9. Beverly Hills

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Pᴀɪɢᴇ

E' sabato e la casa è vuota.
Mia madre e mia sorella sono andate alla spa e papà è ad un pranzo con i suoi colleghi. Mi sono accordata quindi con Alex per andare ad aiutarlo nell'officina in cui lavora. Purtroppo devo sostituire i miei indumenti abituali per jeans e camicia a quadri. Raccolgo i capelli mossi in una coda alta e infine aggiungo una bandana rossa.

Vado in cucina, dove becco Avril a tirare una teglia di biscotti fuori dal forno. Ne afferro uno e mi scotto, così mi affretto a metterlo via. «Ahi!», e dal frigorifero pesco il succo d'arancia.

Avril si sfila i guantoni e punta una mano sul fianco. «Oggi anche tu te ne vai?»

«Vado da Alex in garage», la informo. «Mamma e Cassie ceneranno stesso nell'hotel della spa, e papà mi ha chiesto di riferirti che puoi prenderti il resto della giornata libera»

«Perfetto, allora questi te li porti tu?», chiede indicando la teglia.

«Oh, assolutamente». Emanano un profumo a cui è davvero difficile resistere.

Una volta raffreddati li sposta i biscotti in una vaschetta di alluminio e poi in una busta di carta. «Ecco a te, diviértase y saludame a su hermano», saluta. Tradotto, significa "divertiti e salutami tuo fratello".

«Serás feliz, Avril gracias. Que tengas un buen día», replico in spagnolo. "Ne sarà felice, grazie Avril. Buona giornata".

Le scocco un bacio sulla guancia per poi uscire di casa.
Grazie a lei ho imparato buona parte della lingua. I racconti che mi forniva Avril quando ero piccola raccontavano di Caracas, della sua gente e delle loro usanze, e ne rimanevo sempre affascinata. A soli venti anni aveva voglia di visitare il mondo, così, con i risparmi che aveva accumulato, aveva intrapreso il suo viaggio. Ha fatto numerose tappe prima di arrivare qui e al posto delle favole della buona notte io le chiedevo delle sue avventure.

L'unica avventura, invece, qui a Los Angeles consiste nel sopravvivere al traffico siccome la gente va di fretta e non rispetta le regole stradali. Dopo più o meno mezz'ora, Martin ferma l'auto e mi lascia al garage.

Visto da fuori è molto grande ed emana le vibes degli anni Ottanta grazie allo stile retrò. Fuori presenta una facciata di mattoni rossi vecchio stile e lastre di metallo con sopra vari graffiti che rendono tutto più stile rock n'roll. L'insegna a led appesa al centro del muro recita Royal Motors Beverly Hills. Entrando dentro vi è il pavimento gommato e una sfilza di cassette e attrezzi appesi alle pareti.

«Paige!». Dalle scale scende Alex, intento a pulirsi le mani con uno straccio, e al suo seguito un uomo non troppo vecchio, il signor Wiston, nonché il proprietario del posto.

«Alex!»

«Oh, signorina Paige, è un piacere rivederla», mi saluta sorridente e mi stringe la mano. «Sono contento che sia qui, almeno Alex non rimarrà da solo. Mi ha detto che gli darai una mano tu»

Arcuo un sopracciglio. «Non c'è nessun altro qui?», domando guardandomi attorno.

«Kenny è a casa con la febbre, Giulian è in luna di miele con la moglie e io devo andare a sbrigare alcune commissioni», mi spiega il signor Wiston. Ci addita con le chiavi della macchina. «Mi raccomando badate bene a questo posto», ci mette in guardia, poi va via.

Alex sbircia nel sacchetto che ho in mano. «Che mi hai portato? C'è un buon profumino»

«Sono biscotti fatti da Avril», gli rispondo prima di allontanarli da lui. Li poso su un tavolo di legno. «Questi ce li conserviamo per merenda»

Regina delle NeviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora