Suck

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*suck nel senso di "schifo" non di "succhiare."◟̽◞̽

Era uno stupido Lunedì come gli altri.
La sveglia di Harry suonó alle sette e un quarto.
Il riccio si alzó dal letto, stropicciandosi gli occhi.
Beh, inutile dire che non aveva fatto altro che pensare a Louis.
Magari loro due insieme, felici, si, nel suo mondo dei sogni.
Incominció a prepararsi per andare nel suo inferno, la scuola.
Prese una felpa rossa,un jeans nero sotto e le sue converse rosse a sua volta.
Come al solito non avrebbe fatto colazione.
"Non meriti di mangiare Harry."
Questo gli diceva la sua testa.
Così alzò il cappuccio e si diresse fuori casa.
Nessuno gli dava nemmeno un semplice "buongiorno" alla mattina.Daldronte sua madre e sua sorella Gemma erano ancora a russare, mentre suo padre, beh suo padre non lo sapeva.

Ecco che la fortuna non era dalla sua parte nemmeno oggi.
Incominció a piovere.
Harry adorava la pioggia. Era anche un buon motivo per non seguire la lezione e guardare le goccioline che scorrono nella finestra.
Così incominció a camminare molto velocemente.
In pochi minuti arrivò davanti scuola ma vedendo l'orologio notò di essere in ritardo.
Così si affrettò ad arrivare alla sua classe.
Bussò prima di entrare.

Prof: "avanti." disse il professor Cowell sapendo già di chi si trattasse.

Harry entrò in classe, abbastanza bagnato dall'acqua della pioggia.

Prof: "sei in ritardo Styles, per stavolta entra ma che non ricapiti più!" sbraitó Cowell.

Harry: "s-scusi professor Cowell." disse sotto gli occhi di tutta la classe.

Harry era abbastanza in gamba a scuola.
Cercava di impegnarsi abbastanza ed era molto organizzato.
Certo, non nelle materie che odia come matematica ed inglese, infatti il professor Cowell non gli faceva per niente simpatia, visto che è il prof di matematica.
Era molto bravo in francese e gli piaceva molto la geografia. Avrebbe voluto fuggire, quando sarebbe diventato più grande, ma Harry pensava nemmeno di arrivare a molti anni di vita.

Così andò a sedersi, in un banco lontano da tutti. Si perché i suoi compagni lo trattavano come se avesse qualche malattia strana.
Un ragazzino davanti si giró verso il riccio.

X: "sei ancora più brutto con i capelli bagnati! dio quanto sei brutto!" disse facendo un'espressione di disgusto per poi rigirarsi a guardare la lezione.

Harry non potè fare altro che avvolgere la testa dentro le braccia e piangere in silenzio, senza che nessuno se ne accorgesse.
Louis e gli altri quattro non erano al corrente di quello che succedeva ad Harry a scuola, perché essendo più grandi erano in altre classi.
...
*2 ore dopo.*
Finalmente quella stupida lezione di matematica era finita.
Harry non ascoltò nulla, restò a fissare la pioggia.
Stava per andare nel suo armadietto, quando un gruppo di ragazzi gli si appostó dietro.
Harry sapeva giá chi fossero.

Erano James, Brian e Nick.
Tutti ovvia amici di Louis.

Brian: "girati, coglione." ordinó un ragazzo biondino.

Harry non fece altro che obbedire, tenendo lo sguardo basso.

James: "allora, sei amico di Louis adesso? ti abbiamo visto alla festa sai?" disse.

Harry: "i-io, non c-credo di essere s-suo a-amico." disse Harry tenendo ancora lo sguardo giù.

Nick: "Louis e noi non abbiamo tempo per gli sfigati come te, a eccezione di picchiarli però." disse il moro.

Brian: "già, stai lontano da Louis." disse prendendolo dal colletto della felpa e alzandolo in aria.

Brian: "lui non ti calcola proprio! ansi, se proprio lo vuoi sapere, ti ha fatto invitare solo per quello straccio di regalo che hai portato! nessuno ti vuole alle nostre feste!" disse per poi dare un pugno nello stomaco al riccio, che si piegò per terra, tenendosi la parte dolorante.

