30. Due galeoni

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"Allora, come va a pozioni?" domandò il biondo una volta essersi seduto di fianco ad Harry, che stava guardando il libro di testo come se volesse lanciargli tutte e tre le maledizioni senza perdono in una volta sola.
"Secondo te? Il mio cognome è ancora Potter e Piton ancora mi odia, nonostante tutto." il Grifondoro sbuffò alterato, mentre l'altro ragazzo lo osservava con un piccolo sorriso ad illuminargli il volto. Ogni volta che incontrava la sua immagine ne rimaneva stupito dalla bellezza. E il broncio che gli oscurava il viso sembrava solo accentuare i suoi lineamenti perfetti.
Draco sospirò, mentre cercava di sistemare inutilmente qualche ciocca ribelle del moro.
"Non credo di poter fare niente per il professor Piton, anche se sono il suo preferito, ma potrei sempre farti diventare un Malfoy." buttò lì l'idea un po' per scherzare, senza davvero pensarci.
Harry lo guardò come se gli fossero spuntate altre due teste con personalità proprie.
"Chiariamo una cosa: quando ci sposeremo, se ci sposeremo, sarai tu a diventare un Potter." La serietà con cui aveva pronunciato quelle parole lasciò interdetto il Serpeverde, che si alzò in piedi e cominciò a gesticolare prima ancora di aprire bocca.
"Prima di tutto sappi che ormai sei in trappola, sei caduto nella mia tela e noi ci sposeremo. E secondo: sarai tu a prendere il cognome Malfoy."
Harry si alzò in piedi per fronteggiarlo.

Pansy raggiunse la Grifondoro al solito albero dove si ritrovavano di solito per studiare.
"Potter!"
"Malfoy!"
"Potter!"
"Malfoy!"
I libri e le pergamene di appunti erano state dimenticate a terra da tempo ormai ed Hermione aveva finito le idee, perciò ora stava semplicemente osservando i due ragazzi che si gridavano in faccia.
"Perché stanno urlando il loro stesso cognome?" chiese la Serpeverde dopo qualche secondo passato ad osservare i due litiganti.
"Ti ho detto Potter!"
"E io ti ho detto Malfoy!"
La fiamma nel vaso stava via via morendo, ma sembrava che il freddo non infastidisse i due ragazzi.
Hermione rilasciò un sospiro di sconforto, mentre li osservava con sguardo rassegnato.
"Stanno litigando sul cognome che useranno una volta sposati."
"Potter!"
"Malfoy!"
La mora li osservò interdetta.
"Ah."
"Già"
Passò un altro minuto, durante il quale la situazione era rimasta invariata.
"Da quanto si stanno urlando addosso l'un l'altro?"
"Quando sono arrivata avevano cominciato da poco, sembrava ci fosse ancora un minimo di conversazione, ma la cosa è degenerata in fretta."
Pansy annuì mentre faceva un profondo respiro.
"E tu da quanto sei qui?"
Hermione ci pensò un attimo prima di rispondere.
"Potter!"
"Malfoy!"
"Un po' più di venti minuti, forse trenta."
"E non sei riuscita a farli smettere?"
La Grifondoro scosse la testa, ormai al limite della sopportazione.
"Sono troppo presi dal litigio per dare ascolto a chiunque: questo è il loro primo litigio di coppia e a quanto pare è un momento estremamente importante, perciò nessuno ha il permesso di disturbarli, a detta loro."
Dopo qualche secondo, la mora parlò di nuovo.
"Fingiamo di non aver visto niente e torniamo nel castello?"
"Volentieri."

"È estenuante!" si lamentò il Grifondoro, una volta rientrato al caldo.
"Nemmeno io pensavo che litigare fosse così dispendioso di energie, sono davvero stanco." concordò il biondo, mentre abbandonava la borsa di scuola ai piedi del letto.
"Ehi Draco, sai dirmi dove ho lasciato - Pansy si bloccò quando vide che anche Harry era presente nella stanza - ma ciao anche a te Potter, come sei finito nella tana delle serpi?"
"Ciao Parkinson, il biondo qui mi ha invitato ed io ho accettato, naturalmente." rispose il moro con un sorriso, mentre lasciava un bacio a stampo sulle labbra del ragazzo. Pansy li guardò con circospezione.
"Ma voi due non stavate litigando?"
"Sì, ma abbiamo fatto una pausa." rispose Harry.
"Già, litigare è estremamente stancante. Non ne eravamo a conoscenza, prima di cominciare." aggiunse Draco, dopo essersi tolto le scarpe ed essersi sdraiato sul suo amato letto a baldacchino.
"Riprendiamo più tardi, o forse domani. Adesso vogliamo riposarci un po'." le comunicò il moro, come se infilarsi nel letto di una persona con cui hai appena avuto una discussione piantata a metà fosse una cosa assolutamente normale.
Draco si tirò su puntellandosi con i gomiti sul materasso.
"Comunque, cosa volevi chiedermi prima?"
Pansy li osservò ancora qualche momento prima di rispondere, e quei pochi secondi le bastarono per decidere che non avrebbe mai capito cosa passava per la testa di quei due.
"Volevo chiederti se avessi un'idea di dove potrei aver lasciato la mia scorta di lingue di camaleonte. Mi sembra di averla prestata a qualcuno, ma non ricordo chi."
Il biondo ci ragionò su un attimo, lasciando che il silenzio li avvolgesse.
"Se l'hai prestata a qualcuno non lo so, ma prova a guardare tra i calzini. Di solito sono sempre lì le cose che non trovi."
"Va bene, grazie e buona serata." quando il caschetto moro della ragazza scomparve nel corridoio, Harry si voltò verso il suo ragazzo.
"Tra i calzini?"
Draco alzò le spalle in un un gesto di non curanza.
"Be', sì. Sono un ottimo imballaggio quando devi fare un viaggio e hai qualcosa che potrebbe rompersi, come le boccette di vetro che utilizziamo per le scorte degli ingredienti per le pozioni."
"Ah, buono a sapersi."

Da duello a durello  || DRARRY ||     [aggiornamenti lenti]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora