Quel giovedì mattina, Harry e i suoi migliori amici si stavano dirigendo verso i sotterranei per la lezione di Pozioni. Avevano deciso di scendere a colazione prima del solito, in modo da avere un po' di tempo da passare in tranquillità prima di iniziare la giornata scolastica. Appena girato l'ultimo angolo, sentirono delle voci provenire da più avanti nel corridoio. La porta dell'aula era aperta e Piton stava chiaramente parlando con qualcuno. Ron era sovrappensiero e quei suoni lo riportarono solo parzialmente nel presente.
"Quel Serpeverde ha la voce molto simile a quella di mia sorella." disse il rosso, senza pensare troppo alle sue parole e incantandosi subito dopo ad osservare una piccola crepa del muro.
Harry ed Hermione, che stavano discutendo a proposito dell'uso delle code di lucertola nelle pozioni, si fermarono in mezzo al corridoio quando Ron parlò.
"Cosa?" domandò il corvino, che non aveva ascoltato perché troppo intento a cercare di avere ragione contro Hermione (e detto tra noi, ma quando mai). Weasley però non fece in tempo a ripetere la sua osservazione, che le voci diventarono un po' più forti.
"D'accordo, grazie professore. So che non è il suo campo, ma non sapevo a chi rivolgermi e ho pensato che... sì insomma, lei è a capo della casa Serpeverde e... Be', non importa. Buona giornata." disse la voce di una ragazza, che Harry aveva l'impressione di conoscere fin troppo bene.
"Arrivederci, le farò sapere se scopro qualcosa di pertinente." rispose Piton, con la sua voce monotona e annoiata di sempre. Nonostante il tono, i ragazzi avevano ormai imparato che il professore ci teneva davvero agli studenti.
Subito dopo, la mano di Harry scattò sulla spalla del rosso, riportandolo alla realtà, mentre Ginny usciva dall'aula a testa bassa e camminava veloce nella loro direzione.
"Ginny?" chiese Ron, cercando di capire da dove fosse sbucata fuori. Poi si guardò intorno: quando erano arrivati nei sotterranei? Era decisamente distratto quel giorno.
La rossa alzò il volto, ritrovandosi davanti ai tre ragazzi. Si fermò di fronte a loro, cercando di non dare a vedere la tempesta di emozioni che aveva dentro in quel momento. I suoi occhi arrossati dal pianto però, erano evidenti a tutti.
"Oh ciao, già pronti per la lezione?" domandò lei in un tentativo di fingere di stare bene.
"Sì, volevamo avere un po' di tempo prima di dover iniziare. - rispose Hermione - Tu invece come mai sei qua sotto?" chiese incuriosita.
Ginny punto il pollice dietro di sé, indicando approssimativamente l'aula di Pozioni.
"L'ultima pergamena che abbiamo dovuto scrivere per pozioni non mi era andata molto bene, perciò sono passata a fare alcune domande a Piton per poter migliorare, visto che giusto ieri ci ha dato un altro compito. Penso che stavolta dovrebbe andare meglio, credo anche di aver più chiari i concetti." spiegò. Sarebbe anche stata convincente, se non fosse che avevano sentito l'ultimo pezzo di conversazione e decisamente non stavano parlando di pozioni e pergamene. Nonostante l'evidente bugia, fecero tutti finta di nulla, intuendo che non aveva voglia di parlarne."Pronto per la partita Harry?" gli chiese Hermione quel sabato mattina, mentre il ragazzo stava guardando male l'uovo che aveva nel piatto. Il corvino sbuffò.
"Se fosse una partita qualunque, sì, ovvio che sono pronto, il quidditch è l'unica cosa che mi viene naturale. Ma non è una partita come le altre."
La ragazza gli mise una mano sulla schiena, accarezzandolo dolcemente nel tentativo di farlo rilassare un pochino. Erano giorni che Potter era teso per la partita contro Serpeverde. Ron, dall'altro lato del tavolo, prese in mano il discorso.
"Amico so che non sarà facile, ma non ci devi pensare. L'unica cosa nella tua mente deve essere il boccino e nient'altro. Non Malfoy, non la squadra avversaria e nemmeno i tuoi compagni di squadra. Solo e solamente il boccino. Dimostra a tutti che niente può fermarti: non l'ha fatto Voldemort e non lo faranno neanche i sentimenti. Pensi di farcela?" per tutto il tempo, il rosso aveva fissato i suoi occhi in quelli del suo migliore amico, bloccando lo sguardo di Harry ed impedendogli di lasciar vagare la mente. E Potter ci pensò, ci pensò per davvero e decise che Ron aveva ragione. Decise che si sarebbe concentrato su un unico pensiero per le ore successive: prendere il boccino d'oro e vincere la partita. Lentamente, Harry annuì, ancora con gli occhi fissi in quelli dell'altro ragazzo. Automaticamente, anche Ron iniziò ad annuire con lui.
"Sì, posso farcela. Non sarà un problema, voglio dire, sono Harry Potter." disse il corvino, aggiungendo parole di incoraggiamento per se stesso. Il rosso sorrise, concordando con il suo migliore amico.
"Esattamente, sei Harry Potter, il più giovane cercatore da più di un secolo. Ottimo, ora mangia." gli ordinò Ron, sapendo che avevano entrambi bisogno di energie per affrontare la partita. Mentre il corvino si lanciava sul contenuto del suo piatto, Hermione dedicò al rosso uno sguardo di approvazione, mostrandogli quanto fosse impressionata dalle sue azioni. Aveva davvero aiutato Harry, nel giro di un minuto era riuscito a ribaltare la situazione.
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Da duello a durello || DRARRY || [aggiornamenti lenti]
FanfictionLa Seconda Guerra Magica si è conclusa al meglio, la scuola è stata ricostruita e gli studenti posso recuperare l'anno perso. Harry e Draco sembrano avvicinarsi pian piano l'uno all'altro, ma se qualcuno lo scoprisse cosa succederebbe? Se questo qua...