1/07/2021

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La vedo in lontananza arrivare.
Non ci vediamo da più di un anno, non riesco nemmeno a dire quanto mi sia mancata.
Chissà è lo stesso anche per te.

"Grazie Ga."
"Per cosa Marti?"
"Seria? Per avermi chiamata qui, per avermi fatto aprire il tuo concerto, il tuo primo concerto. Per aver avermi permesso di cantare quella canzone con te."
"Non devi ringraziarmi, anzi, sono io che devo ringraziare te. Non mi sono fatta sentire per mesi, e poi ti ho chiesto di venire qui. Non sapevo se avresti accettato, non volevo che si creasse imbarazzo. Ma avevo bisogno di averti qui, affianco a me, al mio primo concerto. Avevo bisogno si sapere che ci saresti stata, di poterti abbracciare prima di salire sul palco, e dopo essere scesa."
Mi sorride e mi abbraccia.
Se sapessi il motivo per cui non mi sono mai fatta sentire.
Se sapessi che l'ho fatto perché ti amavo.
Ma tu eri e sei impegnata.
Se sapessi che l'ho fatto solo per quella cazzo di paura.

"Con Sofia come va?"
"Mh non so."
"In che senso?"
"Che le cose non vanno benissimo, ma non mi va di parlarne, è più difficile del previsto."
"Tranquilla, però lo sai che se hai bisogno con me puoi parlarne."
"Grazie."
Ora sono io a sorriderle.

Quell'atmosfera tesa e imbarazzante che temevo potesse esserci in realtà era solo frutto delle mie paranoie.
Perché fra di noi non c'è nessun imbarazzo.
Siamo sempre io e lei.
Siamo sempre Gaia e Martina.
E con lei sarà sempre così.
Spero.

Luci acceseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora