Capitolo8

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Dopo che Shoto mi raggiunse in bagno per assicurarsi che fosse tutto ok, io mi calmai. Il polso continuava a farmi male e lui con un panno bagnato cercava di farmi alleviare il rossore. Eravamo in piedi, uno davanti all'altro, lui teneva delicatamente il mio braccio ed io senza neanche averci fatto caso con l'altra mano stringevo la manica della sua maglia.

"Scusa, non mi ero resa conto che sti stessi per strappare la maglia" ridacchiai appena mentre mollai la presa. Lui sorrise, alzò lo sguardo dal mio polso e mi guardò negli occhi. Riecco le maledette farfalle.

"Momo, perché lui era qui? Come mai lo hai invitato alla festa di Denki?" mi chiese facendo sparire quel suo accenno di sorriso.

Ora, cosa potevo mai dire? Che l'ho invitato perché l'avevo visto passare con un'altra? Che l'ho invitato per gelosia? E che poi era lui quello geloso che mi ha anche fatto del male? Che ho fatto una figura di merda ad invitarlo?

"Stavo parlando con lui della festa e mi chiese di poter venire". Faccio pena con le bugie, non le so proprio dire, e quando mento abbasso lo sguardo e porto la mano vicino alla bocca. Riposi di nuovo lo sguardo su di lui e lo vidi perplesso. "Non credevo fosse un tipo del genere. Stavamo studiando insieme in questo periodo, insieme alla sua migliore amica, è sempre stato gentile con me, mi ha sempre trattata bene anche quando eravamo soli. Però a quanto pare ha questo lato suo oscuro che di sicuro non fa per me" dissi sbuffando e mollando la sua presa dal mio polso, poiché mi sentivo meglio. Presi il panno e lo misi nel cesto dei panni sporchi di Jirou. Sapevo quanto lei ci tenesse a tenere casa in ordine.

"Cerca di non rimanere da sola con lui, se devi ancora frequentarlo" disse asciugandosi le mani e uscendo dalla porta del bagno, aspettandomi.

Shoto non è il tipo di persona che impone qualcosa a qualcuno, il suo motto è -vivi e lascia vivere- è palese. Però in quelle sue parole percepì preoccupazione e in più speranza che io non mi vedessi più con Togai. Dentro di me provai solo piacere, perché non era possessione, ma...affetto.

"Non credo che studierò più con loro, parlerò con Mei e le spiegherò la situazione". Gli sorrisi e lui annuì. Notai che il suo sguardo divenne più dolce, meno freddo.

Ritornammo in sala e la situazione si fece tesa. Io sfoggiai uno dei miei soliti sorrisi e alzai le braccia al cielo. "E allora? La musica? Mina, fammi un cocktail che tanto dopo mi sfondo di torta" ridacchiai e tutti mi dedicarono un sorriso dolce e la festa continuò. Si avvicinò Denki a me.

"Stai bene? Tu sei più importante, per me possiamo chiudere tutto" mi disse mettendomi una mano sulla spalla e guardandomi con quegli occhi gialli super dolci, io lo abbracciai forte e gli accarezzai la schiena.

"E tu per me sei più importante. Ora sto bene, se n'è andato e questo è l'importante. Scusami per la sceneggiata che ha fatto" sciolsi l'abbraccio e lui mi fece l'occhiolino, come per dire che non fosse successo nulla, mi scompigliò appena i capelli e tornò da Kiri e Bakugou a fare lo scemo.

Mi sedetti sul divano e, poiché lasciai la borsa lì, la aprì per recuperare il telefono. Notai di avere un messaggio non letto.

Shoto: vieni fuori sul balcone? Era la prima volta, dalle superiori che Shoto mi mandava un messaggio. Mi alzai dal divano e mi diressi fuori. L'appartamento di Jirou era piccolo, ma aveva un balcone molto ampio pieno di piante, un dondolo per tre persone, tavolino, sedie...insomma ideale soprattutto per le sere di estate. E fortunatamente quella sera, l'aria era perfetta.

"Shoto?" appena uscì mi guardai intorno e vidi il colore dei suoi capelli provenire dal dondolo. Sorrisi e mi diressi da lui sedendomi. Il dondolo era per tre giusto? Quindi io mi sedetti da una parte, lui dall'altra e il mezzo rimase vuoto. Perché non mi sono seduta accanto a lui? Perché mi vergogno, così vicina a lui inizierai a torturarmi le mani fino a rompermele. Ma nonostante fossi un po' distanziata lo stesso iniziai a fare quei gesti.

quadrifoglio || todomomoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora