Era passato un mese.
Un mese esatto da quella sera.
Quella sera in cui ho detto di amarla.
Lei era partita, con Sofia.
Quella sera mi aveva abbracciata e mi aveva detto "dammi il tempo".
Il tempo per cosa Martina? Il tempo per dirmi che non mi ami e mai lo farai?
Ho passato un mese chiusa in casa, ho scritto una canzone, che parla di lei, e non ho fatto altro.
In un mese.Lo so che non mi sono fatta sentire per troppo tempo, lo so che forse sei arrabbiata, spero che tu stia bene. Io e Sofia ci siamo lasciate, non la amavo più, ogni volta che parlavamo di vivere insieme, di una vita nostra, di un matrimonio, di figli, io non vedevo lei. Vedevo solo te Gaia e forse è servito troppo tempo per capirlo, forse ora ti ho già persa, però è vero. Quando mi hai detto che il tuo colore preferito era il rosso, ti ho lasciato quella rosa perché volevo mostrarti un segno d'amore, qualcosa di profondo, come hai detto tu. Quando hai detto che io sono il sole mi si è illuminato il cuore. Non voglio essere il sole di tutti, voglio essere il tuo. Voglio illuminarti le giornate, renderle vivaci, così come tu le rendi piene di amore a me. Ti aspetto oggi, nel nostro bar, quello dove andavamo a fare colazione ogni mattina appena mi ero trasferita qui a Milano.
Ti amo anche io, stella.
Ho perso mille battiti quando ho trovato questa lettera sotto casa, ci hai preso l'abitudine a lasciarmi oggetti sullo zerbino? Non mi lamento, gesti di questo tipo li apprezzerei ogni giorno.È lì seduta in un tavolo, un po' nascosto, forse per non farsi notare troppo come è solita a fare.
Quando entro mi dirigo subito verso di lei, non la saluto nemmeno, mi siedo e inizio a parlare.
"Ti odio, ti odio perché ho passato un mese intero in casa a scrivere di te, ho passato un mese a pensare a cosa tu stessi facendo, a pensare al tuo dammi il tempo e a chiedermi tempo per cosa? Un mese Martina, un cazzo di mese. Ho cercato di farmi passare ogni singolo sentimento, ho cercato di non amarti, ho cercato di odiarti perché eri sparita nel nulla dopo essermi aperta con te al cento per cento. Ho provato ad odiarti davvero, ma non ci riesco. Perché ti amo Martina e forse ti amo più di quanto io ami me stessa ma non mi importa. Scusami, scusa se quella sera sono arrivata come un fulmine a confessare tutto senza pensare al fatto che forse ti avrei incasinata."
Hai spalancato gli occhi, forse non ti aspettavi tutta quella mia fretta di parlare, forse ti aspettavi un clima teso, che io stessi lì a pensare cosa fare. Sapevo già tutto.
"Scusami tu Gaia, sono stata una stronza, non volevo fare male a lei e nemmeno a te nonostante io sapessi benissimo quello che volevo per me stessa."
Abbiamo bevuto un caffè, abbiamo iniziato a parlare, come sempre, sorridendo, eravamo felici.
Poi ci siamo alzate, siamo uscite e lei stava per andarsene quando l'ho bloccata. L'ho avvicinata a me e lei ha appoggiato le mani sui miei fianchi.
"Hai detto di amarmi e non mi dai nemmeno un bacio?"
"Scusa se non volevo darti il nostro primo bacio davanti alla porta di un bar." Ha detto avvicinandosi alle mie labbra.
"Credo sia troppo tardi sole." Le ho sussurrato e poi ho fatto scontrare le nostre labbra. Mi sono persa in quel bacio così come mi perdo nei suoi occhi, non avrei mai voluto staccarmi, avrei vissuto sulle sue labbra per sempre.