Nick: "sfigato del cazzo." disse ridendo.

James: "andiamo ragazzi, è un'illuso."

Così i ragazzi andarono via, lasciando Harry per terra.
Il ragazzo si alzò con fatica e prese il suo zaino.
Si diresse verso la menza, dove ovviamente si sedette solo e senza toccare cibo.
Louis, Liam, Zayn e Niall erano in un'altro tavolo, ma videro Harry.

Niall: "ma perché non mangia mai nulla?"
disse preoccupato.

Louis: "perché è grasso!" quasi urlò Louis e il riccio lo sentì.

Liam: "ma cosa dici Louis! quando stai con quei tuoi amichetti di merda diventi un'altra persona."

Louis alzò le spalle ma non disse nulla.

Niall: "smettila Louis, ansi, è troppo magro." disse il biondo, questo però il riccio non lo sentì.

Zayn: "concordo." disse sorseggiando della cocacola.

Liam: "domani verrà una specie di nutrizionista qui, che ci deve pesare e cose così." disse Liam.

Zayn: "così vedremo quanto pesa."

Niall: "sicuro pochissimo, si vede."

Louis: "boh, vedremo."

Harry ripensò mille volte alla frase di Louis.
Aveva ragione Brian. A Louis non interessava nulla di lui, nulla.
"Perchè è grasso!"
Harry non ce la faceva più.
Si alzò dalla menza è uscì dalla scuola.
Sapeva di star uscendo prima, ma poco gli fregava.
Tornò a casa.
Ma la fortuna non era mai dalla sua parte.
Suo padre.
Trovó suo padre.
L'uomo che era scomparso dalla sua vita, o meglio scomparso da qualche anno.

Harry: "cos- p-papà?!" disse confuso e spaventato.

Des: "ciao Harry."

Harry: "c-c-cosa ci f-fai tu q-qui?"

Des: "sono tornato, io e tua madre ci siamo rimes-"

Harry: "no!" lo interruppe Harry. No, non voleva.

Des: "non mi piace essere interrotto Harry.." "e comunque sono le-le 11.." disse guardando l'orologio.

Des: "quando finiscono le lezioni?" chiese il "padre".

Harry: "a-alle 2." disse Harry tenendo il volto in giù.

Des: "bene, allora che cazzo ci fai qui!"
disse tirando uno schiaffo in pieno volto al riccio.

Harry passò una mano dove si era poggiata prima quella dell'uomo che riteneva padre, che poi di paterno quell'uomo, non aveva nulla.

Des: "vai in camera tua!" quasi urló.

E così il riccio fece.
Corse in camera sua, si chiuse dentro.
Frugó nel cassetto del suo comodino,cercando la sua migliore amica.

Harry: "eccola." sussurrò.

La sua lametta.
Alzò la manica della felpa e incominció ad incidere tagli nel suo polso sinistro, come faceva sempre daltronte.
Si, il suo unico sfogo era quello.
Un taglio.
Due tagli.
Tre tagli.
Quattro tagli.
Cinque tagli.
Sei tagli.
Sette tagli.
Otto tagli.
Nove tagli.
Dieci tagli.
Undici tagli.
Dodici tagli.
Decise di fermarsi. Si sentiva già meglio.

Le sue lacrime rigavano il suo viso.
Harry: "dove c'è il rosso, scorre la felicità."
Sussurrava più volte questa frase.
La diceva anche Ed.
Una volta finito, sciaquó il tutto e riabbassó la manica della felpa.

Pensava a Louis.
Louis.
"Quanto sei bello Louis, i tuoi occhi sono una meraviglia, il tuo azzurro è il mio colore preferito, ogni volta che ti vedo ho il cuore a mille,non sai quanto desidero baciare le tua labbra rosse,adoro quando ti sposti le ciocche di capelli dalla fronte, per non parlare di quando sorridi,vorrei averti così tanto Lou, ma so che tu non pensi lo stesso di me, ma fa nulla, io sono solo uno sfigato e grasso, come dici tu."
Pensó Harry.

Your Skin and Bones || Larry.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora