"Marti sei pronta?" Le chiedo chiudendo la matita per gli occhi e riponendola sulla mensola.
Mi guardo un'ultima volta allo specchio, mi aggiusto il top nero e un ciuffo di capelli che non riesco a tenere a posto.
"Sei bellissima."
"Martina ti odio mi hai fatto prendere un infarto." Le dico mettendomi una mano sul cuore.
"Prima di tutto, non mi odi, e poi, non mi hai vista arrivare da dietro?"
"No forse ero troppo concentrata su di me."
Le dico spostandomi indietro una ciocca di capelli fingendo di tirarmela. Lei ride, e giuro che la sua risata è il suono più bello di questo mondo. Mi giro verso di lei e le lascio un bacio veloce per poi spruzzarmi un po' di profumo, il suo.Sono stato anche normale,
In una vita precedente
M'hanno chiesto "che sai fare?"
"So far ridere la gente", menomale
Che non ho fatto il militare.
Si, menomale,
Sai che risate.Mi giro di scatto, sentendo le corde della chitarra di Martina suonare e la sua voce cantare.
Questa canzone.C'è chi non conosce Dante,
Chi c'ha tutto da imparare,
Chi è felice quando piange,
Chi si veste da soldato
A carnevale
Io mi nascondo tra la gente.
Si, a carnevale non so che fare.Mi avvicino a lei, si è seduta sul tavolo poggiando la chitarra sulle gambe e io mi metto davanti a lei.
Tu vestita da bambina,
Prigioniera, vuoi scappare
Da una perfida regina
Così seria da star male.
Non so dirti una parola,
Non ho niente di speciale,
Ma se ridi poi vuol dire
Che una cosa la so fare
Se mi lancio in un'aiuola,
Casco e non mi faccio male.Inizio a cantare con lei, la vedo mentre fa una strana smorfia, forse non si aspettava che io conoscessi questa canzone.
E l'occhio ride ma ti piange il cuore,
Sei così bella ma vorresti morire,
Sognavi di essere trovata
Su una spiaggia di corallo
Una mattina dal figlio di un pirata,
Chissà perché ti sei svegliata?Continuiamo a cantare insieme, fino alla fine.
Poi posa la chitarra e mi afferra per i fianchi, appiccicandomi a lei.
"Conosci questa canzone?"
"Si, la ascoltava mio padre quando ero piccola, l'ho risentita in radio pochi mesi fa e ho pensato a te, però non te l'ho mai detto, sai benissimo perché. Poi stasera mi hai preceduta tu, cantandola."
"Grazie amore."
"Di cosa Marti?"
"Di essere qui fra le mie braccia, di amarmi, di pensare a me quando ascolti le canzoni che ti piacciono, di qualsiasi cosa tu faccia per me."
"Ti amo."
"Anche io Ga, tanto."
Mi stringe di più a sè e mi lascia un bacio poco casto, mi stacco un attimo per mancanza di respiro.
"Marti dovremmo uscire perché altrimenti non mi staccherò più da te e non possiamo perderci questa cena." Sussurro contro le sue labbra.
"Va bene Gozzi ma quando torniamo guai a te se provi a staccarti." Mi sussurra strizzando un occhio e le do una leggera spinta fingendomi offesa.
Lei ride.
Se ridi poi vuol dire che una cosa la so fare, le sussurro all'orecchio mentre usciamo e le afferro la mano.