6. Questione di magnetismo

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Nᴏᴀʜ

Oggi è domenica e domani abbiamo la consegna della presentazione di scienze.
Il punto qual è? Che io e Ben siamo a zero e non sappiamo nemmeno da dove partire.

«Siete proprio due casi persi»

«Sei molto d'aiuto, Isabelle, grazie», le risponde Benji.

Mentre lei se ne sta sul divano, in pigiama, a godersi una puntata di How I Met Your Mother, noi due ce ne stiamo davanti ai libri e ad una slide che presenta solamente il titolo del progetto: "Il Magnetismo".

Ben getta la testa sul tavolo. «Non ce la faccio»

Gli lancio la gomma da cancellare in testa. «Devi farcela, o il nostro primo voto sarà una bella insufficienza», gli faccio presente.

Alza appena il capo e mi guarda, ancora assonnato. «C'è troppa roba da sintetizzare!»

«Beh, allora comincia, no?», propone Isy.

Benji si volta verso di lei. «Potresti venire qui a darci una mano anziché sottolineare il fatto che tu già hai concluso e prenderai un voto altissimo»

Lei gli fa la linguaccia. «E tu potevi dormire un po' di meno e lavorare di più!»

O Cristo, mancava solo il bisticcio di domenica mattina.

Mi passo le mani sul viso prima di alzarmi e prepararmi il secondo caffè della mattinata. A New York eravamo abituati ad un altro tipo di insegnanti, che si riducevano a spiegare capitoli chilometrici per poi fare un test alla fine del mese che io e mio cugino eravamo soliti copiare. Isabelle, al contrario, è sempre stata onesta intellettualmente e preferisce di gran lunga sbagliare con la propria testa che prendere un voto alto perché ha copiato da altri.

«Chiamiamo Paige», propone Ben.

Isabelle scuote la testa. «Assolutamente no. Non potete disturbare qualcuno di domenica solo perché siete stati pigri!»

«Certe volte detesto la tua onestà», le confessa.

Abbondo con lo zucchero e la panna e mi avvicino ad Isy con la tazza. «Hai ragione, e giuro a nome di entrambi che la prossima volta non ci ridurremo all'ultimo. Adesso però, chiediamo il tuo aiuto», le dico.

Accetta il caffè e passa ripetutamente lo sguardo da quest'ultimo a me. Ne prende un sorso. «La chiamerò»

«A lui però dici di sì, eh!», s'indigna Ben.

«Noah è il mio preferito, al contrario tuo!»

Scrollo le spalle e me ne torno davanti al computer. «La chiave, con le donne, è dar loro sempre ragione», gli rivelo a bassa voce.

«Menomale che non mi piacciono, allora»

«Ehi, Paige», fa Isabelle. I nostri occhi sono puntati su di lei, che con la tazza in una mano e il cellulare nell'altra comincia a vagare per casa. «Beh ti volevo chiedere un favore...», e sparisce al piano di sopra.

«Dirà di sì, secondo te?», mi chiede Ben.

«Lo spero»
Mi rifila un sorrisetto malizioso mentre giocherella con la penna.
«E' per il progetto», lo blocco subito.

«Oh, di sicuro»

«Sai già che piani ho per l'anno prossimo», gli ricordo.
Solo un anno, poi me ne ritorno a New York.

«Paige è dei nostri», se ne esce Isabelle quando torna in cucina. «Viene dopo pranzo. Oh, e sappiate che mi dovete un favore adesso»

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