8. Isabelle for president!

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Pᴀɪɢᴇ

A due settimane dall'inizio della scuola i muri sono già stati tappezzati da striscioni e moduli per le iscrizioni ai corsi. La maggior parte degli studenti è riversata nei corridoi e io ed Isabelle camminiamo guardando i vari volantini.

«Tu farai qualcosa, Paige?», mi chiede.

«Non ho mai fatto corsi pomeridiani in vita mia, preferisco starmene a casa», le rispondo francamente.

Sulla via per andare alla mensa mi racconta dello scherzo fatto al professore di storia nell'ora precedente. «Te lo giuro, è stata una cosa esilarante!»

«Gli hanno davvero messo la colla sulla sedia?»

«Già, e quel poveretto del signor. Dawson ha dovuto chiamare a casa per farsi portare un paio di pantaloni puliti dalla moglie», se la ride lei.

«Ma che belle», subentra una voce antipatica. Quando i miei occhi si posano su Chloe cambio immediatamente espressione. «Paige, hai un nuovo cagnolino? Interessante il suo colore di capelli», sorride falsamente.

«Isabelle non è il mio cagnolino, a differenza delle due che hai sempre alle spalle. Che c'è? Ti servono come scorta nel caso in cui tu non riesca a ribattere?»

Mi fissa sprezzante e serra la mascella, poi si rivolge ad Isy. «Volevo solo metterti in guardia. Paige può sembrare la ragazza perfetta, ma ti assicuro che per lei sono tutti semplici comparse nella sua vita», e detto questo ci passa in mezzo con una spallata.

Sono allibita. Stava dando a me la colpa se la nostra amicizia è finita?

«Ma che diamine le è preso?», s'interroga Isabelle guardandola allontanarsi.

«E' un'altra lunga storia che comincia con me e Chloe che ci conosciamo dall'asilo e finisce con il suo abbandono», rimarco bene. Mentre ci avviamo verso la mensa le racconto. «Io e Chloe ci conosciamo da anni, era la mia migliore amica. Poi, una volta al liceo, tutto cambiò. Al secondo anno conobbe Liam - nonché il suo attuale ragazzo e capitano della squadra di rugby - e lei era diventata la perfetta ragazza della porta accanto. Cominciò ad uscirci, ricordo ancora i suoi attacchi di crisi quando doveva non sapeva cosa mettere...». Un sorriso amaro mi spunta sulle labbra.
«Comunque, un po' alla volta è iniziata a cambiare ed è diventata un'altra persona. Prima era allegra, simpatica, dolce e ora è l'esatto opposto: altezzosa e smorfiosa. Una sera venne a casa mia e Avril, la governante, mi disse che c'era Chloe alla porta e che era in lacrime.»

«E poi, che hai fatto tu?»

Scrollo le spalle. «Mi sono rifiutata di vederla», le dico. «Ormai non ci parlavamo più come prima, per me era diventata un'estranea...»

«Beh, un po' se l'è meritato», conviene Isabelle.

Varchiamo la soglia della mensa e Isy individua subito il tavolo di Noah e Benjamin.

«Eccovi, aspettavo solo voi!», esclama euforico quest'ultimo.

Arcuo un sopracciglio e tiro fuori dalla borsa il mio pranzo: lasagne. Chissà come sopravvivrei senza la cucina di Avril. «Per cosa?»

«Questa sera ci sono le selezioni per la squadra di rugby. Venite a vedermi?»

«Ovviamente. Non potrei mai perdermi le cadute clamorose dei ragazzi che tentano di passarsi un pallone», gli rispondo.

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Sono le sei e mezza e tira appena un leggero vento che mi fa pentire di non aver portato nulla per coprirmi. Prendo posto sugli spalti vuoti del campo esterno, e osservo i giocatori fare riscaldamento. Il prato è illuminato dai lampioni dato che il sole è quasi calato del tutto; siamo entrati nel periodo autunnale, per cui le giornate cominciano ad accorciarsi.

Regina delle NeviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora