Volevo parlare da un po' di questa cosa, ma non avevo ancora avuto un motivo abbastanza forte per invogliarmi a farlo. Invece eccomi qui. Mio padre mi mette tantissima pressione. Ma ve la spiego meglio, anche perché ormai dovreste sapere che non sono capace di spiegare le cose in breve. Allora. Alle elementari ero una bambina perfetta. Facevo tanto sport, andavo benissimo a scuola e leggevo tantissimo, io e i libri eravamo una cosa sola. Non usavo mai i devices, e non mi interessavano granché. Facevo tutto ciò che i miei genitori mi dicevano di fare, ero sostanzialmente la bambina che i miei genitori avevano sempre sognato. E io stavo bene così. Vedevo gli altri bambini che mangiavano merendine, compravano giocattolini e slime. Io non ho mai avuto nessuna di queste cose. Mai. Sono cose che i miei genitori hanno sempre considerato inutili, uno spreco di tempo. E pensandoci, lo sono. Però i miei genitori non hanno mai pensato al fatto che non avere tutte queste cose mi facesse sentire diversa. Perché di fatto ero diversa, ero una bambina "di famiglia intelligente", se si dice così. A merenda avevo sempre la frutta, non avevo giocattoli e quando mi hanno regalato uno slime esso è magicamente sparito dopo qualche giorno. Poi per carità, avevo una vita vivibile, ma soprattutto negli ultimi due anni di elementari queste piccole differenze si sono fatte sentire molto. Tutti i miei compagnetti avevano già il telefono, o comunque un tablet, e io nulla. Guardavano tutti le stesse serie tv, ma i miei genitori le consideravano trash quindi io non le guardavo. Tutti usciti da scuola si riposavano, o facevano cose non troppo faticose. Io avevo attività quasi tutti i giorni, facevo atletica due volte, nuoto e catechismo una volta. In prima media la situazione era simile; avevo cinque impegni a settimana (più una gara di atletica nel weekend, quindi tecnicamente erano tre), guardavo poco il telefono e stavo spesso fuori casa. Prendevo buoni voti, l'unica cosa cambiata è che leggevo molto di meno, ma comunque un po' leggevo. Poi è partito il covid, e da lì la situazione ha cominciato a degenerare. Ho cominciato a essere sempre più svogliata, e a passare sempre più tempo tra telefono e computer, ma i miei erano comprensivi. In seconda media avevo quattro attività a settimana, tutte e quattro le volte sport, e ai miei andava bene così. Non leggevo più, ma comunque avevo buoni voti, quindi ai miei andava bene. Già in seconda mi sentivo riempita di roba, troppo carica. Facevo atletica due volte a settimana, e mi annoiavo a morte ogni volta che andavo. Pensavo di smettere di farla a inizio anno, ma poi ho trovato delle amiche e ho detto "ok finisco l'anno". E l'anno (scolastico si intende) è finito. È cominciata l'estate, periodo in cui sostanzialmente non ho fatto un cazzo, e va bene così. Ora la scuola è ricominciata. Dovete sapere che io, già dalla prima media, ho la scoliosi, malattia alla schiena per la quale devo dormire con un busto, ma soprattutto andare in palestra due volte a settimana. E questa è una grandissima seccatura. Andare in palestra non mi piace, non per l'ambiente (nel corso siamo io e quattro cinquantenni molto simpatiche, mi trovo bene), ma per il corso in sé. È una noia mortale, e faccio pure fatica. In più io per la scuola due volte a settimana esco alle quattro e mezza. Fatto sta che quest'anno volevo fare strumento, suonare la chitarra. È da un paio d'anni che la suono, ma non ho mai fatto corsi né nulla del genere, ho sempre suonato da autodidatta. Abbiamo trovato una buona scuola di musica, e mio padre mi aveva detto che avrebbe prenotato lui le lezioni. E non l'ha fatto. Ora si organizzerà, ma forse non c'è più posto. Fatto sta che, pensando che farò chitarra, quest'anno ho impegni tutti i giorni tranne lunedì e mercoledì, aka i giorni in cui esco tardi da scuola. I miei volevano che io facessi un'altra attività, e io gli avevo detto che mi sarei organizzata per atletica. Però, pensandoci bene, non voglio fare atletica di nuovo. E allora gliel'ho detto. E mio padre si è incazzato. Ha detto che avrei dovuto dirglielo prima, e mi ha chiesto come mai io gli avessi sempre detto che avrei fatto atletica. Beh, caro papà, devi sapere che mi metti pressione. Tanta. Mi sento obbligata a fare delle cose. Mi sento costretta a fare delle attività che non voglio fare, perché devo essere la figlia perfetta che sono sempre stata. Perché ti arrabbi con me? Non ci pensi a farti due domande? Non ti ricordi che l'anno scorso ti dicevo che non ne potevo più di fare atletica? Pensi che questa cosa sia magicamente cambiata? Lo sai che se ora sto bene non è merito dei cinquemila sport che faccio, ma peer altre cose, vero? Poi, ti sei arrabbiato dicendo "Ginnastica non è il tipo di esercizio che ti serve, non conta come uno sport". Ma vaffanculo. Lo sai vero, che la maggior parte dei miei compagni nemmeno fa sport? Non sono io quella strana e antisportiva, sei tu che hai degli ideali troppo alti nei miei confronti. Ti aspetti troppo da me. È una cosa che odio, che mi fa spesso stare male, che mi fa sentire inutile, pigra. Mi fai incazzare, perché mi incolpi di essere pigra, quando io pigra non sono. Faccio tantissime attività, solo perché me lo dici tu. Solo perché tu mi metti pressione. E l'unica cosa che ci tenevo davvero a fare, cioè musica, ti sei dimenticato di organizzarla. Bah. Poi non dico che questa sia una cosa del tutto brutta, alla fine significa che i miei stanno cercando di crescermi bene, però a volte diventa molto faticoso.
A voi è mai capitato di sentire questo tipo di pressione?
Angolino super secsi che è tornato
HOLAA, come detto nell'avviso eccomi di nuovo qui.
Ora sono in terza media, e le prof hanno già iniziato a metterci pressione per l'esame e per la scelta delle superiori- io non ce la faccio.
BTW apprezzate IU quindicenne, perché se lo merita.
STAI LEGGENDO
Pensieri, riflessioni, cose a caso e opinioni
DiversosScrivo cose a caso, senza una grande costanza.