Pᴀɪɢᴇ
C'è una leggera brezza e qui all'ombra, mentre l'altalena oscilla, si sta da Dio.
È venerdì, e il sole è ancora alto alle cinque del pomeriggio, così ne approfitto e mi metto a leggere sul dondolo in giardino, vicino alla piscina.Personalmente, preferisco l'autunno e l'inverno, quando bisogna mettersi sotto le coperte e farsi i lunghi bagni caldi, e prima di andare a letto è d'obbligo la cioccolata calda da bere davanti alla televisione. I climi miti come quello di oggi non mi dispiacciono però.
Sorseggio il frullato di fragole che mi ha preparato Avril, ma lo squillo del cellulare interrompe la mia lettura.
«Pronto?»«Paige! Vieni subito a casa mia: è un'emergenza!», strilla Isabelle all'altro capo.
«Isabelle, che succ-». Il bip di fine telefonata indica che ha messo giù.
Mi chiedo cosa le sia preso per chiamarmi così agitata.Addio al mio pomeriggio di relax. Butto giù in un sorso il resto della bevanda, poi lascio questo piccolo angolo di pace e vado alla ricerca di Martin, che trovo in cucina a ridere di qualcosa con Avril.
Busso appena sulla cornice della porta. «Interrompo qualcosa?»
Avril ha un grande sorriso stampato in faccia e con un gesto della mano archivia la questione. «No, nulla, niña», dice. «Martin mi raccontava di alcuni episodi risalenti ai tempi del liceo»
Martin ridacchia. «La prossima volta mi devi parlare dell'incidente con le anatre, Avril», le ricorda. Dopodiché si rivolge a me. «Le serve aiuto, signorina?»
«A dire il vero avrei bisogno di un passaggio a Downtown», gli confesso, anche se mi dispiace troncare la loro chiacchierata. Sembravano molto in sintonia.
Martin non se lo fa ripetere due volte e si fionda a prendere la macchina. Prima di seguirlo punto due dita verso i miei occhi, poi verso la mia cuoca. "Ti tengo d'occhio".
Dopo quindici minuti sono nella hall del palazzo dei Taylor e – con grande sorpresa – scopro che stanno aggiustando l'ascensore. Alzo la testa e noto le infinite rampe di scale.
Arriverò domani mattina!, dico tra me e me.
Sospiro e mi rimbocco le maniche. Ventuno piani e un tacco dieci, il sogno di tutte le donne.
Impiego la bellezza di quindici minuti e ad aprirmi è Noah.
«Hai la faccia di chi odia la vita», mi comunica. Si mette di lato per farmi entrare.
«Prova a tu a fare oltre cento rampe di gradini con questi ai piedi!», lo sfido. Mi appoggio al muro perché i piedi mi fanno malissimo. Mi siedo sul divano.
«Non è scritto da nessuna parte che tu debba indossare quei trampoli». Si avvicina e mi porge un bicchiere d'acqua.
Faccio una mezza risata. «Non sarei me stessa con un paio di scarpe da tennis». Mi disseto, poi gli chiedo dove sia sua cugina. «Mi ha telefonato dicendo di avere un'emergenza»
Incrocia le braccia al petto. «Si è chiusa in camera da quando siamo tornati, quindi non ho idea di cosa le passi per la testa»
Parli del diavolo e spuntano le corna. Come se l'avessimo chiamata, Isabelle scende giù. «Paige, grazie a Dio sei arrivata!». Si fionda da me mi strattona per il polso. «Forza, vieni»
Faccio appena in tempo ad affidare il bicchiere a Noah prima di dover salire altre scale. Entriamo nella sua stanza e mi accorgo subito dei vestiti gettati alla rinfusa sul pavimento e sul materasso.
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Regina delle Nevi
Teen Fiction«Sono le persone giuste che colorano la tua vita» «𝐀𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐭𝐞𝐚𝐫𝐬 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐚𝐦𝐢𝐧𝐠 𝐝𝐨𝐰𝐧 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐟𝐚𝐜𝐞 𝐖𝐡𝐞𝐧 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐬𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐞𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐲𝐨𝐮 𝐜𝐚𝐧'𝐭 𝐫𝐞𝐩𝐥𝐚𝐜𝐞 𝐖𝐡𝐞𝐧 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐞𝐨𝐧𝐞, �...