32. Lettere

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"È tardi, dovremmo tornare dentro." disse Draco, che cominciava ad accusare il freddo. Dopo aver parlato erano rimasti ancora in riva al lago, a godersi il silenzio intorno a loro. Ma adesso faceva davvero freddo.
Si alzarono e si spazzolarono i pantaloni per togliere un po' di polvere e di neve. Stavano per entrare la castello quando il biondo si bloccò, a qualche passo dall'entrata, l'espressione stupita e felice allo stesso tempo.
"Va tutto bene?" chiese Harry preoccupato, mentre il biondo gli si avvicinava e intrecciava le dita con le sue.
"Tutto bene, ho solo avuto un piccolo flashback."

"È che ti amo Draco. Tutto qui."

"Sicuro che vada tutto bene? Mi sembri strano..."
Il biondo gli si avvicinò ancora di più e portò le labbra al suo orecchio.
"Ti amo anch'io Harry, tutto qui."
Prese il viso del moro tra le mani e lo baciò cercando di trasmette tutto ciò che provava. Infine gli sorrise, schioccandogli un ultimo bacio a stampo ed entrò nel castello, lasciandosi dietro un Harry imbambolato e al settimo cielo.

Pansy si era appena buttata a peso morto sul suo letto, con un sorriso da ebete che le illuminava il viso, quando Draco entrò nella sua stanza.
"È successo qualcosa - iniziò il biondo - non ti vedo così felice da quella volta in cui abbiamo battuto i Grifondoro a Quidditch."
Pansy rise mentre gli diceva di chiudere la porta e gli faceva segno si sedersi con lei sul letto.
"Avanti racconta, so che muori dalla voglia di farlo."
"Ho appena avuto il mio primo appuntamento con Hermione Granger!" esclamò lei scandendo le parole lentamente come se non ci credesse nemmeno lei. Batté le mani con un bambino a cui hanno comprato le caramelle mentre saltellava gongolando sul letto a baldacchino.
"Cosa!? E io che pensavo che fossi etero!" esclamò di rimando il biondo con ironia, facendola ridere.
"Beh, diciamo che i ragazzi non mi dispiacciono... ma nemmeno le ragazze!" la mora era molto emozionata, si vedeva che Hermione le piaceva sul serio.
"Comunque c'è sempre Blaise" ragionò ad alta voce la Serpeverde. E stavolta fu il turno di Draco di scoppiare a ridere.
"Blaise etero?! Forse solo nei suoi sogni più reconditi, ma non ci giurerei."
Pansy aggrottò le sopracciglia in confusione: e quella novità?
"L'ho beccato giusto la settimana scorsa con un tipo, un Tassorosso." spiegò il biondo vedendo l'espressione dell'amica.
"Ah"
Scoppiarono a ridere come due scemi, felici che finalmente qualcosa nella loro vita stesse andando per il verso giusto. Così la ragazza passò la mezz'ora successiva a raccontare il suo appuntamento al biondo.
"Comunque, perché eri venuto qui prima?" chiese Pansy, rimettendosi a sedere dopo che si era sdraiata scompostamente sul letto. Draco sembrò ricordarsene solo in quel momento, era stato troppo preso dalla felicità della mora.
"Oh sì! Giusto. Ero venuto qui per darti una lettera. - disse estraendo da una tasca una lettera spiegazzata - Era fuori dal ritratto, l'ho vista per caso e l'ho raccolta per vedere a chi fosse indirizzata. È per te." concluse così, anche se era una cosa ovvia visto che gliel'aveva portata.
"Oh, grazie. E che c'è scritto?" domandò lei studiando l'esterno della busta: c'era solo scritto il suo nome e nient'altro. Draco alzò le spalle.
"Non lo so, non l'ho letta. Sai esiste una cosa chiamata privacy. Ti lascio alla tua lettera misteriosa, io vado a studiare." si salutarono con un veloce ciao e poi lui uscì, lasciandola sola.
Pansy sentiva come se fosse una cosa sbagliata aprire quella busta, ma c'era il suo nome sopra, così si fece forza e ne strappò un lato. All'interno c'era una foto e nessun biglietto.
Quando prese quel pezzo di carta, sentì il mondo crollarle addosso. Le pareti della stanza si erano fatte improvvisamente più vicine, togliendole l'aria dai polmoni. Il cervello le diceva di distogliere lo sguardo ma più lei ci provava, più i suoi occhi restavano incollati all'immagine. Non riusciva a pensare. Allora era tutto finto? Sentì un peso sul petto che ogni secondo si faceva più difficile da sostenere, finché non sentì un rumore, dentro di sé. Sembrava che un vetro fosse appena andato in frantumi. Ingenuamente si voltò verso l'unica finestra nella stanza, trovandola però ancora intatta. E fu in quel momento che capì. Non era la finestra ad essersi rotta, era il suo cuore. Il macigno che sentiva sul petto era così pesante che per un attimo credette davvero che il suo cuore si fosse frantumato, nel senso letterale del termine. Rimase a guardare quella foto per quelle che le sembrarono ore, anche se forse erano stati pochi minuti. La rimise nella busta e la chiuse con un incantesimo. La nascose sotto al cuscino, nessuno ci avrebbe mai guardato, e decise che da quel momento avrebbe fatto affidamento solo su sé stessa. E su Draco. Non avrebbe fatto avvicinare nessun altro. Avrebbe chiuso fuori il resto del mondo.

Da duello a durello  || DRARRY ||     [aggiornamenti lenti]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora