"Non volevo che sapessi che fossi stata io, ma le mie paranoie mi mangiano, hai visto la rosa vero?" Me lo hai chiesto due giorni dopo, mentre eravamo sedute in un tavolo nel tuo ristorante preferito, aspettando la tua ragazza. Io mi sono messa a ridere e tu mi hai guardata male. "Non ti sto prendendo in giro, ma sei pessima nelle sorprese."
"È colpa delle mie paranoie, non montarti la testa, altrimenti sarei fantastica."
"Marti l'ho capito subito che eri stata tu a metterla lì, anche se avrei apprezzato di più se ti fossi fatta vedere." L'ho detto strizzandoti un occhio e tu hai riso, la sala si è illuminata immediatamente e tutto il resto è sparito.
"Come lo hai capito scusa? dalla mia calligrafia oscena?"
"Dal profumo." Ti ho risposto, e subito dopo ho strabuzzato gli occhi, non avrei dovuto dirlo.
"Sicura di stare bene? La rosa era finta Gaia."
"Non il profumo della rosa, il tuo. L'ho annusata nonostante io sapessi che fosse finta, perché sentivo il tuo profumo." Sono arrossita mentre pronunciavo quelle parole e tu mi hai accarezzato una guancia con due dita, avrei voluto tenere la tua mano a contatto con la mia pelle per tutta la vita.
Ma l'hai ritratta subito quando hai visto Sofia arrivare. Si è seduta in mezzo a noi due, immagino lo abbia fatto per mettere le giuste distanze, e ha fatto bene perché eri così bella quella sera che se non ci fosse stata Sofia ti avrei baciata senza pensarci due volte.
Eravate belle insieme, lei era felice, ma tu no.
Vedevo nei tuoi occhi quella luce che si spegneva tutte le volte che lei arrivava. La vedevo spegnersi e accendersi appena posavi lo sguardo su di me."Marti, ti va se parliamo un po' di Sofia?" Mi avevi accompagnato a casa, non hai lasciato che io tornassi da sola a piedi in giro per Milano.
Ti ho fatta salire e avrei voluto che tu mi chiedessi di restare, ma non te l'ho mai detto.
"Non ho nulla da dire Ga, è tutto così difficile. Siamo cresciute insieme, è stata la mia prima ragazza ed è come se ci fossimo già costruite una vita perfetta insieme. Una vita in cui ora non mi vedo più, o meglio, mi ci vedo, ma non con lei. Tutte le cose che voglio nella mia vita, tutti i miei programmi, i miei sogni, non li vedo più con lei al mio fianco." Hai buttato fuori tutte queste parole in dieci secondi, poi hai sospirato poggiando la schiena contro al divano e alzando gli occhi al soffitto, come se ci fosse qualcosa su cui spostare l'attenzione, come se ci fosse qualcosa che potesse aiutarti lassù.
"Allora perché lo fai? Perché continui a stare con una persona che non ti fa battere il cuore, che non ti fa brillare gli occhi, che non ti fa sognare, dalla quale vorresti solo scappare? Perché continui a stare con una persona che non ami?" Hai posato i tuoi occhi nei miei, forse hai capito quello che volevo dire, hai capito che io ti amo e che vorrei che tu scegliessi me, vorrei essere io quella capace di farti sognare.
"Ho paura. Ho paura di rovinare tutto, ho paura di fare casini, forse pensi che io ci sia abituata ma non è così, lei è sempre stata al mio fianco e se la mollo potrebbe rinfacciarmi una lista di cose infinita e ho paura di non riuscirci." Hai ammesso con gli occhi lucidi.
"Se ti ama davvero non ti rinfaccerà nulla, capirà, vorrà la tua felicità e ti lascerà andare verso i tuoi sogni." Mi hai abbracciato, con le lacrime sugli occhi, eri spaventata e si vedeva. Mi sono coricata vicino a te, ti ho invitata ad appoggiarti a me e tu lo hai fatto.
"Lo farò Ga, ma per ora dormo qui."
Ti ho stretta fra le mie braccia senza dire nulla, ho solo sorriso, guardando il soffitto buio.