Il sole mi cuoce i capelli, mentre cammino per le vie della ridente Milano. Fa caldo, i miei abiti sono leggeri ma non abbastanza, non possono fare più di tanto per farmi stare al fresco. Improvvisamente ricordo perché non mi piace l'estate. Il caldo. Il caldo è terribile. Anche il freddo è terribile. Vabbè.
Le gambe procedono spedite, non mi piace camminare lentamente, mi dà i nervi. Certo, a volte mi stanco, ma come ogni altra cosa è solo questione di allenamento, no? E poi devo arrivare in anticipo, mi piace arrivare in anticipo, avere del tempo in cui si aspetta la gente. Mi piace avere quei cinque minuti di brainstorming in cui organizzo le idee e mi preparo mentalmente a vedere una persona o delle persone. Perciò devo camminare velocemente.
Mi piace camminare in città, passare accanto a diversi scenari. C'è il bar con i tavolini fuori, sui quali sono seduti dei signori sui cinquantacinque anni che parlano tra loro. Nei bar i televisori si colorano di gare motociclistiche, non ho mai capito cosa trovino i baristi di interessante in esse. Ma poi, si mettono d'accordo? Com'è che ogni singolo bar in circolazione dà il motociclismo alla tv? Vabbé.
Ci sono dei ragazzini seduti su delle panchine in un parchetto. Hanno i capelli rasati ai lati, vestono con pantaloni da basket e magliette larghe di materiali plasticosi. Ovviamente hanno il borsellino, quel marsupio generalmente blu, rosso e bianco che si portano sempre addietro. Dicono di odiare la Francia, ma poi si vestono con i colori della sua bandiera. Ironico, no? Poi hanno delle piccole casse nere, che tengono in mano. Da esse esce musica trap italiana, una vera gioia per le mie orecchie. Adoro sentire l'autotune sparato a palla su delle basi a caso senza nemmeno un senso logico, o una struttura della canzone. A quanto pare è questa la musica dei giovani, bah.
C'è un bambino, avrà all'incirca tre anni, un puffo, che cammina dando la mano a sua madre. È tenero, cammina sbandando un po', usando la mano della madre come punto stabile su cui fare appiglio. È carino, paffuto, con i pochi capelli corti e biondi e gli occhi scuri. Ultimamente i bambini mi stanno più simpatici, li ho sempre detestati. Forse è perché mi ricordano mia figlia, che ho avuto da poco. Si, questa è una spiegazione plausibile.
Imbocco le strade quasi a memoria, la strada la conosco bene. È bello quando conosci bene una strada e la fai quasi ad occhi chiusi, ti dà un senso di sicurezza e stabilità che non mi dispiace per niente, mi rilassa. So perfettamente dove devo svoltare, quali strade sono a senso unico e quali no, dove ci sono i semafori, dove non ci sono, dove posso passare col rosso senza venire investita, dove devo aspettare il verde. È bello conoscere queste cose. È bello conoscere i tragitti.
Ora mi devo sbrigare. Nostro figlio esce da scuola tra venti minuti, voglio essere lì almeno cinque minuti prima. Ravvelocizzo il passo, in realtà non serve ma lo faccio per sicurezza, e forse anche per abitudine. Preferisco non rischiare. Faccio così da sempre, e francamente non mi va di cambiare.
Alla fine arrivo all'asilo, con sette minuti d'anticipo. Perfetto. RImango fuori dalla stuttura, in piedi, ad aspettare l'uscita del bambino. Mi piace avere questo spazio di tempo per cazzeggiare, è come una pausa, un momento di respirazione. Poi la vita può riprendere come prima, però mi prendo sempre quei cinque minuti per staccare un attimo dal mondo. E poi se faccio due cose diverse di fila senza pause mi stanco molto. Mi infilo un auricolare, e faccio partire la mia playlist tranquilla. Adoro questi momenti, in cui tutto sembra sospeso, in cui non devo fare niente, in cui sto aspettando di fare qualcosa. Adoro questi momenti di attesa in cui non ho fretta.
Sono arrivate le tre e mezza, e entro nella struttura per prendere mio figlio. Lo trovo a giocare con altri bambini, gli dico che dobbiamo andare ma lui oppone resistenza. Decido di farlo giocare per altri cinque minuti, di certo non gli fa male. Mi metto a riordinare le sue cose, mi immergo nei miei pensieri. Sento le voci dei bambini che urlano, delle madri che gli dicono di tornare a casa. Vedo Irene, la madre di una compagna di classe di mio figlio. Ultimamente mi sento come attratta da lei, è bellissima. Perdo qualche attimo a contemplarla nella sua bellezza, oggi ha una gonna verde e una maglietta rosa, si è tagliata i capelli e ora sembra un fungo carino, con le ciocche davanti che le cadono sugli occhiali. È bellissima. Improvvisamente ricordo di avere già una fidanzata, Lara. Cazzo. Ultimamente sono attratta da entrambe le ragazze, non ci sto più capendo nulla, insomma non mi sembra di avere semplicemente gli ormoni a palla, non ho più tredici anni. Scuoto leggermente la testa, non voglio farmi prendere da questi pensieri proprio oggi.
Per fortuna arriva mio figlio Davide a distrarmi. Mi salta addosso con tutta la delicatezza di cui è capace, cioè pari al livello di un elefante, e mi chiede di andare. Acconsentisco, e usciamo dalla struttura. All'esterno c'è Lara in macchina che ci saluta, e ci fa cenno di salire. Anche lei è bellissima. È bassa, decisamente bassa. Io invece sono alta, è buffo quando camminiamo l'una accanto all'altra, c'è una bella differenza tra le nostre teste. Lara ha i capelli castano scuri, quasi neri, liscissimi, lunghi fino all'ascella. Ha la carnagione molto chiara, e indossa sempre un cappello per coprirsi la fronte, che trova brutta. Io la trovo bellissima.
<<Elena cosa fai, ti sei imbambolata?>> Mi riprendo un attimo e tutta imbarazzata prendo Davide per mano e saliamo in macchina. Lara ci saluta con uno di quei sorrisi bellissimi che solo lei sa dare, e prende Davide per dargli due poderosi baci sulle guance. <<Per me niente?>> Faccio la faccia offesa. Lara mi dà un breve bacio sulle labbra <<Non sarai mica gelosa di nostro figlio>> <<Io? Ma quando mai?>> Finiamo la scenetta sorridendo, mi sento al sicuro con lei. Mi viene in mente come sarebbe se ci fosse anche Irene con noi. Perché penso queste cose? Ultimamente è tutto così insolito...Vabbé, ora sto bene ed è questo quello che conta, no? Non devo pensare al resto, non ora.
Lara fa partire la macchina e partiamo per le nostre tanto agognate vacanze.
Angolo secsi
Oggi ho visto l'addio al nubilato più bello di sempre.
Plus, scusate se ieri non ho aggiornato, ero impegnata e non ho fatto in tempo.
Comunque non io che metto me stessa nel testo solo per farmi dei complimenti, mi sa che sono un caso perso...
Oggi ho (ri)visto Persona (la serie, se avete presente)...è arte aiuto.
E poi, la ship tra Mina e Nayeon sarebbe tipo Miyeon? Si lo so il mio umorismo fa schifo.
Jelly di Soyeon>>>
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Pensieri, riflessioni, cose a caso e opinioni
De TodoScrivo cose a caso, senza una grande costanza.