Rosso

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"È il rosso"
Ti risposi guardandoti negli occhi.
Mi avevi appena chiesto quale fosse il mio colore preferito, una domanda all'apparenza inutile, ma dice molte cose sulla personalità di un essere umano.
"Il rosso? Sono troppo stronza se dico che è il colore preferito di mia nonna?"
"Marti, mi stai dicendo che sembro tua nonna?"
"Forse. Comunque, perché?"
Stavo calciando con i piedi i ciottoli che si erano ammucchiati sul marciapiede, mentre camminavamo, ho alzato il viso incontrando i tuoi occhi e ti ho chiesto "cosa?".
Tu hai sorriso, guardandomi come se fossi stupida, forse un po' lo ero. "Perché il rosso è il tuo colore preferito?"
Ora ti ho sorriso io, sapevo quanto questa domanda fosse complicata, non riuscivo a rispondere e buttai fuori qualche parola con la voce insicura: "Non lo so. Mi dà vita, è un colore intenso, profondo, passionale. È così che mi immagino la vita: intensa e profonda. È così che sono io, vivo ogni momento in modo profondo e intenso, come se ogni momento fosse colorato di rosso."
"Sei bellissima." Lo hai detto sorridendomi e avvicinandoti a me, mi hai preso la mano e ho intrecciato le dita nelle tue, ti ho lasciato un bacio sulla mano e ho ricominciato a scalciare i ciottoli, ricominciando a camminare al tuo fianco.
Avrei voluto baciarti quel giorno, avrei voluto dirti che ti amo, ma non l'ho fatto, non ti ho baciata perché non potevo. Perché tu eri occupata, il tuo cuore era nelle mani di un'altra persona e non sono il tipo che lo ruba di nascosto. Non ho detto di amarti perché sarebbe stato stupido, perché tu forse saresti scappata via, e non volevo perderti.

Ora sono sul letto della nostra stanza, è da due giorni che non ti vedo. Tengo una rosa fra le mani, una rosa rossa. Finta.

Quella sera, dopo aver cenato, ho sentito qualcuno bussare alla porta, ho aperto sapendo di non aspettare nessuno. Infatti, non c'era nessuno. Ma sullo zerbino davanti a casa era poggiata una rosa rossa finta, con un bigliettino sotto. Lo presi in mano e lo lessi. "Sono andata a comprarla dopo che mi hai detto del rosso, non è il mio colore preferito ma ho sempre avuto un debole per le rose rosse.
Ps. l'ho presa finta perché il tuo pollice verde è reale quanto il mio, e non voglio che questa rosa muoia mai."
Non c'era la firma, ma era scontato che fossi tu. Ho annusato quel fiore, una cosa stupida dato che era finto, ma in mezzo a quell'odore di plastica c'era uno dei miei profumi preferiti, il tuo.
Così sono rientrata, l'ho appoggiata sul mio letto e l'ho tenuta lì per mesi.
Ora la tengo in una scatola, insieme a tutto il resto, ma ancora sento il tuo profumo quando la guardo.

Luci acceseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora