7. Expecto Patronum

3.4K 187 97
                                    

"Grazie, furetto" disse Harry con un mezzo ghigno sul volto.
"Come mi hai chiamato?!" urlò a bassa voce Draco, mentre si scostava leggermente per guardarlo in faccia.
"Tu mi hai sempre dato nomignoli, io non posso?" "No! Non puoi!"
"Come sei noioso. Comunque ora è meglio che vada nella mia sala comune, ho alcuni compiti da fare... Beh, buona giornata Malfoy" e così dicendo Harry si alzò e scese dalla torre, lasciando solo Draco.

"Lui mi trova noioso. Non solo gay, anche innamorato di qualcuno che mi odia! Come lo capisco, auto-maledirsi sembra l'unica cosa da fare" Draco stava parlando da solo, come quella famosa sera, quando Harry aveva scoperto il suo piccolo segreto. O almeno una parte. Il biondino si andò a sedere sulla finestra, dove prima c'era il Grifondoro, con una gamba dentro e una fuori. Fortunatamente decise che l'autolesionismo non era la sua strada.

Dopo quella mattina, i due ragazzi avevano smesso di picchiarsi. Si insultavano ancora, ma era chiaro ad entrambi che era solo una facciata: loro erano riusciti ad andare d'accordo senza aiuti esterni. Non gli era stato imposto, ci erano riusciti da soli.

Era ormai il periodo di Halloween e molti professori avevano deciso di fare una lezione a tema: la professoressa Sprout li fece lavorare con delle zucche del Tibet apparentemente innoque, ma nei loro semi era racchiusa una sostanza particolare e stava agli studenti trovare che sostanza fosse e che proprietà avesse. Hagrid parlò dei Testral: secondo una logica, che Harry non aveva ben capito, conosciuta solo al professore secondo la quale Halloween e Testral sono strettamente collegati. Qualcosa del tipo che Halloween è la festa dei morti e i Testral li possono vedere solo i morti, o forse le persone che hanno visto la morte? Non aveva ben capito, ma non era stato molto attento in effetti. Mentre Piton spiegò... beh, lui se ne infischia altamente delle feste e parlò dell'Incanto Patrono.

I ragazzi erano tutti seduti quando Piton entrò in aula e disse "Per oggi via i libri. Facciamo un po' di pratica su un incantesimo particolare e anche molto utile, se ci si trova in una situazione, diciamo, spiacevole". Fece alzare gli alunni e con un colpo di bacchetta, Piton, spostò tutti i tavoli a ridosso dei muri e gli zaini in fondo all'aula, vicino alla porta.
"Allora, chi di voi sa produrre un Incanto Patrono?". A quella domanda quasi tutti i membri dell'Esercito di Silente alzarono la mano, mentre i serpeverde li guardavano senza muoversi.
"Strano, di solito nessuno ne è in grado. Potter! Qui davanti." Harry si avvicinò al professore, sotto lo sguardo di tutti, mentre si chiedeva se volesse umiliarlo o metterlo alla prova. O entrambi.
Invece il professore fece una domanda particolare, a bassa voce in modo che solo Harry potesse sentire "Potter, questi sono alcuni membri dell'E.S.?"
"Professore, ma come- ?"
Piton tornò a parlare normalmente "Come lo so? So tante cose Potter, ma ora risponda alla mia domanda"
"Scusi professore. Sì professore, sono loro."
"Immagino glielo abbia insegnato tu"
"Sì, signore"
"Allora sarebbe così gentile da mostrarci il suo Patronus, signor Potter?"
"Certo professore"
Harry si voltò verso i suoi compagni, alzò la bacchetta davanti a sé e chiuse gli occhi, ripensando a un momento felice. Gli venne in mente la prima risata di Teddy, i suoi genitori, ma c'era qualcosa che voleva uscire, più potente degli altri. Non era sicuro, vide solo due occhi, di un colore azzurro-trasparente, occhi gentili e pieni di affetto. Si concentrò su di loro e pronunciò la formula, riaprendo gli occhi.
"Expecto Patronum" Dalla sua bacchetta uscì una nebbiolina e subito si trasformò in un cervo possente, che iniziò a correre nella stanza, tra i ragazzi, sui banchi. Poi si avvicinò al professore e Piton poté sentire il suo sguardo su di lui, che gli diceva di evocare il suo patrono, e farli rincontrare. Harry si accorse del disagio del professore e lo fece sparire velocemente, mentre gli altri ragazzi lo guardavano sorridendo, senza aver sospettato nulla.
"Ben fatto, Potter. Visto che è così bravo, può aiutare chi non dovesse riuscire." commentò Piton, riprendendo subito il controllo.
"Ma prima vi spiego come evocare un Patronus. Allora, un Patronus non è un incantesimo come gli altri: serve molta concentrazione ed allenamento per poterne evocare uno correttamente. Quest'incantesimo serve per proteggersi dai dissennatori: si deve pensare a un ricordo felice e molto intenso, più sarà intenso il ricordo, più potente sarà il vostro Patronus. La formula da pronunciare è 'Expecto Patronum'. I Patroni hanno una forma diversa per ognuno di noi: come abbiamo potuto constatare quello del signor Potter è un cervo. Signorina Granger, il suo che forma ha?"
"Il mio è una lontra, signore"
"E il suo, signor Weasley?"
"Il mio è un Jack Russell Terrier"
"E voi ne avrete un altro ancora. Ora potete provare, mettetevi a coppie: chi lo sa fare si metta con qualcuno che non è in grado. Passerò fra di voi per sistemare postura e concentrazione."
I ragazzi cominciarono a girare un attimo in aula e formarono le coppie. Dopo che tutti gli alunni furono a coppie, era rimasto fuori solo Harry.
"Ah, un'altra cosa.- cominciò Piton -Tecnicamente coloro che hanno il Marchio Nero non potrebbero evocarne uno. Ma con molto allenamento si può arrivare a fare anche questo."
I ragazzi cominciarono a provare, aiutandosi a vicenda. "Professore, io cosa faccio?" "Potter, vedo che siamo dispari. Vieni con me" Harry seguì Piton verso la parte destra della classe, dove c'erano Neville e Draco che si allenavano insieme.
"Paciock, vai nel gruppo della Granger, sarete in tre. Potter, tu aiuterai Malfoy"

Da duello a durello  || DRARRY ||     [aggiornamenti lenti]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora