33. Ronald alla riscossa

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Draco aveva cercato Harry a colazione, ma del moro non c'era traccia. Aveva perlustrato con lo sguardo tutto il tavolo dei Grifondoro, ma non aveva trovato nemmeno Granger e Weasley. Si chiese se non fosse successo qualcosa di grave o se semplicemente uno di loro si era svegliato tardi e gli altri due avevano saltato la colazione per lui. Decise di aspettare fino alla terza ora, dove avrebbe avuto Pozioni con i Grifondoro e finalmente si sarebbe scusato per non essersi fatto trovare la sera prima.
Arrivò in classe in anticipo e si sedette al suo solito posto, aspettando con ansia che arrivassero anche tutti gli altri. L'aula cominciò pian piano a riempirsi, però ancora nessuna traccia dei tre. Così chiese informazioni a Neville.
"Harry non c'era stamattina ed Hermione sembrava aver passato la notte insonne. È successo qualcosa ma non ha voluto dire niente. Ron cerca di tenere tutti lontano e lasciarle lo spazio che le serve."
"Cosa intendi quando dici che sembra aver passato la notte in bianco?" chiese confuso: possibile che avesse studiato così tanto da dimenticarsi di dormire?
"Lo vedrai tu stesso, fa quasi paura: sembra quasi di vederle l'anima quando ti guarda negli occhi." Neville scosse la testa in seguito ad un brivido che gli era sceso per la schiena e si voltò verso il suo compagno di banco.
Hermione era solita essere sempre in anticipo ma, sorprendendo tutti i Serpeverde, arrivò appena un momento prima del professore, con Ron al seguito. E Draco capì che doveva essere successo qualcosa di molto grave: Hermione aveva gli occhi rossi iniettati di sangue, gonfi e la solita luce che li caratterizzava sembrava totalmente svanita. Lei non aveva passato la notte in bianco, ma aveva pianto e anche parecchio. Incrociò il suo sguardo solo per un momento e quasi si sentì cadere il cielo sulla testa quando la profonda tristezza della ragazza lo investì. Era stata una frazione di secondo ma Draco capì cosa intendeva Neville dicendo che sembrava di vederle l'anima, perché la sensazione era proprio quella. Solo che era tutto nero, come in un tunnel lunghissimo. Ma non c'era nessuna luce alla fine. Harry non arrivò a lezione e il biondo scoprì da Neville che era stato assente anche nelle ore precedenti.
Quando espresse la sua preoccupazione a Pansy, lei disse una cosa che lo fece preoccupare maggiormente.
"Magari si è sentito in colpa." la voce della ragazza era piena di astio.
"Cosa vuoi dire?"
Pansy abbassò lo sguardo prendendo un respiro profondo. Quando lo rialzò aveva un'espressione colpevole in volto.
"Ti ho nascosto una cosa. So che non ti sarebbe piaciuta e non sapevo come dirtelo."
"Pansy, di cosa si tratta?"
La ragazza prese dalla borsa la lettera che Draco le aveva portato il pomeriggio precedente e gliela passò.
"Mi dispiace Draco, mi dispiace così tanto."
Quando il biondo allungò le mani per prenderla, si accorse che tremavano. Aprì la busta velocemente e dentro trovò solo un pezzo di carta. Lo prese e lo girò, vedendo che era una foto. Pansy aveva ragione: quello che Draco vide, non gli piacque per niente. C'erano Harry ed Hermione sulla Torre di Astronomia. Erano molto vicini, troppo vicini. E non si stavano comportando come farebbero dei semplici amici.
Pansy chiamava il suo nome sottovoce, ma Draco non la sentiva. L'unica cosa che sentiva era un peso sul petto che gli impediva di pensare a qualsiasi altra cosa. Harry aveva mentito, aveva finto, si era preso gioco di lui. Ma quello non era Harry, si rifiutava di crederci. Quello era Potter prima che iniziassero l'ottavo anno. Era Potter prima della guerra. Ma la foto era recente. La strappò in due in un moto di rabbia e la sbatté sul tavolo, attirando l'attenzione della classe su di sé.
"Signorino Malfoy, ha capito cosa ho detto?" chiese il professore. Però il biondo non lo sentiva nemmeno. Ripose le sue cose nella borsa con movimenti secchi, intrisi di tristezza che si stava trasformando in ira. Si alzò e uscì dall'aula senza dire una parola, sbattendo la porta dietro di sé.
"Signorina Parkinson, cosa succede al suo amico?" il professore, come tutti gli studenti, aveva osservato la scena ed era confuso.
"Problemi d'amore." rispose la ragazza con un tono di voce stranamente rude. A quelle parole, Hermione non riuscì più a trattenersi.
"Tsk" proprio come il biondo, ripose le sue cose e uscì dall'aula. Ron stava per seguirla ma il professore lo fermò.
"Nessun altro allievo lascierà il mio corso stamattina!"
"Ma signore, Hermione-"
"Nessuno!"
Ron si risedette con uno sbuffo, mentre aspettava la fine di quell'interminabile tortura.

Da duello a durello  || DRARRY ||     [aggiornamenti lenti]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora