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✼ •• ┈ A sky full of stars┈ •• ✼



Poggiato con atteggiamento fintamente rilassato contro la portiera al lato passeggero della sua auto, Jungkook si lasciò andare ad un piccolo sospiro mentre ostentava una posa disinvolta come a dimostrare che no, lui non era nervoso o tantomeno turbato dall'incognita che era quella serata.

Quasi con fare automatico, con dita veloci si sistemò le ciocche corvine plasmate dalla lacca e dalla cera che aveva preventivamente applicato con cura possibilmente maniacale, incrociò le gambe davanti a sé e sbuffò ancora una volta. Non perché stesse annegando nel nervosismo dell'attesa, proprio no.

In fondo, stava solamente aspettando che Taehyung facesse finalmente capolino da oltre il portone di un condominio che necessitava sicuramente di una piccola opera di ristrutturazione da circa cinquantasette secondi, avevano solamente un'intera serata a loro disposizione, un appuntamento da vivere, un mucchio di tempo da trascorrere insieme ed una moltitudine di cose da vedere.

Quelle prospettive erano allettanti, gli innestavano dentro trepidazione, ma non nervosismo. Jeon Jungkook non era mai nervoso, solo positivamente turbato – ed era esattamente in quel modo che si sentiva, soprattutto nel vedere il nulla cosmico allargarsi attorno a lui come a ricordargli che sì, lui stava attendendo qualcun altro e non il contrario. 

Era sorprendente e sicuramente vi avrebbe posto maggiore attenzione, se solo non fosse stato già reduce del suo consueto rimuginare sulla vita e su se stesso; era sfiancante perfino per una persona resistente come lui avere a che fare con il suo cervello brillante ma troppo caparbio per essere messo a tacere facilmente. Jungkook non poteva materialmente prestare attenzione anche al palpitare atipico del suo cuore – furiosamente esagitato dall'attesa – né voleva consapevolmente ripensare ai quasi quarantacinque minuti trascorsi all'interno della sua cabina armadio demolita dal suo smattare non troppo velato. 

Diamine, si era reso conto di necessitare di un nuovo guardaroba e anche di nuovi capi d'abbigliamento che fossero capaci di contenere i suoi bicipiti più gonfi e le sue spalle più larghe più di quanto la camicia che stava indossando potesse fare – ma tale colpevolezza non era sicuramente imputabile alle flessioni extra in cui si era prodigato prima di entrare in doccia. Non del tutto, almeno. 

Jungkook si considerava una persona impeccabile sotto ogni singola sfaccettatura all'umanità nota, ma essere un attimino qualcosa di più gli faceva più gola di quanto potesse sostenere; rendere i suoi muscoli più definiti, osservarsi per lunghi istanti riflessi allo specchio del bagno e scrutarsi con criticità affinché tutto potesse risultare al proprio posto non era sicuramente sinonimo di nervosismo. 

Non nell'agenda di vita di Jeon Jungkook, almeno. 

Quella sua puntigliosità era dovuta alla vanità che contraddistingueva la sua persona e di cui Taehyung era più che semplicemente a conoscenza; quest'ultimo aveva vissuto quel suo lato caratteriale molto più di quanto avrebbe potuto farlo una qualsiasi persona che non lo aveva visto nel suo momento di maggiore sensualità, per cui era certo che Taehyung avrebbe potuto solamente apprezzare la meticolosità delle sue scelte – di tutte le sue scelte. 

Aveva sempre prestato attenzione ai dettagli e quello non era di certo il suo primo appuntamento! Ne aveva vissuti tanti e non era un ragazzino alla sua prima cotta, ma il tremore persistente delle sue mani, lo scalpitare del suo animo al pensiero di essere riuscito a vincere la possibilità di mostrare quanto potesse essere una persona fantastica sotto ogni singola sfaccettatura esistente – o, ancora, il suo crogiolarsi nel pensiero di non avere strane regole a condurre il loro appuntamento...

Meet Me Again [TaeKook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora