Festa (parte 3)

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Ti guardo negli occhi.
Il mio cuore si ferma e inizio a sudare.
Cosa fai Martina?

"Ehi, ti ho solo chiesto come stai?"
"Bene, sto bene Martina." Il mio tono di voce si contrappone a ciò che dico, ma cerco di resistere.
"Non mi sembra."
"Martina, per favore."
"No, sul serio Ga, non mi sembra che tu stia bene. I tuoi occhi dicono il contrario."

Perché lo dici sorridendo?
Vuoi mostrarmi che ancora sai leggermi dentro?
Che davanti a te tutte le mie mura e le mie spine si abbattono?
Perché è così.
Mi sento completamente nuda davanti a te.
E tu non fai altro che confermarlo.
Non fai altro che mettermi in difficoltà.

"Sto bene, sono solo stanca, è stata una lunga serata e voglio andare a dormire."
"Dormi?"
"No."
"Scusa."

Di cosa ti stai scusando Martina?
Di non provare più gli stessi sentimenti?
Di aver paura? Avevo paura anche io.
Avevo paura quando ti ho conosciuta perché era tutto così nuovo e tu mi hai travolta.
Avevo paura quando eri insicura, quando dicevi di non meritarmi, perché saresti scivolata via da me e ti saresti abbattuta.
Avevo paura tutte le volte che stavi male, perché non pensavo di poterti aiutare come ne avevi bisogno.
Ho avuto paura quando te ne sei andata la prima volta.
Poi la seconda.
Poi la terza.
E non sei più tornata.
Ho paura ora perché ti amo ancora e non riesco a toglierti di dosso.

Ti allontani un po', io salgo in macchina e me ne vado.
Senza salutarti.

Luci acceseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora