponendo davvero di pagare qualcuno che possa intrattenermi! Un gigolò!» esclamò, incredulo. Jimin arricciò il naso e roteò gli occhi allo slancio di immotivata drammaticità del suo miglio...